martedì 7 luglio 2009

Ma che bel bernoccolo!

Quando diciamo di avere il bernoccolo per qualcosa, intendiamo significare che abbiamo una particolare inclinazione per un determinato tipo di studio o attività, ma credo che pochi si siano chiesti perché mai la parola si presti a un simile significato figurato e forse nessuno è mai riuscito a darne una spiegazione convincente. Non ritengo infatti attendibile la spiegazione che qualcuno dà tirando in ballo la teoria di Franz Joseph Gall (1758-1828) secondo la quale sarebbe stato possibile, in base all'analisi della forma del cranio, individuare le inclinazioni di ognuno di noi, come conseguenza di un maggiore o minore sviluppo di alcune sue parti rispetto ad altre. Comunque, se qualcuno volesse criticare la soluzione al problema che sto per dare, è sempre il benvenuto. Nel Vocabolario Abruzzese di Domenico Bielli, A. Polla editore, Cerchio-Aq, 2004, è registrata la parola ‘ntusiasme con lo strano significato di ‘gonfiore prodotto da colpo di frusta’. Essa è la copia spiccicata dell’it. entusiasmo di ascendenza greca il cui significato, però, non sembra essere di primo acchito raffrontabile con l’altro. Il greco enthousiasmós ha come base l’aggettivo én-theos ‘divinamente ispirato, pieno di divino furore’ riferito spesso all’ ispirazione di sacerdoti, poeti, baccanti in preda all’estasi e al furore favorito dal vino. A dire il vero questo significato dell’aggettivo, come se esso volesse indicare l’entrata (en=lat.in) in un dio (théos) o di un dio dentro la persona ispirata, appare ai miei occhi un tantino artificioso, perché l’aggettivo valeva anche semplicemente ’pieno di ardore’ senza alcun riferimento a divinità. Al posto di questa interpretazione che ricorre ai tre concetti di “entrata, furore, dio” metterei solo quello di in-spirazione, cioè di un ‘soffio’ che è anche alla base della radice di thé-os secondo alcuni, per cui un dio sarebbe l’equivalente di uno spirito. Sotto questa luce allora il greco énthe-os doveva significare in origine solo ‘ispirato, pieno di fervore e furore’ senza alcun riferimento all’ardore religioso o altro. Naturalmente la presenza in greco del sostantivo corradicale thé-os ‘dio’ avrà poi fatto sentire tutto il suo peso sul significato dell'aggettivo, piegandolo ad accettare dentro di sé la presenza di un dio e facendogli assumere un significato prevalentemente religioso. C’è poi da aggiungere che io condivido il pensiero di quanti considerano la suddetta radice imparentata anche con quella del greco thý-o ‘ imperversare, sbuffare, esalare, sacrificare, ecc.’ che sostanzialmente ha lo stesso significato come evidenziano anche i derivati thýs-is ‘impetuosità, fervore’, thyás ‘baccante’, thym-ós ‘animo, spirito’ e diversi altri. Non sarebbe dunque azzardato considerare enthe-os una rietimologizzazione della componente -ente di cui parlo nell'articolo Etimologia di it. torr-ente.
Ora, tornando all’abruzzese ‘ntusiasme ‘gonfiore’, bisogna a mio avviso pensare che esso sia null’altro che la materializzazione di quella "forza, tensione, tendenza" che sta dietro anche al concetto di soffio: non per nulla questa parola sfrutta la stessa radice di gonfiore presente nel lat. fl-are ‘soffiare’. Ma c’è anche da precisare che, secondo me, il gonfiore o rigonfiamento non è necessariamente solo quello provocato da aria che viene immessa, soffiando, in un corpo cavo ed elastico: lo stesso spirare, soffiare deve essere inteso, all’origine, come espressione di quella tensione, pressione, spinta che ne provoca il manifestarsi come può provocare, appunto, il manifestarsi di una protuberanza, un’ escrescenza o una tumefazione, parola, quest’ultima che ha alla base il lat. tum-ere ’essere gonfio, inorgoglirsi, infuriarsi, ecc.’, tutti significati che a mio avviso ci riportano alla base di greco thý-o, che io considero semplice variante della precedente. Il greco thým-on racchiude diversi significati emananti da questa radice, in quanto esso significa ‘timo’ (piantina odorosa da avvicinare anche al greco corradicale thýos ‘aroma, profumo, incenso’), ‘cipolla’ e ‘glandula, escrescenza carnosa’.
Concludendo possiamo quindi affermare che il rapporto che corre tra i due significati di it. bernoccolo ‘protuberanza’ e ‘ inclinazione, tendenza, propensione per qualche cosa’ è lo stesso di quello che corre tra abruzzese ‘ntusiasme ‘gonfiore’ e it. entusiasmo, il quale ultimo è effetto della stessa tensione che provoca il precedente . Naturalmente non bisogna credere che la parola abruzzese sia da derivare direttamente da quella greca storica, ma da termine corrispondente di qualche parlata greca preistorica. Lo stesso meccanismo si riscontra nell’ingl. knack ’inclinazione per qualcosa’ da ritenere variante di ingl. knag ‘nodo, nocchio’. Anzi, quest'esempio tratto dall'inglese dimostra che l'espressione in questione non può essere nata con la teoria di Franz Joseph Gall, dato che il parlante inglese non è ricorso ai termini correnti in quella lingua per 'bernoccolo' (lump, bump, swelling) nè al termine simile knag, come dicevo, ma all'altro knack, che attualmente non significa 'bernoccolo' pur avendolo significato, secondo me, in tempi remoti. L'espressione quindi ha a che fare con la natura profonda del linguaggio piuttosto che essere un riflesso di una teoria linguistica, del resto poco nota ai parlanti. Anche l'altra espressione italiana, simile alla precedente, e cioè avere il pallino (della pulizia, della filatelia, della matematica, ecc.) nel senso di 'avere la mania, passione, inclinazione' dovrà essere ricondotta, in ultima analisi, al meccanismo sopra esposto del 'bernoccolo': perchè una stessa idea di 'protuberanza,rotondità' opera all'interno delle due parole. Un'ultima notazione: dopo quanto ho detto, dove va a finire il cosiddetto senso figurato di bernoccolo, visto che il rapporto col senso proprio potrebbe benissimo essere rovesciato se è vero che ambedue sono una diretta derivazione dell'idea primordiale di 'forza,tensione'?

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