martedì 19 ottobre 2010

Etimo di it."tramontare", spagn. "tramontar"

Nel suo ultimo libro Il mare in un imbuto Gian Luigi Beccaria, l’illustre linguista, a proposito della illogicità di molte parole della lingua riporta il caso di una signora «di spirito, ma di proposte bislacche» la quale così gli scrive:«Io vivo al mare, non ho davanti a me le montagne, allora mi dica come mai il sole quando scompare all’orizzonte deve proprio tramontare; io penso che quando scompare in un orizzonte marino, tramara».
Riflettendo su queste illogicità a me pare che il problema che esse pongono non possa essere sempre risolto con facilità. In questo caso si penserà che il verbo "tramontare" sia nato in località circondate ad occidente da monti o colline dietro le quali il sole va a ‘coricarsi’, e che poi esso si sia diffuso dappertutto; ma lì dove, verso occidente, si estendeva il mare, il termine avrebbe trovato qualche difficoltà ad affermarsi anche perchè in quei luoghi era probabile che si usassero verbi come ‘cadere’, ‘calare’, ‘coricarsi’, ‘immergersi’ ecc. che non producevano nessuna discrasia con il fenomeno da rappresentare. In effetti non è così piano, a mio avviso, che questo verbo debba intendersi come un ‘(andare) oltre i monti’ perchè in Abruzzo esistono voci come trabballà, travallà, sballà (cfr. il Vocabolario Abruzzese di Domenico Bielli, Adelmo Polla editore, Cerchio-Aq, 2004), tutte col significato di ‘tramontare’ che potrebbero indurre a credere che il significato originario fosse stato quello di ‘(andare) oltre la valle’. E allora come la mettiamo? La voce trabballà, forse anche per influsso dell’it. traballare, significa anche ‘dondolarsi, dimenare la persona’. Sballà o sballì nel mio paese significava ‘scomparire’, detto di persona che, camminando lungo una strada, ad un certo punto usciva fuori del campo visivo perchè magari aveva imboccato una curva o si era talmente allontanato da non essere più visibile.
Io non so se, per l’it. ballare sia corretto richiamare il gr. bállein ‘gettare, scuotere’, come solitamente si fa, o se non sia da preferire il ted. wallen ‘ondeggiare, fluttuare’, ted. Waller ‘pellegrino’. Quest’ultima voce ci fa capire, infatti, che il significato originario della radice wall- doveva pendere per quello di ‘muoversi, andare, camminare’, significato che andrebbe a pennello per quello di ‘tramontare’ nel senso di ‘sparire, perdersi, andare (oltre il campo visivo)’ o semplicemente in quello di ‘andare’, considerando il prefisso tra-, non derivante direttamente dal lat. trans ‘oltre, attraverso’, ma come componente di un verbo tautologico prelatino il cui significato doveva essere ‘penetrare, entrare’ e quindi ‘immergersi, tramontare’ come nel gr. dú-ein ‘penetrare, immergersi, tramontare’: ora, mi sembra evidente che qui l’ immergersi non debba alludere per forza al mare nel quale, in località ad esso prossime, sembra tuffarsi il sole al tramonto, ma che possa essere inteso nel senso di ‘calare, sprofondare (sotto la linea dell’orizzonte, indipendentemente dalla presenza di monti o mari)’ e simili.
Tornando ora al nostro tra-montare, penso che anche in questo caso si debba riportare la voce alla preistoria in cui essa, lontana dai significati attuali specializzati delle sue due componenti che ci parlano di ‘monti oltrepassati’, poteva trarre linfa vitale dalla sua radice abbastanza attiva in latino col significato fondamentale di ‘sporgersi’ (cfr. lat. e-min-ere ’sporgere, sovrastare; lat. in-min-ere ‘pendere sopra, sovrastare’, pro-min-ere ‘sporgere, procedere, avanzare’), molto vicino ad un ‘tendere, spingersi, sprofondare (sotto la linea dell’orizzonte)’. Il lat. trans-min-ere 'trapassare' sembra pronto a partorire un clone del tipo *tra-mont-are come pro-min-ere 'sporgere avanti, su' ha prodotto pro-mont-orium, pro-munt-urium 'promontorio'.
Se poi si riflette sul significato di gr. dia-ball-ein che, in senso assoluto, vale 'passare' dovremmo capire che tra questa radice del verbo ball-ein 'gettare' e quella di ted. Wall-er 'pellegrino' potrebbe forse non esserci differenza alcuna. E c'è da scommettere che i molti Passi del Diavolo e Ponti del Diavolo in toponomastica siano da riportare ad un termine con questo significato di 'passaggio', non immediatamente visibile però nel gr. dia-bolos 'calunniatore' che pur appartiene alla stessa famiglia.
Singolare poi mi sembra il ricorrere del toponimo Tre-monti (con varianti) che indica paesi presso gole o passaggi, o semplicemente gole, come Gole Tremonti (ma anche Tramonte) vicino Popoli-Pe, Gole di Tramonti, vicino Maiori-Sa, Gole di Tremonti nel Cilento, Valico Tre Monti presso Brisighella-Ra . Si deve aggiungere anche il paesino di Tremonti di Tagliacozzo-Aq, vicino ad un antico passo montano. L'idea di "gola" è molto simile a quella di "passaggio", e così si ritorna al movimento insito nel verbo tramontare. Le Gole Tremonti presso Popoli-Pe, mettendo in comunicazione due zone climatiche diverse, sono spesso percorse da correnti d'aria. Curioso il detto, riportato dal vocabolario del Bielli, Quande Tramònte sta senza vénte, lu diavele sta senza dénte. A mio parere il diavolo qui viene tratto in ballo, non perchè parto della libera e sbrigliata fantasia popolare, ma perchè in epoca imprecisata della preistoria esso doveva essere stato, come ho supposto più sopra per questo termine, l'appellativo geografico delle gole (accompagnante il nome proprio Tramonte ). E sarà rimasto in uso fino a quando non è stato costretto a cedere le armi al lat. gula(m) 'gola'.
Anche l'abruzzese tra-bballà, tra-vallà credo che non debba essere lasciato tutto solo. Se esso significa anche 'dondolarsi, dimenare la persona' , in sostanza un 'agitarsi, muoversi', non sarebbe un delitto accostarlo al fr. tra-vail 'lavoro, fatica,tormento' nonchè all'ingl. to tra-vel 'viaggiare, muoversi, spostarsi, passare, dial. andare a piedi (cfr. il sopra citato ted. Wall-er 'pellegrino)'. Dimenticavo di far notare che, sempre nel Vocabolario Abruzzese di cui sopra, la voce trabballe presenta i significati di 'tratto, crollo. Tracollo della bilancia' facendo così capire che il concetto di 'tramontare', assunto dai relativi verbi abruzzesi, scaturisce direttamente dal concetto di 'crollare, precipitare, cadere, abbassarsi' ricavabile agevolissimamente dalla voce suddetta.

2 commenti:

  1. L'illogicita`, in questo caso, e` tutta dalla parte della signora, che vorrebbe far "tramarare" il sole. La povera donna non puo` capire che un'espressione sintetica, come "tramontare", non puo` essere risuscitata con un traslato analitico. A buon intenditor...Lei m'intende.

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  2. Sottoscrivo in pieno la sua osservazione, ma nell'articoletto mi pongo il problema se le normali illogicità della lingua siano sempre genuine o non possano talora nascondere fatti che, se ben studiati, possono gettare molta luce nuova sul fenomeno in questione. Grazie molte per la sua osservazione.

    Pietro Maccallini

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