mercoledì 12 maggio 2021

San Ciattè.

 

San Ciattè.

 

Nel precedente articoletto ho delineato la possibilità che il patrono di Pescara, san Cetteo (Ciattè, in dialetto), in realtà fosse stato una divinità della luce solare nella preistoria.  In una passio ampiamente leggendaria si afferma che san Cetteo, vescovo di Amiterno (VI sec. d.C.),  subì il martirio venendo gettato con una macina al collo sul fiume Aterno così affogandovi. Miracolosamente il suo corpo, trascinato dalla corrente, arrivò fino alla foce del fiume a Pescara, dove fu amorevolmente raccolto e sepolto nella chiesa che poi gli fu intitolata, cioè la Cattedrale di san Cetteo.

    Ora, mi pare evidente che il nome di questo presunto Santo (perché io non credo alla sua reale esistenza) deve aver avuto a che fare con quello del fiume Aterno-Pescara. Si sa che anche la città di Am-itern-u(m) trae il nome da una parola italica che significava ‘presso (am-) l’Aterno      (-itern-um)’.  C’è qualche studioso che sostiene che il Santo fosse vescovo non di Amiterno ma  di Atern-um, cioè di Pescara, così chiamata in latino. Nel periodo imperiale spunta, per la città, il nome di Ostia Aterni, cioè Foce dell’Aterno.  C’è poco da fare, il nome del fiume torna insistentemente nella passio del Santo: a mio parere ciò non significa che il Santo fosse stato veramente gettato nel fiume, ma che il suo nome si era incrociato certamente con quello del fiume, e soprattutto con quello della foce del fiume, dove fu raccolto.

      Infatti, ho sostenuto nell’articolo precedente che il nome originario della divinità solare (che sta dietro il nome del Santo) fosse *Luci-attè combaciante con la voce dialettale abruzzese luci-attè ‘lucciola’.  Ma è possibilissimo che questo nome preistorico della divinità solare si fosse incrociato anche con un’espressione simile a luci Atèrni, dando come esito luci-attè, che poteva significare ‘bocca o bocche, foce o foci dell’Aternocome subito indicherò.

      Nell’articolo intitolato “La dea Angizia, il suo bosco sacro e l’inghiottitoio della Petogna” (29 novembre 2010) presente nel mio blog pietromaccallini.blogspot.com spiegai che il nome Luco  del paese di Luco dei Marsi, molto probabilmente rimanda non al bosco sacro della dea, lat. luc-u(m) ‘bosco sacro’ ma alla radice del ted. Loch ‘buco’, ingl. leak ‘crepa, falla fessura’, it. tec. luce ‘apertura per il passaggio dell’acqua, bocca’, dialetto trasaccano lëch-ittë ‘piccolo luogo, posticino’ ma anche ‘piccola buca nel terreno’.  Esso insomma era un altro nome dell’inghiottitoio della Petogna nei pressi di Luco dei Marsi.  Citavo anche diversi altri toponimi Luco, luchi da interpretare come ‘cavità’ o ‘bocca’.  Naturalmente chi fosse interessato può leggersi il relativo articolo secondo me  molto interessante.

     Riassumendo e concludendo, mi pare che si possa affermare che san Ciattè di Pescara continuava molto probabilmente un nome antichissimo, preistorico, di una divinità della luce solare (o anche lunare), nome che  nella sua lunga storia ha avuto modo di incrociarsi comodamente con il dialettale luciattè ‘lucciola’ e con qualche toponimo simile nella forma, ma con significato diverso, intessendo così di epoca in epoca la storia leggendaria che ruota intorno a san Ciattè. Il quale, se anche fosse realmente esistito come vescovo di Amiterno o di Aternum ‘Pescara’ (ma ne dubito fortemente, anche in base al suo strano nome che non mi pare ricorra altrove, oltre che a Pescara) non disturberebbe più di tanto le mie asserzioni, essendosi incrociato con *Luciattè>Ciattè, nome che esisteva da molto tempo prima.

    *Luciattè poteva essere anche un epiteto della divinità solare, che individuai sotto il nome di san Zopito, di Loreto Aprutino, non molto lontano da Pescara.

      

 

 

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