sabato 10 luglio 2010

Perchè gli abitanti di Gioia dei Marsi erano chiamati "pesavénde" dagli abitanti dei paesi vicini

Il compianto Quirino Lucarelli[i], al quale i Trasaccani dovrebbero letteralmente innalzare un monumento come lui lo ha innalzato al loro dialetto, alle tradizioni e alle antichità trasaccane con i tre corposi tomi di Biabbà, ci informa che il nomignolo di pesavéndë (pesavento) era appioppato agli abitanti di Gioia Vecchia, Gioia Nuova e Menaforno, tutti centri di un unico territorio comunale, a motivo della estrema meticolosità della gente di questi paesi nei rapporti interpersonali concernenti scambi di beni materiali quali uova, lardo, cereali, ecc. Essi, ad esempio, avrebbero usato anelli di diverso diametro per misurare la dimensione delle uova, nonchè misurini, bilance e bilancini per pesare con estrema precisione i beni oggetti di scambio, per un loro marcato e innato senso della giusta misura da raggiungere ad ogni costo, a tal punto da essere capaci di pesare anche “l’aria e il vento”, come dichiarato apertamente dal loro nomignolo. Il Lucarelli aggiunge anche che a Trasacco il termine pesavéndë aveva assunto il significato di 'giusto, preciso, misurato', facendo intendere che esso sarebbe derivato, nel dialetto trasaccano, dal suddetto nomignolo riservato ai Gioiesi.
Io non sono dello stesso parere del Lucarelli che, d’altronde, non aveva fatto sicuramente degli studi specifici di linguistica e che, comunque, è in buona compagnia perchè sono certo che i linguisti professionisti appoggerebbero la sua stessa posizione, preferendo di solito bearsi della luce superficiale delle parole ignari della possibilità di restarne abbagliati. A mio avviso il termine pesavéndë è da considerare l’esito, per etimologia popolare, di una precedente forma del parlato *pesa-pénde, con il secondo membro direttamente collegato al lat. pendere (pesare) , mentre il primo membro è una forma intensiva volgare pe(n)sare, derivata sempre da lat. pendere. E’ da supporre, quindi, che la voce registri proprio il momento del passaggio dal latino al volgare e che sia nata dalla necessità di spiegare la forma originaria rappresentata da pendere 'pesare', la quale cominciava ad essere incomprensibile e perciò venne sostituita dalla nuova forma. Ma è anche possibile vedere nella parola composta un rafforzamento espressivo del concetto di 'pesare'. Ed è molto probabile che essa, ricorrendo nel dialetto di Trasacco, come accennavo sopra, e forse in altri dialetti lontani da quello di Gioia, come arguisco dal cognome “Pesavento” presente in diversi siti internettiani, vivesse già di normale vita propria, nel lessico di svariati dialetti, e non presupponesse nessun rapporto esclusivo con gli abitanti di Gioia. La forma rafforzata *pesa-pende (pesa-pesa) aveva assunto quindi valore aggettivale con il significato di ‘meticoloso, preciso nel peso’ e simili.
A questo punto si pone il problema del perchè gli abitanti di Gioia, e non altri, meritassero un tale appellativo. E’ infatti a mio parere comprensibilissimo che un soprannome venga addossato per i motivi più diversi, e per questo difficilmente rintracciabili, a questa o quella persona con la quale si condivide l’esistenza nell’ambito di una cerchia ristretta di amici o compaesani, ma mi sembra un po’ più difficile che un nomignolo possa essere attribuito con la stessa spontaneità ad un’intera comunità, diversa dalla propria, la quale presumibilmente è composta di individui che non saranno tutti caratterizzati dalle stesse inclinazioni e dagli stessi stili di vita. La pignoleria dei Gioiesi, negli scambi dei beni, doveva essere a mio parere esattamente la stessa riscontrabile in tutti gli altri paesi dei tempi andati, caratterizzati spesso da estremo bisogno e povertà, sia pure dignitosa. In questo caso è perlomeno probabile che ci sia stato qualcosa di oggettivamente riscontrabile e duraturo nel tempo, riguardante l’intera comunità, a dare il via alla nascita dello stereotipo di cui si parla e a sostenerlo nel suo radicamento. E in effetti, con questa idea precisa nella testa, credo di essere riuscito ad individuare la causa del nomignolo proprio, guarda caso, nel nome antico del paese di Gioia, e ciè il lat. Iugum, o qualcosa di simile. Nome che, tra le sue diverse accezioni come 'vetta, valico montano' annovera anche quella di 'giogo della bilancia, bilancia'. Con un significato di tal fatta, era inevitabile che il nome del paese prestasse il fianco, prima o poi, agli apprezzamenti ironici degli abitanti dei paesi limitrofi, apprezzamenti ai quali un po’ per celia, un po’ per la incontestabile veridicità del nomignolo legato al nome del paese, un po’ in conseguenza della nomea che nel frattempo si andava diffondendo intorno a loro, probabilmente finirono per rassegnarsi gli stessi Gioiesi.


[i] Quirino Lucarelli, Biabbà F-P, Grafiche Di Censo, Avezzano-Aq 2003, p.114 sub v. Gioia, p. 583 sub v. pesavénte.

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