Pochi saranno quelli che ignorano, almeno nel centro-meridione d’Italia,
la definizione di scherzosa espressione riservata alla locuzione in epigrafe, come viene classificata in genere da chi se ne è
occupato dal punto di vista linguistico, guardandosi bene, però, dal darne poi
un’etimologia concreta e accettabile.
Dopo
aver individuato l’etimo di dialettale pep-ar-ola ‘asso di coppe’, proprio nel suo primordiale significato di
‘cavità, recipiente, vaso’ nel post precedente L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare[1],
mi viene molto spontaneo collegare il personale Peppe della locuzione di cui si parla (sovrappostosi probabilmente al termine pepe) a quella stessa radice per ‘vaso’,
specializzatasi in questo caso ad indicare il pitale, vaso da notte, orinale, forse per influsso della voce
familiare pipì. Il fatto stesso che si riesca, in base al
ragionamento fatto per pepar-ola, a risolvere quest’altro caso rimasto insoluto per tanto tempo,
credo che abbia il valore di forte indizio, perlomeno, della bontà delle mie
idee. Come diceva Einstein, una teoria è
tanto più valida, quanto più varie sono le cose che collega e quanto più semplici sono le sue premesse.
Il problema, a questo punto,
è rappresentato dallo zi' o zi- iniziale che apparentemente
equivale ad it. zio < gr. theĩ-os ‘zio’, sp. tio ‘zio’, radice che si è
probabilmente incrociata con una variante di greco omerico dō ‘camera, casa’, inteso dagli antichi
grammatici come forma accorciata di gr. dōma ’camera, casa’; ma quasi
sicuramente esso era una forma avverbiale
che significava ‘a, verso (l’interno)’ come la particella enclitica
greca –de, -ze ‘a, verso’ richiamante il latino arcaico endo,
indu ‘in’.
In
toponomastica diverse sono le grotte del tipo Zia Maria, Zia Concetta, Zio
Totò, ecc. i cui nomi credo che raramente possano riallacciarsi veramente a
qualche persona reale. Nel Veneto c’è
anche un Buso (Buco) di Zio, nel bergamasco un altro Bus
del Zio. Nel nostro caso zi, zi- sarebbe, allora,
altro nome tautologico per ‘pitale’, forse collegabile anche alla radice di gr.
diá
‘attraverso’.
La
variante romanesca don Peppino[2]
‘pitale’ è probabile che richiami, nel primo nome, il suddetto gr. dōma
‘camera, casa’ o lo stesso lat. dom-u(m) ‘casa’.
Una gentile lettrice di questo articolo postato su facebook, tale Paola Romano Di Peppe, che vive in Toscana a Foiano della Chiana, mi ha informato che in quel paese lo zipeppe indica lo scaldino per il letto; si tratta sempre di un recipiente (per il fuoco), per il quale è meno calzante, a mio avviso, una definizione scherzosa. Si riconferma, così, il significato generico di fondo di ‘cavità, coppa, contenitore, ecc.’.
Una gentile lettrice di questo articolo postato su facebook, tale Paola Romano Di Peppe, che vive in Toscana a Foiano della Chiana, mi ha informato che in quel paese lo zipeppe indica lo scaldino per il letto; si tratta sempre di un recipiente (per il fuoco), per il quale è meno calzante, a mio avviso, una definizione scherzosa. Si riconferma, così, il significato generico di fondo di ‘cavità, coppa, contenitore, ecc.’.
[1] Cfr il
mio blog pietromaccallini.blogspot.com (agosto 2020)
[2] Cfr.
Cortelazzo-Marcato, I dialetti italiani, UTET,
Torino, 1998 sub voce zipeppe
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