Da molto tempo mi dicevo che la
spiegazione che comunemente si dà dell’espressione latina in epigrafe non
doveva essere quella giusta. Infatti l’espressione
si usava, sebbene raramente, anche per l’uomo che certamente non prendeva il velo per gli sponsali e pertanto, almeno
come ipotesi d’avvio, si poteva sostenere che questo suo impiego anche
relativamente all’uomo non era dovuto per forza ad un uso estensivo del verbo
riservato all’inizio esclusivamente alla donna.
Si deve pensare che l’uso di velarsi da parte della donna si sia
generato invece, come è avvenuto in tanti altri casi, a causa di un incrocio della
radice di lat. nubes ‘nuvola’ con quella
che indicava inizialmente solo il congiungersi (cfr. lat. co-nub-ium ‘matrimonio’)
nel vincolo matrimoniale dell’uomo e della donna, col favore di altro termine
simile per ‘fanciulla, vergine,’ il quale contribuì al restringimento del
significato generico di ‘sposarsi’ a quello di ‘prendersi un uomo’ da parte
della donna. Ne è in qualche modo una prova il gr. nýmphe ‘sposa, figlia, fanciulla, nuora’ il cui significato
originario, a mio parere, era quello di ‘ninfa’, giovane divinità che rappresentava,
con diverse denominazioni, i vari aspetti della Natura. Il gr. nympheuo significa ‘mi sposo’ usato
indifferentemente per donne e uomini. Stranamente, ma non tanto, il gr. nymphiáo significa ‘infurio’, come
conseguenza, pensavano i Greci, di un’azione esercitata appunto dalle ninfe
nell’animo e nella mente di un ‘invasato’.
E’ da credere, invece, che questo ‘furore’ non fosse altro che la
‘forza, impeto, turgore, orgasmo’ proprio della Natura nei suoi vari aspetti,
forza che si poteva concretizzare, oltre che nel concetto di ‘furia’ anche in
qualche vegetale come la nympháia
‘ninfea’, pianta acquatica. La
‘tensione’, dunque, espressa dalla base di questa radice, poteva tramutarsi nel
concetto di ‘afferrare, prendere’ come, secondo me, avviene anche nel primo
componente del termine tautologico nymphó-leptos
‘invasato, infuriato’, letter. ‘preso dalle
ninfe’, le quali, poverette, non c’entravano nulla, ma erano semmai anch’esse “prese,
agitate” dalla forza della Natura, in quanto ‘esseri viventi’. In greco moderno, il quale può essere la spia
di una forma parallela e contemporanea a quella classica di nýmphe ed essere quindi non
necessariamente una sua evoluzione, si ha in effetti nýphe ‘sposa, nuora’ con l’assenza della nasale e avvicinamento al
lat. nubes ‘nube, velo’: sarebbe quindi
stato inevitabile che la ‘sposa’ si coprisse col velo nel rito nuziale! L’idea di ‘nube’, diversamente da quanto si
pensa, non scaturisce da una precedente idea di ‘copertura’, ma da quella più
profonda e pregnante di ‘agitazione, eccitazione, movimento’ propria di ogni
cosa sottile che ‘si agita e muove’ come la polvere o il fumo. I termini
spagnoli novia ‘fidanzata, sposa’, novio ‘fidanzato, sposo’ mi sembrano
della partita e fanno nascere il sospetto che la radice indicasse lo stretto legame tra due persone
‘fidanzati, sposi, nuore, ecc.’. L’azione di ‘prendere’, che abbiamo posto
dietro queste radici, è prossima a quella di ‘toccare, attingere’ sì da poter
sviluppare l’idea della vicinanza, attiguità e connessione tra due entità.
Anche il ted. neb-en ‘vicino,
presso’ ce lo fa credere.
A questo punto
io avvicinerei la radice di lat. nub-ere
a quella di ingl. nab ‘acciuffare,
raggiungere’ in riferimento alla semplice azione di ‘prendersi’ una donna (o un
uomo) per sposarla, come secondo me è confermato dal succitato termine tautologico
nymphó-leptos se non si vuole prestar
fede a oronimi come Monte Nuvola (nella
zona di Negrar, Veneto) in cui la ‘nuvola’ prende la forma di un ‘monte’,
perché ha ceduto la sua ‘forza’ all’elevamento, lo slancio verso l’alto. Forza che ritroviamo tutta nel lat. nimbus ‘ nuvola burrascosa, acquazzone,
vento tempestoso, aureola’ e nell’ingl. numb,
be-numb ‘intorpidire’ dal significato originario di part. pass. ‘tolto via,
privato (di sensibilità)’, lo stesso quindi del precedente nab ‘acciuffare’, ingl. nimble
‘agile, svelto’ (da collegare, insieme con numb,
ad a. inglese nim-an ‘prendere’, a.
ted. nem-an ‘prendere’), termini che combaciano
con il primo componente di nymphó-leptos
. E’ superfluo notare che il secondo
componente si ritrova in gr. epi-lepsía ‘attacco, accesso,
epilessia’.
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