domenica 20 febbraio 2022

Italiano sperare.

 


 

    Certamente pochi  sapranno che in italiano il verbo sperare, oltre al suo significato più ovvio a tutti noto, ne ha anche un altro molto singolare: ‘osservare un uovo in controluce per controllarne la freschezza o lo stato di fecondazione’.  Nei vocabolari solitamente i due significati sono attribuiti a due lemmi separati, tanta è la distanza tra loro, ma in fondo ambedue scaturiscono dalla stessa radice, come spero di poter mostrare.

    Per la verità nemmeno io ne conoscevo il secondo significato fino a pochi giorni fa, quando sono andato a sfogliare il vocabolario di De Mauro, dietro la spinta del fatto che avevo incontrato i due significati nel libro La parlata di Luco dei Marsi di Giovanni Proia, sotto la voce sperà.  In italiano esiste anche il sostantivo corrispondente speratura.

    Il verbo è antichissimo, attestato in un periodo indefinito prima del 1320.  Numerosi sono i riscontri nei dialetti settentrionali[1]. Per la sua origine  i linguisti indicano compatti il termine spera (da noi già incontrato e discusso in un articolo precedente, col suo significato, tra i diversi, di ‘raggio luminoso’), dato che l’operazione della speratura si esegue anche con un apparecchio che emette un fascio luminoso sull’uovo.  Beati loro che si accontentano di questo, anche se il solo concetto di “raggio, luce” non può spiegare il nocciolo dell’operazione che è, nel suo complesso, un osservare (l’uovo)!  La luce certamente interviene ma come fatto piuttosto secondario, anche se necessario. 

     Come spesso accade, la spiegazione è lì a portata di mano, ma nessuno se ne accorge!  Il lat. sper-are aveva inizialmente il significato generico di ‘attendere’ sia cose positive che negative, e l’attenzione non è altro che tendere lo sguardo verso alcunchè, cioè un osservare, scrutare alcunchè, compreso l’uovo ci cui si parla.  Lo spagn. e-sper-ar ha mantenuto i due significati di ‘aspettare, attendere’ e di ‘sperare’.

     In conclusione si può sostenere che lo sperare e il fare attenzione (e quindi osservare) possono essere espressi dalla stessa radice sper-, che del resto ha altri significati come raggio (di luce) o irraggiamento, significati che non esprimono altro che la natura della luce e dei suoi  raggi  che si espandono verso oggetti vicini e lontani.



[1] Cfr. Cortelazzo-Marcato, I dialetti italiani, UTETTorino, 1998.

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