Mi era sfuggita[1] la
formula del dialetto di Avezzano Fé casciò! con cui si invitava un tempo
un animale da tiro a fermarsi. Il primo
elemento Fé, con la /é / chiusa non mi pare che possa confondersi con
l’altro comando Fèèèh! in uso un tempo nelle nostre parti, con la /è / aperta e,
soprattutto, pronunciata enfaticamente col significato di ‘Fermati!’. Nei nostri dialetti la /é / di it. fermo non è chiusa ma aperta. Gli autori
del libro[2] da cui
prendo l’espressione sono soliti marcare la differenza tra i due timbri della
/e/ sicchè la locuzione nel suo insieme sembra doversi intendere come Fai casciò! e non Fermati, casciò! A Cerchio, ad esempio, la sec. pers. dell’imp. di fare è fé. Ma che cosa sia quel ‘casciò’ mi è stato impossibile appurare, se non allorché ho
messo insieme i due membri e dalla loro fusione
*fecasciò
ho ricavato parole sensate in greco. E
già! perché in effetti Fé casciò ‘fai
casciò’ non è altro che un tentativo di rietimologizzazione rimasto incompiuto,
da parte del nostro cervello, di quello che gli appariva come un gruppo di
suoni completamente opachi alla sua comprensione etimologica, la quale è
un’esigenza profonda della sua condizione.
Ora, tenendo presente che l’espressione è un comando rivolto ad un
animale da tiro e che nell’articolo che ho citato ricorrono due comandi rivolti
ad animali formati da imperativi del verbo greco ékh-ō ‘tener
saldo, avere’ e dalla sua variante ískh-ō, ho potuto dividere l’espressione in due
parti feca e sciò e vi dico subito perché. La seconda parte è un normale sviluppo di un
originario gr. skhéo, sec. pers. imp. medio dell’aoristo forte di ékhō
che qui può valere ‘fermati,cessa, astieniti’; la prima parte è da considerare un
sostantivo la cui radice coincide con quella di lat. vi-a(m) ‘via’< veh-a(m) dal lat. veh-ere ‘trasportare, tirare, viaggiare, (al passivo) andare a cavallo, su carro, ecc.’. Il significato
fondamentale è quello di movimento.
La radice è presente in Grecia con i termini okhé-ō ‘muovere, portare,
cavalcare, viaggiare’ e anche il verbo vékh-ō[3]
‘portare’, col digamma iniziale generalmente scomparso nei dialetti greci, che
qui ho reso con la fricativa sonora /v/
latina. Il sostantivo poteva essere dunque un nome come *vékh-a, gen. *vékh-as
e l’intera espressione suonare *vékhas skhéo traducibile in ’cessa
il traino, il tiro’ o ‘astieniti dal traino, dal tiro’. Se qualcuno, non aduso
a queste parole e pronunce, trova qualche difficoltà nel rendersi conto delle
trasformazioni fonetiche, faccio notare che la pronuncia velare di skhéo passa a quella palatale di sciò come i lat. scio
‘so’ e scienti-a(m)
‘scienza’, pronunciati nel latino classico rispettivamente skio e skienti-a(m), sono ora pronunciati scio (in italiano il termine veramente non
esiste ma esiste scibile) e scienza.
Della bontà
di queste ricostruzioni mi convince, ad esempio, il comando uì! usato per il cavallo quando si vuole che si metta in cammino. Io non so quale sia la spiegazione che ne
danno i linguisti, ma più che al significato attuale di via! (che deriva comunque
da veha
’via’) penserei all’imperativo vehe, incrociatosi poi
con via,
col significato originario di ‘muoviti!, mettiti in marcia!’. Anche L’espressione del dialetto avezzanese
all’inizio doveva significare, genericamente e non rivolta solo agli animali da
tiro, ‘cessa il cammino, fermati!
Per
quanto riguarda l’uso di uì! limitato
al “cavallo”, bisogna convincersi che la parola, nella sua lunghissima storia,
si era incrociata con un’altra dal valore di cavallo, come ho fatto notare nell’articolo citato relativamente ad
altri comandi ed altri nomi di animali.
Quale essa sia non mi viene ora in mente ma potrebbe trattarsi
suppositivamente di parola germanica e specificamente anglosassone, che forse
ho già citato in qualche articolo.
[1] Cfr.
l’articolo Espressioni di richiamo o
comando impartiti agli animali […] del mio blog 2/9/ 14.
[2] Cfr.
Buzzelli-Pitoni, Vocabolario del dialetto
avezzanese, Avezzano-Aq.
[3] Questo
verbo è presente nel vocabolario del Rocci e proviene da iscrizioni.
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