sabato 26 marzo 2022

Sano come un pesce.

 


    Quale potrebbe essere l’origine dell’espressione italiana “sano come un pesce”?  Non è detto che un pesce sia sempre in buona salute a prescindere. Questa specie animale è soggetta a malattie come tutte le altre.  Forse il guizzare dei pesci, magari fuori dell’acqua, ha suggerito il paragone, ma il motivo potrebbe, a mio parere, essere molto di verso. 

      Nell’antichità, presso diversi popoli, soprattutto celtici, la piantina parassita sempreverde del visco o vischio era considerata, oltre che sacra, una panacea contro tutte le malattie ed entrava  in diversi racconti mitologici: era ritenuto quasi un animale; di conseguenza era possibilissima l’esistenza di una espressione quale *sano come il visco. Il visco, in altri termini, era il simbolo della salubrità contro le disgrazie delle malattie e della vita contrapposta alla morte, oltre che simbolo di nascita e rinascita: da quest’ultimo credo sia derivata l’usanza di appenderlo alle porte come segno di buon auspicio (cfr. ingl. wish ‘augurio’ radice di ant. ingl. wysc-an’augurare’) nel periodo di Natale. Uno dei nomi celtici per ‘visco’ era proprio vit da cui il francese gui ‘vischio (pianta)’. L’abruzzese A li vischë tȋ  ‘alla tua malora!’(cfr. D. Bielli Vocabolario abruzzese) deve essere antifrastico rispetto al significato  letterale di ‘ai tuoi auguri (desideri)!’.

     Ora, quando i racconti mitologici cominciarono a venir meno, una locuzione del tipo *sano come un visco era in qualche modo indotta a sostituire a “visco” un termine che indicasse un animale, dato che l’aggettivo “sano” viene di norma riferito a uomini o animali. E così dovette surrettiziamente spuntare il pesce, lat. pisc-e(m) ‘pesce’ (cfr. ted. Fisch ‘pesce’, la cui radice è molto simile a quella di lat. visc-u(m).

      Ribadisco  quindi, come ho fatto spesso, che tutto quanto si dice tradizionalmente e nelle leggende, intorno a qualcosa, è frutto di incroci   di termini simili, avvenuti nel corso dei millenni.

 

 

    

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