venerdì 25 settembre 2020

Riflessi etimologici, su alcuni toponimi, dell’analisi lessicale da me fatta nei due articoli precedenti.

 


      Premetto che l’analisi etimologica dei toponimi è sempre piuttosto aleatoria rispetto a quella lessicale, dato che essi costituiscono di per sé nomi senza un significato, tranne quello  che noi loro attribuiamo. 

      Ora, partendo dalla  radice bell-, bill-, pill-, di cui ho parlato negli articoli precdenti si può, a mio parere, indicare un etimo probabilmente vero del nome del paese di Piglio-Fr, situato su uno sperone del monte Scalambra.  Nel Dizionario di toponomastica[1]  si riporta l’ipotesi del linguista G. Pardi secondo cui il toponimo sarebbe derivato  dal lat. pilleus o pilleum ‘pileo, berretto di feltro semiovale o conico’ attraverso una metafora geomorfica «essendo un rialto tra due monti».  L’altra ipotesi di W. Schulze vuole che il nome  sia facilmente  riconducibile all’antico antroponimo lat. Pilius.

     Questi linguisti, come spesso avviene, volgono lo sguardo a qualcosa che non concerne la natura stessa del luogo su cui sorge il paese: il berretto conico o l’antroponimo ad hoc.  Ma in questo caso mi pare che  cada a fagiuolo il significato della detta radice bill-, pell-,pill-. ecc. che vale proprio ’punta, promontorio, sperone’, cioè la propaggine che si diparte dal monte Scalambra, su cui è appollaiato Piglio.  Anche  qui il nome indica direttamente la natura del suolo del paese, senza che si ricorra a metafore geomorfiche o all’antico antroponimo. Anzi, sono convinto  che il lat. pilleum o pilleus possa trarre la specializzazione di ‘(berretto) a punta’ dall’idea di cima, punta, protuberanza della radice in questione. Pertanto dò alla probabilità dell’antroponimo Pilius  solo 1 o 2 punti percentuali. Che la mia ipotesi sia giusta può confermarlo anche il primo nome del monte Pila Rocca a sud del paese. La forma iniziale del nome Piglio poteva essere anche semplicemente *Pil-um , diventato in dialetto prima Pije, con la normale palatalizzazione della –l- , e poi Piglio, allineato con i nomi italiani in –glio, come it. figlio, coniglio, artiglio e lo stesso it. piglio.

      Sempre nel Dizionario di toponomastica vengono dati sostanzialmente gli stessi etimi per il paese di Pèglio-Ps fatto derivare dal personale latino Pilius o Pellius o dal lat.pil(l)eus ‘elmo’, come metafora geomorfica. Il colle su cui sorge il paese non merita nemmeno uno sguardo da questi esimi linguisti.    Anche l’idea di colle   a mio parere rientra in quella sovraordinata di protuberanza  espressa anche dalla radice pill-, pell-, ecc., come abbiamo già visto.  Sempre nello stesso Dizionario si incontra un altro Pèglio-Co come pure Pèio-Tn per i quali si ripropongono i soliti personali latini o celtici.  Mentre bisognerebbe accostare la forma Pèio al secondo membro di it. male-ppeggio col valore di ‘punta, promontorio, sperone, monte, ecc.’. E in effetti è molto strano che non si faccia alcun cenno al fatto che Pèglio di Como sorge alle pendici del monte Pelo, da cui sarà derivato quasi certamente il nome del paese!

     Io credo che questi linguisti sono convinti che il lat. bi-dent-em ‘bidente’ sia nato con il latino stesso, mediante la particella bi- (due, doppio) e non pensano nemmeno lontanamente alla sua precedente derivazione da una forma bil(l), bili.  Questo è il motivo per cui danno degli etimi, in questi casi, secondo me completamente ipotetici, al 98-99 per cento. 

     



[1] Cfr. Aa. Vv. Dizionario di toponomastica, UTET (sec. ediz.), Torino, 1990

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