sabato 19 febbraio 2022

A proposito dell'ingannevole rapporto raggio-bacchetta in linguistica.

 


   Nell’articolo precedente ho dimenticato di accennare alla  possible connessione  della radice spir- di spir-ito anche ad un significato di ‘fonte, sorgente’ come credo sia mostrato ,ad esempio, da Fonte Spirito di Arsoli-Rm.  Del resto è lampante la somiglianza con termini inglesi quali spirt, spurt ‘zampillo, getto’ collegabili con la radice di inglese arcaico  sprout ’spruzzare’ nonché con ingl. sprout ‘germoglio, getto’.

    Abbiamo visto, sempre nell’articolo precedente, lo stretto rapporto tra la radice di ingl. spear ‘lancia’ e ingl. spear ‘raggio di sole’, fenomeno che secondo i linguisti avviene perché un raggio (di luce) assomiglia a una bacchetta, stelo, palo.  Chissà perché non sarebbe accettabile l’inverso, cioè che una bacchetta assomigli ad un raggio di luce.  Insomma in questo rapporto di somiglianza, che del resto non si può negare, la bacchetta verrebbe prima della luce e dei suoi raggi. La bacchetta è qualcosa, forse  si pensa, di più concreto, palpabile rispetto al raggio di luce, suo significato figurato.  Sì, ma anche il raggio di luce è qualcosa di concreto, tanto è vero che scotta talora, oltre ad illuminare.  

   A parte la considerazione che in realtà la distinzione tra nome astratto e concreto è piuttosto scolastica, dato che in verità ogni parola della Lingua rappresenta il concetto che di una cosa, di un fenomeno, di una condizione abbiamo nella nostra testa e quindi dovrebbe considerarsi astratto: in altri termini la parola non indica la cosa in sé, ma il riflesso che ne abbiamo nella mente.

    Io sono del parere che non si può affatto sostenere  che  un concetto come “bacchetta, stelo, tronco” venga prima di quello considerato, nella pratica di ogni lingua, come generato da esso per via figurata.  Per me, come ho detto qualche altra volta, la parola latina radiu-u(m), ad esempio, significava già all’origine ‘la forza’ che fa crescere uno stelo, un ramo, una pianta, di pari grado rispetto alla ‘forza’  che fa brillare una luce un fuoco, una stella. L’uomo primitivo non vedeva un albero nelle sue varie caratteristiche concrete ma ne individuava questa ‘forza’, di per sé astratta rispetto a quelle, e quindi non aveva bisogno di trasferire quest’astrattezza alla luce di per sè già molto più astratta dell’albero. Direi che egli, nel nominare i concetti e le cose ‘astratte’ si trovava perfettamente a suo agio.  Se in una lingua il termine per palo e raggio di sole coincide, la spiegazione non può stare nella dipendenza  dell’uno dall’altro, ma, semmai, nella coincidenza dei loro significati d’origine.  Siccome, poi, la somiglianza tra la bacchetta e il raggio di sole è abbastanza evidente anche esteriormente  (non solo concettualmente) si dà il caso che molte lingue (forse tutte?) conservano termini unici per ambo le cose: per intenderci, è molto più difficile che una radice che in una lingua esprime il concetto di raggio di sole contemporaneamente esprima, non so, quello di gallina. 

    Un’altra parola interessante in questo senso è il ted. Strahl ‘raggio, lampo, folgore’ ma anche ‘getto d’acqua, zampillo’.  Conosciamo l’it. strale, probabilmente dal longobardo, che corrisponde all’ant. slavo  strela ‘freccia’, serbo  strijela ‘freccia’. Anche se in tedesco, che io sappia,  non esiste un significato di ‘bacchetta, palo, asta’ della parola Strahl sta di fatto che una freccia ha la forma di una bacchetta appuntita.

    Interessante, a mio avviso, è lo spagn. e-strella ‘stella’ che i linguisti derivano dal lat. stell-a(m) ‘stella’ ma io non vedo come, data la difficoltà della lettera /r/  in più nella parola spagnola. La /e/ iniziale è prostetica: in spagnolo non esistono termini inizianti in /s/ impura. A me pare chiaro che il termine derivi da una forma *strel-   della stessa radice di ted. Strahl nel significato di ‘raggio di luce’.  E’ altrettanto chiaro che l’incrocio con il lat. stell-a(m) ha causato la specializzazione del significato generico di ‘raggio luminoso’ in quello di ‘stella’

    In spagn. il verbo e-strell-ar significa ‘scagliare, lanciare’: ritorna l’idea della “lancia”, cioè di “asta”  che è assente nel tedesco, come visto.  Ma non è tutto. E-strell-ar significa anche ‘friggere’, e così richiama l’idea di “fiamma” che se  ne sta appena appena nascosta sotto il significato di ted. Strahl ‘raggio luminoso’.  

   Chiudendo, osservo che il ted. Strahl è fatto derivare, giustamente, d una radice stra- che è quella di ted. streu-en ‘spargere, spandere’, la quale riporta ad un significato generico non ancora molto specializzato nei vari sensi di raggio, asta, zampillo. Basta cercare in internet per incontrate il nome di una fonte che suona Strahl-brunnen ‘fonte Strahl’ in cui Strahl- doveva avere tautologicamente lo stesso significato di Brunnen ‘fonte, sorgente’ come nel termine ted. Spring-quelle ‘fontana’ in cui Quelle vale ’fonte, sorgente’  e Spring-  ugualmente ‘fonte, sorgente’ anche se in tedesco  c’è solo il verbo spring-en ‘saltare, esplodere’, mentre in inglese spring vale sia ‘salto’ che ‘sorgente, fonte’.   Il termine, però, tende inevitabilmente  a specializzarsi in ‘ fonte a getto’. Ma c’è anche il verbo  ted. ent-bring-en (composto dal prefisso insep. ent-)  che vale solo ‘sorgere, scaturire’ .   Amen.

 

   




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