giovedì 1 aprile 2021

Vesper-tilio.

 


                                                           

 

  Sappiamo che il lat. ves-per-tilio,ion-is o ves-pert-illo, on-is significa ‘pipistrello’ e che la motivazione  del nome sarebbe data da lat. vesper ‘vespro, sera’, giacchè il volatile ha abitudini notturne.

   Ora, nell’articolo precedente intitolato Para-véspere ho mostrato come la componente –vés-pere assuma il significato di ‘frutto rotondeggiane’, e quindi di ‘rotondità’ in genere. La ‘rotondità’ comprende una ‘valle, avvallamento’ e quindi anche l’idea di “depressione” e di “abbassamento”, quello del sole, ad esempio, che si abbassa, cade sotto la linea dell’orizzonte, motivo per cui il tramonto o occaso (con termine arcaico)  indica anche il punto cardinale opposto all’oriente, cioè l’occidente: il quale in ingl. è chiamato west, ampliamento, a mio avviso, del primo membro di –vés-pere. Va da sè, quindi, che il lat. ves-per ‘sera’ doveva avere il significato originario di ‘occidente, occaso’ nelle due componenti. In dialetti inglesi west significa ’orzaiolo’, un rigonfiamento purulento all’estremità della palpebra che trova una corrispondenza precisa, a mio avviso, nel dialetto di Rocca di Botte[1] in cui la voce vestrόgna vale ‘bolla, vescica, pustola’: la detta voce va intesa  originariamente come *vest-orgna il cui secondo membro combacia col secondo del dialettale (a Luco dei Marsi) caf-ornia ’cavità’ già incontrato in un precedente articolo, e che va spiegato come variante di it. arnia, it. urna, ecc.

    L’abruzzese vèsprë, che significa ‘vespa’, non deve intendersi come storpiamento di it. vespa ma, semmai, come suo ampliamento che andava a coincidere col  vesper- di lat. vesper-tilio ‘pipistrello’il quale doveva avere, quindi, il significato generico di ‘animale, volatile’. La forma vèspërë ‘vespa’ si ritrova persino nel dialetto di Gallicchio-Pz, in Basilicata; non può essere  una pronuncia errata di it. vespa. In inglese si incontra un vesper sparrow, cioè ‘passero del vespro’ perché, secondo il vocabolario Merriam-Webster, canterebbe specialmente di sera: è una definizione che non quadra per diversi motivi, soprattutto perché se fosse vera l’uccello si sarebbe dovuto chiamare piùprobabilmente   evening sparrow, con un termine più usuale per ‘sera’. A meno che non si tratti  di nome scientifico inventato da qualche zoologo.   

    Ad Aielli il pipistrello è chiamato con lo stranissimo nome, da me non riscontrato altrove, di prengell-òtta (tutte le –e- sono mute)Altra volta avevo supposto che esso fosse da confrontare con l’it. fringuello ma ora sono più propenso a credere che esso sia molto simile al lat. (ves)-per-tillon-e(m) senza il primo membro tautologico ves-.  Da questo si sarebbe avuto la trafila –per-till-on-e(m) > pre-till-on-e(m) (per metatesi) > pre-zill-onë > pren-zëll-όnë (con inserimento della nasale –n-) > pren-gell-òtta(per incrocio con termini come, non so, aiellese prengipie ‘principio’ o come l’aggettivo aiellese prengell-ùse (tutte le –e- sono mute) riferito ad un bambino o ragazzetto ‘molto testardo, che si ribella in continuazione per averla vinta’.   Questo è quanto, per oggi.



[1] Cfr. M. Marzolini,  “me ‘nténni?”, Arti Grafiche Tofani, Alatri-Fr, 1995.

 

  

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