giovedì 8 luglio 2021

Le bandijjòlë.

 


Ad Aielli ed altrove nella Marsica, a volte con varianti, le bandijjòlë sono le convulsioni che capitavano spesso ai bambini.  La forma nfandijjòlë  taglierebbe la testa al toro secondo i linguisti che perciò non esitano nemmeno un momento ad indicare il termine it. infante come origine dell’espressione, sicchè le convulsioni sarebbero quelle che prendono ai bambini. 

    Eppure mi pare che bambino dalle nostre parti si dica diversamente, come uajjulìttë o quatrànë, quatranéjjë, a non voler tener presente il principio della mia linguistica secondo cui le cose vengono in genere nominate dalla Lingua per quello che sono (in questo caso appunto convulsioni) e non in riferimento alle persone che ne soffrono. 

    Infatti la voce vind-aiùlë ‘convulsioni’ usata a Pescara e altrove ci illumina sul suo vero etimo che rimanda chiaramente alla radice di ted. wind-en ‘contorcere, avvolgere’, ted. Winde ‘argano, arcolaio, convolvolo’, abruzzese (nel Bielli) vinn-ëlë ‘arcolaio’ con normale assimilazione nd>nn.  Tutte le altre forme dialettali abruzzesi hanno subito l’influsso del termine italiano infante e hnno fatto credere che questo ne fosse l’etimo.  Anche il verbo ted. bind-en ‘allacciare, annodare’ dà un’idea di “avvolgimento”. La radice di questo verbo presenta la variante band ‘volume, fascia, cerchio’.

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