domenica 18 aprile 2021

Scarciafronne.

 

                                      

 

     Ieri ho letto il termine abruzzese o molisano scarcia- fronne ‘fionda’, ma non ricordo il nome del paese da dove esso proviene.  Termine interessante per più di un motivo.  A vista d’occhio esso è tautologico con le sue due componenti.  La seconda, -fronnë, è una evidente distorsione di fionda, atteso che quest’ultima parola deriva da una precedente *flunda < lat. fund-ul-a(m) ‘fionda’(con metatesi), diminutivo di lat. fund-a(m)’fionda’.  La fund-a(m) etimologicamente è diretta formazione dal verbo lat. fund-ĕre ‘ versare, scagliare, gettare, ecc.’. Il dialettale –fronnë ‘fionda’ (da *flunda) presenta la liquida –r- al posto della liquida –l-, fenomeno abbastanza diffuso (cfr.franc.fronde’fionda’), oltre all’assimilazione regressiva di –d- ad –n-, normale nei nostri dialetti. E forse in questa trasformazione ci sarà stato anche l’influsso del termine it. frombola, altro nome per ‘fionda’. 

     Il bello è che –fronnë in molti nostri dialetti significa ‘fronda, fronde’: quindi si ha, nel caso in questione, una  netta sovrapposizione di questo significato a quello sottostante di ‘fionda’, anche perché il primo membro di scarcia-fronnë appare come voce del verbo dialettale scarcià ‘strappare’, forse variante di dialettale scorcià ‘scorticare’, simile  a it. scorza, da una radice indoeuropea skert- ‘tagliare via’ presente, secondo i linguisti,  nel lat. scort-u(m) ‘pelle, cuoio’, nell’ingl. share ‘parte, porzione ’, ted. Scharschiera, drappello, branco (reparto militare)’, abruzz. sciarrë ‘branco di animali, moltitudine di uomini’[1] e nel  ted. Schere ‘forbici’.  Sicchè la voce scarcia-fronnë viene a significare, in superficie, ‘strappa-fronde’.  Di conseguenza nell’immaginario collettivo di chi usa questo termine, la fionda  viene a configurarsi come un’arma, in fondo innocua, perché, come dice la parola stessa, si limiterebbe a strappare le foglie degli alberi colpiti.  Una sorta di eufemismo, dunque, visto che nell’antichità i frombolieri erano addirittura soldati armati di fionda

    Questa è la superficie del vocabolo, ma, per uno come me che ha fatto della tautologia un principio fondamentale della Lingua, dietro l’apparenza di scarcia- deve a tutti i costi starsene ben acquattato un significato equivalente a ‘fionda’.  Ma quale?  Non quello dell’ingl. share ’porzione’, naturalmente, ma quello dell’ingl shake ‘scuotere, agitare, ecc.’, ant. norreno skaga ‘lanciare, scagliare’nella forma del nome d’agente shak-er  ‘scuotitore’ cioè, nel nostro caso, l’arma che lancia, l’arma da getto. La grafia inglese della parola era all’origine skak-er, la quale poteva benissimo generare, nel suo lungo percosrso per arrivare ad incastrarsi nella nostra scarcia-fronnë ‘fionda’, una metatesi *skarke- da cui scarcia-.   Pensate qualsiasi cosa a proposito di questo mio etimo, ma per favore non dimenticate la sua composizione tautologica che costringe assolutamente a trovare per scarcia- un significato equivalente a quello di –fronnë ‘fionda’. 



[1] Cfr. D. Bielli, Vocabolario abruzzese, A. Polla edit., Cerchio-Aq, 2004.

     

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