venerdì 22 novembre 2019

I vari significati di “albero”



    In alcuni dialetti, anche settentrionali, la voce albero con varianti o derivati, come àlbera e arbùccë, significano ‘pioppo bianco, pioppo'.  I linguisti, credo tutti quanti, osservano che il significato di ‘pioppo bianco’, e successivamente di ‘pioppo’ in genere, è nato dall’incrocio del nome con l’aggett. lat. alb-u(m) ‘bianco’.  Ed effettivamente il ragionamento sembra fin qui filare liscio come l’olio.  Esso però improvvisamente comincia a traballare quando si scopre che nel paese di Pero dei Santi, fraz. di Civita d’Antino, nella Valle Roveto (Marsica) la voce albrë presenta l’insolito significato di ‘olmo, albero dell’olmo’.  C’è forse anche qui da ricercare l’influsso dell’aggett. lat. alb-u(m) ‘bianco’? Non mi pare che ciò sia possibile dato che non esiste una varietà di olmo designata con l’aggettivo suddetto. 

   Io ho sempre pensato che questi significati particolari di pioppo e di olmo, non fossero altro che specializzazioni del termine lat. arbor-e(m) ’albero’, secondo la norma generale della mia linguistica che vuole che tutte le parole nascondano dietro di sé un significato generico che ha poi dato origine a quello o quelli specializzati. E questo esempio ne è, a mio parere, una prova inconfutabile.  

   Ora, tramite internet, ho scoperto che una delle voci dialettali per ‘olmo’, nel dialetto emiliano e reggiano (ma anche in zone della valle del Rosa, in Piemonte)  è elber[1], vocabolo a mio avviso molto simile strutturalmente ad it. albero, considerato anche il fatto che la prima –e- potrebbe essere l’esito di una primitiva -a- , per quanto io conosca poco il vocalismo del dialetto emiliano-reggiano, dove però si hanno, ad esempio, forme come chèrna ‘carne’  o come èlt ‘alto’.

   Credo si possa (o si debba) anche supporre che l’albrë ‘olmo’ di Pero dei Santi-Aq e l’elber ‘olmo’ di Reggio Emilia non abbiano dovuto aspettare che in epoca storica arrivasse dalle loro parti il lat. arbor-e(m) ‘albero’ (che non so come oggi si chiami in quel dialetto emiliano), ma che quella voce, simile o uguale al lat. arbor-e(m) con cui poteva facilmente confondersi (come è avvenuto a Pero dei Santi-AQ, nella Marsica), esistesse già da gran tempo prima della romanizzazione, anche se forse essa originariamente era nata come semplice variante della corrispondente voce latina.

   E’ bene ricordarsi che la Lingua è antichissima, molto più delle piramidi d’Egitto, e che moltissime parole sfidano imperterrite decine di millenni. E’ pertanto facilissimo, se non si va veramente a fondo, abboccare alle molte trappole che esse, le parole, hanno avuto modo di tendere, nel corso di un lungo ordine di secoli, nei riguardi di chi vuole scoprirne l’origine.  

  Ps. Tramite internet ho potuto solo appurare  che in romagnolo, varietà dialettale alquanto diversa dal reggiano, l’albero è comunque chiamato elbere[2], molto simile al reggiano elber ‘olmo’, come avevo supposto.

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