mercoledì 23 febbraio 2022

Passeggiare e spasseggiare.

 


 

   I vocabolari sostengono che la forma s-passeggiare deriva da passeggiare con una s- iniziale (intensiva?).  Ricordo la bella canzone napoletana di Carosone, intitolata Guaglione, che conteneva il verso tu passe e spasse sotte a stu balcone, col significato di ‘tu passi e ripassi sotto a questo balcone’.  Anche qui sembra che spasse venga da passe con la prostesi di una s-. Ma io ho qualche dubbio.

   Penso, infatti, che le forme it spasseggiare e il napoletano  spassà (nel senso di ‘ripassare’) avessero all’origine poco o nulla a che fare col passo di it. passeggiare e passare.  A mio avviso queste forme presuppongono il lat. spati-ari (anche spati-are)  ‘passeggiare, andare a spasso, camminare’ incrociatosi, naturalmente con il lat. pass-u(m) ‘passo’.  Anche il tedesco usa spazier-en ‘passeggiare’, preso dal lat. spati-ari.

    Il bello è che questa mia supposizione va ad intaccare, ad esempio, la convinzione dei linguisti che derivano l’it. spassare nel senso di ‘divertire, divagare’ da una forma lat. *ex-pans-are> *ex-pass-are> spassare, dal partic. passato ex-pans-um, ex-pass-um ‘esteso, allargato’ del verbo ex-pand-ĕre’espandere, allargare’ a cui fanno seguire un anim-u(m) del tutto presunto, secondo me: ‘espandere l’animo’  sarebbe l’origine di it. spassare, forma che ha mantenuto il verbo ma non l‘animo,  secondo me necessario in questo caso.

    Ora (passando ad altro), Il verbo divagare ha in italiano un significato fondamentale di ‘allontanarsi, andare qua e là’ presente nel latino divagari, il quale però non ha quello di ‘svagar(si), divertir(si)’, chiaramente sviluppatosi dal precedente come effetto di un allontanar(si), un distaccar(si) da qualche assillo o noia, o dalla solita routine. Allora diventa del tutto naturale porre anche all’origine di it. spassare, spasso  il verbo lat. spati-ari, che col suo significato di ‘andare a spasso, passeggiare’ si avvicina moltissimo a quello di lat. divagari.  Come tocco finale aggiungo il lat. spatia-tor-e(m) ‘bighellone’ cioè girandolone, nullafacente, condizione propria di chi sta a spasso, locuzione niente affatto apparentata, pertanto, con quella di ‘divertimento’.

 

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