lunedì 25 giugno 2018

Arcipelago: la parola più problematica che abbia mai incontrato.




A prima vista la parola in epigrafe appare di sapore e di forma greca, ma il bello è che essa non esiste nel greco antico; compare in quello moderno ma proveniente dall’italiano “arcipelago” (1815), il quale è la sorgente di irradiazione della parola nelle altre lingue europee.  Ed è strano che la sua più antica occorrenza nella nostra lingua non vada oltre l’inizio dell’Ottocento.  Io non credo affatto, come la vulgata dei linguisti vuole, che il termine sia il risultato di una un po’ troppo libera lettura dell’espressione greca Aigaĩon pélagos ‘mare Egeo’ trasformata in arkhi-pélagos. Il mare Egeo è pieno di isole e pertanto si sarebbe sviluppato il significato di ‘gruppo di isole, arcipelago’ benchè il significato letterale indichi solo un ‘mare (-pélagos) principale (arkhi-)’. Questo arkhi-, presente in molte parole greche, è giunto fino a noi nella forma arci- indicante superiorità, preminenza, se premesso ad un sostantivo come nel termine arci-prete oppure indicante qualità superlativa se premesso ad un aggettivo, come in arci-ricco.

   In latino il termine arcipelago non esisteva perché esso poteva essere sostituito, come avviene tuttora, forse, in diverse lingue extraeuropee, dal plurale di insula ‘isola’, cioè insulae seguito o meno dall’aggettivo indefinito nonnullae ‘alcune’ o aliquot ’alcune’ oppure dal nome proprio dell’arcipelago.    E allora come si risolve il rebus?

    E’ un fatto che moltissime parole di tipo greco sono rimaste nei dialetti, come ho mostrato in diversi articoli del mio blog.  A mio avviso qui si tratterebbe di una parola composta che ha attraversato, all’ombra di qualche oscura parlata, tutta la latinità approdando in qualche dialetto e venendo alla luce in italiano solo nel 1815, secondo il dizionario di De Mauro.   A mio parere i due membri del termine dovevano essere, nelle loro lontanissime origini, tautologici  ed indicare genericamente le ‘isole’, in quanto alture elevantisi sul mare.  Infatti la radice del primo membro doveva essere quella del lat. arc-e(m) ‘rocca, cittadella, altura’ che si riscontra in diversi toponimi come il monte Arci nel Campidano in Sardegna.  Anche il secondo membro trova riscontro nel nome di qualche altura come il monte Pelago nei pressi di Ancona e nelle Alpi  Marittime.  Oltre a ciò un’isola Arki i trova nell’Egeo vicino la più nota Patmos di fronte alla costa turca, e un’isola Pélagos, altrimenti nota come Kyra Panagía, è una delle isole Sporadi settentionali. A non parlare delle isole di Pelagosa o isole Pelagose che formano un piccolo arcipelago croato nell’Adriatico, a nord delle isole Tremiti e delle isole Pelagie tra Malta e la Tunisia. Sotto l’influenza del significato greco e latino di pelago, cioè ‘mare’, il composto finì necessariamente per significare, in un primo momento ‘mare di isole (Arkhi-) e poi ‘mare principale’ secondo i significati dei rispettivi membri del termine nella lingua greca storica.

   Ci sarebbe da dire ancora qualcosa sulla radice di  pélagos ‘mare’, ma mi fermo qui.

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