martedì 11 maggio 2021

Ciattè

 

                                      

 

In alcuni paesi d’Abruzzo la parola in epigrafe significa ‘lucciola’.  Chi mai potrebbe cominciare a percorrere la strada giusta per individuarne l’etimo se non esistesse anche la voce tautologica abruzzese luci-atté[1] ‘lucciola’?  A mio parere quest’ultima parola è in effetti tautologica, in quanto il primo elemento rimanda alla radice di lat. luc-e(m) ‘luce’ e di gr. leuk-όs ‘lucente, chiaro, bianco’, il secondo alla radice di gr. akt-ís, în-os ‘raggio, splendore’, ant. indiano aktú-s ‘crepuscolo, luce, splendore’. 

   Ora, non può sfuggire il nome personale pescarese Ciattè, fotocopia della voce in questione. E questo che c’azzécca (avrebbe detto qualcuno)?  C’azzecca, c’azzeca, perché coinvolge il nome di san Cetteo (san Ciattè in pescarese), il leggendario vescovo di Amiternum , oggi San Vittorino Amiterno-Aq.  A mio parere, anche il nome di questo presunto Santo cattolico, patrono di Pescara, proveniva da una realtà preistorica in cui doveva indicare qualche divinità solare, come san Zopito  di Loreto Aprutino-Pe, di cui ho parlato nell’articolo intitolato “La festa di san Zopito a Loreto Aprutino” presente nel mio blog pietromaccallini.blogspot. com (20 aprile 2020) e in quello intitolato “San Zopito, san Pietro, Giove ed altro” del 30 giugno 2009.  Chi avesse voglia di affrontarne la lettura lo faccia, perché credo che la sua fatica sarà ripagata.

 

 

 



[1] Cfr. D. Bielli, Vocabolario abruzzese, A. Polla editore, Cerchio-Aq, 2004.

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