giovedì 11 novembre 2021

Originalità dell’articolo maschile singolare nel dialetto di Aielli.

 


    Forse nemmeno gli aiellesi hanno mai notato il comportamento dell’articolo maschile sing. nel loro dialetto, giacchè una lingua materna la si parla  automaticamente, senza la necessità di starci a riflettere sopra.

    Ora, il detto articolo presenta da noi quattro forme, cioè /i/, /lë/, /u/, /ju/.  Le ultime due sono in realtà intercambiabili come in u cavàjjë e ju cavàjjë ‘il cavallo’ oppure u trènë e ju trènë ‘il treno’. Le due varianti presuppongono un precedente *lu (lat. (il)lum ’quello’) con la perdita o la palatalizzazione della liquida /l/ iniziale.

    La forma // (con la –e- cosiddetta muta) ricorre, pure in altri dialetti, dinanzi a nomi neutri latini o sentiti tali  come in panë ‘il pane’: in latino si aveva, oltre al maschile pan-e(m), anche il neutro pan-e.  La stessa cosa si verificava per il lat. neutro vin-u(m) da noi diventato vinë ‘il vino’, benché in latino si incontri anche una forma maschile, in Petronio. Idem per il dialettale salë che in latino era sia maschile che neutro.

    La forma /i/, che nel nostro vernacolo indica stabilmente anche il maschile plurale, quando viene impiegata per il singolare? Per quale motivo normalmente (a parte i casi di maschile singolare visti in precedenza) si usa /u/ oppure /ju/ e in diversi altri casi si usa invece questo /i/?  Il fenomeno si capisce bene tenendo presenti gli articoli di alcuni nomi usati sia a Cerchio che ad Aielli, due paesi vicinissimi.  A Cerchio si dice, ad esempio, u fumë ‘il fumo’, u lupë ‘il lupo’, u murë ‘il muro’ mentre noi tassativamente in questi casi mutiamo l’articolo /u/ (che come abbiamo visto possediamo anche noi) nell’articolo /i/, cioè i fumë, i lupë, i murë.  L’unica riflessione che a mio avviso si può fare è che in questi casi l’orecchio degli aiellesi, nel periodo di formazione dei dialetti, durante il Medioevo, ha avvertito come cacofonica la ripetizione, in due sillabe successive, dello stesso suono /u/  ed ha optato, per così dire, per la eufonica successione di /i/ e /u/, considerato, d’altronde, che l’articolo maschile singolare /i/ già circolava probabilmente nelle vicinanze, in altri dialetti come quello celanese.

    Il fenomeno si estese probabilmente anche all’articolo maschile /u/ seguito da nomi con la sillaba iniziale in /o/, giacchè noi ad Aielli diciamo i mondë ‘il monte’, i rospë ‘il rospo’, i pondë ‘il ponte’ mentre a Cerchio dicono imperterriti u mondë, u rospë, u pondë. Se la vocale della sillaba inziale della parola è diversa da /u/ ed /o/ l’articolo maschile singolare aiellese ridiventa normalmente /u/ o /ju/: u canë ‘il cane’, u ràspë ‘il graspo’, u mérlë ‘il merlo’, u cítërë (oppure cítëlë) ‘bambino in fasce’.

     Ci sarebbe da dire ancora qualche altra cosa, ma mi fermo qui sperando di soddisfare almeno la curiosità di qualcuno.

    



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