martedì 13 dicembre 2011

A volo d'uccello



La scostante, elitaria e austera scienza etimologica può, come per magia, trasformarsi in una rapida e piacevole planata sulle parole. Riagganciandomi al concetto di “monte, protuberanza” analizzato nel precedente post, in cui ho evidenziato il naturale rapporto che l’uomo preistorico vedeva, dando vita al linguaggio, tra le cose piccole (sasso) e quelle grandi (monte), rapporto che le lingue storiche, ricche ormai di significati specializzati, tendono invece a sfumare se non addirittura a cancellare, invito a riflettere sul significato della voce abruzzese ntusïasme ‘enfiato prodotto da colpo di frusta’(1) in cui, a mio avviso, si stabilisce anche un rapporto tra il piano realistico dei significati e quello latamente spirituale.

Non si può negare infatti che la voce abruzzese ‘ntusïasme corrisponda in pieno, formalmente, a quella italiana di entusiasmo, tratta quasi di peso dal gr. enthousiasmós ‘divino trasporto, entusiasmo, estasi’, voce che sembrerebbe parlare di un dio (cfr. gr. theós ‘dio’, gr. én-theos ‘animato da un dio, frenetico’ da cui gr. enthousiasmos) che è dentro chi prova un eccesso di sentimento, ma che, come ho spiegato in altro articolo, doveva all’inizio significare solo la ‘forza, animazione’ che quel dio, qualunque fosse la sua successiva ipostatizzazione, rappresentava. Il concetto di dio non è altro che una specializzazione di quello di anima alla base del primitivo animismo. Orbene, a quanto pare quella forza che produce l’ eccitazione della mente o dello spirito è la stessa che ha prodotto, nella voce abruzzese, il concreto rigonfiamento (enfiato) della pelle colpita da una frustata, che viene quindi ad infiammarsi e tumefarsi. E’ semplicemente stupendo notare come quella forza/dio iniziale assuma del tutto naturalmente, nel termine abruzzese, le forme di un normale rigonfiamento, il quale avrebbe potuto prestarsi ad indicare anche un monte. A me non è capitato di leggere da qualche parte un toponimo come Monte dell’Entusiasmo ma, date queste considerazioni, non dispero affatto di incontrarlo.

Con tutta semplicità ne consegue, come avrò gia notato in altri articoli, che anche il lat. mente(m) ‘mente, spirito, animo’, gr. ménos ‘desiderio, brama, fervore, forza vitale, ecc.’ debbano essere parenti stretti, oltre che di lat. mentu(m) ‘mento’, anche di lat. monte(m) ‘monte’, sardo monte ‘sasso’ ma anche di ted. Mond ‘luna’, parola che viene erroneamente, come ho mostrato in altro post, riportata ad una radice di ‘misura’ mentre la presenza luminosa della luna nel cielo depone a favore di questa radice che indica l’ eccitazione, anche quella rappresentata dalla luce, tutte espressioni del miracolo della vita che anima la multiforme realtà.

Naturalmente l'abruzzese 'ntusiasme non ci perviene dal greco storico così come noi lo conosciamo ma da una fase linguistica o da un ramo ad esso precedente, anche di molto, in cui quella voce assumeva un valore realistico, molto diverso da quello spirituale che conosciamo benissimo perchè passato intatto in molte delle lingue moderne.


(1) Cfr. D. Bielli, Vocabolario Abruzzese, Adelmo Polla Editore, Cerchio-Aq 2004.

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