martedì 8 giugno 2021

Aiellese “sbruaràtë”.

 


Ad Aielli il termine sbruaràtë, che ha l’aria di un participio passato, significa ‘dissoluto, sfrenato (nel mangiare, bere, ecc.)’. Si usa piuttosto raramente l’infinito sbruar-àsse e forme come s’è sbruaratë ‘è diventato sfrenato, senza ritegno’. Non so se esista in altri dialetti.

    Ora, c’è un verbo greco che potrebbe andare a pennello per spiegare la voce aiellese, sia nella forma che nel contenuto.  Il verbo pyrg-ēré-esthai, per lo più poetico, ha un significato alquanto incerto: ‘custodire la torre’, in Euripide e, al passivo, ‘sono cinto d’assedio’.  Il verbo quindi, a mio avviso, doveva avere all’origine il significato di ‘custodire, cingere, proteggere, avvolgere’ che tendeva a specializzarsi sotto l’influsso di gr. pẏrg-os, il quale, pur proveniente dalla stessa prima radice pẏrg- del suddetto verbo, aveva assunto il significato specifico di ‘torre, baluardo’ ma anche di ‘recinto’. 

    Il verbo greco, insieme all’aggettivo pyrg-ḗr-ēs ‘munito di torri’, presenta una seconda radice –ēr- (da ar)  col valore di ‘connessione, congiunzione, legame, adattamento, sovrapposizione’ e quindi, col valore di ‘coprire, proteggere’, ripeteva tautologicamente lo stesso significato della prima, cioè ‘custodire, proteggere, ecc.  Il significato originario dell’aggettivo doveva essere, allora, solo ‘coperto, protetto, custodito’ senza la specificazione delle torri.

   Ora, l’aiellese sbruaràtë a mio avviso deriva da una precedente forma *s-burg-ar-àtë divenuta *s-bru-ar-àtë per metatesi –ur-/-ru-  e normale caduta della velare sonora –g- tra due vocali, come in aiellese fraula< fragula.  La –s- iniziale ha valore privativo negativo come in it. slegare, scaricare, sfrenare, ecc. ecc. Il suo significato doveva indicare, dunque, la condizione di chi si libera da barriere, restrizioni, costodia o freno e diventa letteralmente dissoluto, cioè sciolto, libero di dare sfogo senza ostacoli, limiti né contegni e ritegni alle sue voglie.

    Così come esiste ad Aielli ‘m-brac-atë ‘imbracato’e s-brac-atë ‘sbracato’ così doveva esistere una forma *‘m-bruaratë ‘costretto, legato, impedito’ contrapposta a s-bruar-atë ‘libero, dissoluto, senza freno’. Ma il verbo videntemente finì ai margini della lingua ed è solo un miracolo se se ne sono salvate alcune forme.

  La sonora iniziale di -burg- > -bru-  sarà dovuta all’influsso di ted. burg ‘borgo (fortificato)’ la cui radice è affine a quella di gr. pẏrg-os ‘torre, recinto, fortezza’.  

   Sarei curioso di sapere se il termine è presente in altri dialetti abruzzesi.

 

 




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