Va’ ffa’ l’ova!
Ingenua espressione eufemistica,
usata talora dai ragazzi o più spesso
dalle ragazze che non vogliono apparire maleducate (questo, in verità, avveniva
un tempo, non oggi in cui certa spigliatezza è considerata un valore aggiunto,
più che una menomazione) nel dialetto di Aielli e forse altrove nella Marsica,
al posto del diffusissimo e volgare vaffanculo. I linguisti pensano che gli eufemismi
nascano dal desiderio, da parte del parlante, di impiegare parole meno crude ed
irriverenti di quelle che solitamente vengono in bocca in questi casi, e fin
qui hanno perfettamente ragione. Essi, però, non hanno ben riflettuto, a mio
parere, sulla genesi di queste espressioni, sul fatto che esse non possono essere
venute improvvisamente in mente a qualcuno che si sia trovato nell’impellente necessità di rimbrottare severamente qualcuno e che siano poi state ripetute
automaticamente da altri. Né riflettono, d’altronde, sul fatto che esse non
possono essere nate a tavolino e messe, per così dire, da parte e
memorizzate per usarle all’occorrenza.
In verità, come ho mostrato in diversi altri casi[1], la
parola o l’espressione eufemistica in genere non nasce dal nulla,
all’improvviso, ma semplicemente ricicla una parola o una espressione esplicita
in uso molti secoli o millenni prima ma che poi, incrociatasi con parole di
significato niente affatto ruvide o pruriginose, si prestano naturalmente a quella
bisogna attenuativa espressa dall’eufemismo. Insomma l’eufemismo è presente, ma
esso è il prodotto, in genere attraverso l’etimologia popolare che spesso fa
miracoli[2], di una
reinterpretazione di materiale linguistico preesistente che, prima di questa
operazione, esprimeva anch’esso direttamente e crudamente le cose.
C’è da notare che spesso, quando si vuole allontanare rudemente qualcuno
che disturba molto, si fa ricorso ad espressioni sessuali o relative a bisogni
corporali come l’it. vaffanculo,
appunto, il fr. va chier ‘vai a
cacare’ l’ingl. fuck off o fuck you ‘vaffanculo, vai a farti
fottere, ecc.’. Il verbo fuck ‘fottere, scopare’ richiama il ted.
fick dich ‘ti fotto, vaffanculo’.
Ora, seguendo questa scia, mi pare che si
possa individuare, dietro il va’ ffa’
l’ova un nucleo iniziale *(fare) lova col significato di ‘fare l’amore’
nel senso di ‘avere un rapporto sessuale, copulare’, significato che si ritrova
nell’ingl. love ‘amore’ ma anche, più
specificamente, ‘copula, coito’. Le uova non c’entrano affatto. Non è un caso, secondo me, se una radice che
mi pare variante di quella del precedente *lova
compare nel lat. lup-a(m) col
significato di ‘prostituta’, in quanto ‘(donna)di piacere,dedita all’amore’,
suppongo. Ma esiste in latino anche
il verbo lub-ere (lib-ere) ‘far piacere, piacere’ oltre al sostantivo
lubidin-e(m) o libidin-e(m) ’voglia, brama, passione sensuale, lussuria, ecc.’.
Questa radice in italiano e in
molti dialetti serve anche ad indicare la ‘fame’ o ‘persone affamate’. Se ci si riflette un po’ sia la fame sia l’amore sono espressione di un forte desiderio, quello che ci spinge
verso il cibo e quello che ci spinge verso l’altro sesso.
[2] Cfr. il
ted. Trampel-tier ‘dromedario”, ad
esempio, dal lat. dromedari-um trasformato
in ‘animale (-tier) che pesta i piedi (trampel-)’.
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