sabato 8 maggio 2021

Ancora sulla radice ban- di banditore, bandire.

 


Ieri ho trascurato il significato di ‘espellere, esiliare’ che il verbo band-ire presenta, oltre a quello di ‘comunicare, proclamare’ di cui ho parlato abbondantemente.  Ed ho fatto male, perché il significato di ‘esiliare, espellere’ avrebbe confermato il mio assunto in merito al significato di fondo della radice, che è, a mio avviso, ‘mandare fuori, emettere’, basilare  sia per il significato di ‘parlare, proclamare’ sia per quello di ‘brillare, splendere’.

    Allora non deve apparire strano collegare il significato di ‘espellere’, che etimologicamente è un ‘mandare fuori’ < lat. ex-pell-ĕre ‘spingere fuori, esiliare ecc. ecc.’, a quello di ‘parlare, comunicare’, espressi contemporaneamente dall’it. band-ire.  Il significato di mandare in esilio  non si è prodotto, come vogliono i linguisti, attraverso la trafila concettuale  di mandare in esilio attraverso un bando dell’autorità, ma semplicemente e direttamente come un ‘mandare, cacciare fuori’, significato  incarnato nella radice ban-, band- sin dall’origine.

    Molto illuminante per tutta la questione, ma anche per il modo come si sviluppano e si specializzano  i significati in genere, è il caso del verbo gr. ek-báll-ein ‘gettar fuori, cacciare, esiliare’ che quando è seguito da un termine come ‘parola, discorso’ assume due significati in qualche modo tra sé contrastanti, e cioè ‘rifiutare, rigettare, negare (la parola)’ oppure ‘proferire, pronunciare’:  qui vediamo in atto il processo di specializzazione della nozione originaria di ‘mandare, spingere fuori’, la quale può portare al significato di ‘espellere, esiliare’, di ‘rifiutare o negare (una parola), o di ‘proferire, pronunciare’. Oppure a tanti altri significati possibili, anche se non concretizzati nella lingua greca. E forse in nessun’altra lingua. Ma la possibilità ci sarebbe stata comunque.

   Questo è quanto. Amen.

   

  

   

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