Non c’è linguista che si discosti
dall’etimo che si dà, con estrema certezza, per il termine volgare fica
‘organo sessuale femminile’. Esso viene
collegato al nome del ben noto frutto del fico allo stesso modo in cui il gr. sûk-on vale sia ‘fico’ che ‘vulva’. Ma,
come ho mostrato altrove nei miei articoli, il concetto che sta dietro i vari termini per 'organo sessuale femminile' è quello realistico di ‘buco, cavità’[1]. E anche in questo caso si possono portare
esempi che convalidano la mia asserzione. Si tenga presente la voce fig-aglia ‘piccolo buco’ del dialetto di
Villapiana-Cs. nonché il ted. Ficke ‘tasca, borsa, imboccatura’
che ha qualcosa a che fare, credo, col verbo ted. fick-en ‘scopare, avere rapporti sessuali’ e quello inglese fuck
col medesimo significato. Della stessa
famiglia penso sia il lucano fic-arùl(u), fëc-arilë, calabr. fuc-aruólu ‘sacchetto per il denaro, fatto con pelle di gatto’[2]. Queste
forme sono fatte derivare da un lat. focareŏlus ‘piccolo fuoco’ con la motivazione
che nel sacchetto si conservava anche l’acciarino, voce che però i miei
vocabolari non registrano, e neppure il Du Cange nel suo glossario della media
latinità.
Il mio metodo etimologico mi porta, semmai, a volgere gli occhi alle
voci dialettali come foca ‘tana’ (Collelongo-Aq), fua<*fuga ‘avvallamento del terreno’ (Venere
dei Marsi-Aq), ma anche ‘tana -di volpe, coniglio’ (Zagarolo-Rm). Dalla stessa
radice faccio derivare il lago del Fuc-ino in quanto cavità. Questo fatto sconvolge anche qualche etimo di
termini inglesi come fox-hole ‘tana di volpe (fox-)’. I linguisti inglesi, invece,
come del resto gli altri, dormono sonni tranquilli per questa parola, giacchè
credono che non vi sia nulla di strano in essa, composta da –hole ‘buco, cavità’ e da fox- ‘volpe’. A mio avviso non fanno
cosa saggia. Vado ripetendo da anni,
infatti, che è vano credere che le parole siano state create non molto tempo fa
linguisticamente, e a tavolino, con significati rispondenti precisamente al
referente, qui la ‘tana di volpe’. Oltre
alle parole precedenti col significato di ‘cavità’, nell’inglese dialettale si
incontra anche la voce fogou, fougo[3]
col significato di ‘caverna’, una cavità
dunque. Allora è moltissimo probabile che il composto fox-hole fosse nelle sue lontane preistoriche origini un termine
tautologico con due componenti: la lingua agli inizi aveva bisogno, per
aumentare le parole a sua disposizione circa un determinato concetto, di
ampliarle, naturalmente con membri dallo stesso significato[4]. Quando la Lingua elaborò il meccanismo di mettere
in relazione due parole di cui una era il determinante, l’altra il determinato
del composto, sfruttò moltissimi termini composti tautologici della fase
precedente, anche perché nel frattempo i componenti di quei composti si
incrociavano con termini omofoni ma di significato diverso. Così fox-hole
che aveva il significato unitario e tautologico di ‘caverna, tana’ si
prestò alla perfezione a significare la ‘tana (-hole) della volpe (fox-)’. Non per nulla l’ingl. fox-glove indica la
digitale o digitale purpurea dai fiori penduli tubulari e a grappoli. Essi non sono che ditali, cioè delle cavità
a forma di tubetti. Di fox-
abbiamo già detto, -glove ‘guanto’ è anch’esso un avvolgimento e una sorta di cavità.
Probabilmente esso rimanda al gr. glúph-ein ‘incidere, scavare’, lat. glub-ere ‘levare la scorza’. Anche l’ingl. fox-earth ‘tana di
volpe’ si spiega allo stesso modo. L’ingl.
earth vale normalmente ‘terra’ ma anche ‘tana’,
probabilmente perché incrociatosi con altro termine. Comunque qui a noi
interessa che esso abbia anche il significato di ‘tana’ uguale a quello di fox-. Data l’ampia
casistica di cui sopra credo sia scorretto far derivare queste voci dal
lat. fauc-e(m) ‘gola’, il quale semmai era una
variante della radice fok-, fuck-, presente anche in altre lingue.
Per il gr. sûk-on ‘fico’ e ‘vulva’ che abbiamo
introdotto all’inizio dell’articolo, mi basta indicare, per il significato di
‘vulva’, la radice di ingl. sok-et ‘alveolo’ e della voce del mio dialetto di Aielli rë-séca che non corrisponde all’it. ri-sega nel significato
di ‘brusco restringimento dello spessore di un muro o altro’ ma vale ‘interstizio,
fessura’, un concetto quindi quasi uguale a quello di ‘buco’, con cui si indica
generalmente l’organo sessuale femminile. Stupenda è la voce greca sák-andr-os ‘organo sessuale femminile’ la
quale ci dice che gr. sûk-on ‘vulva’ era variante di gr. sák-os ’sacco’. L’elemento –andr-os qui non richiamava l’uomo, ma semmai un termine come gr. ántr-on ’antro’ che
ci riporta alla cavità. Quindi sák-andr-os in superficie valeva ‘sacco per l’uomo (-andr-os)[5] ma in
profondità solo ‘cavità’, anzi il composto si era già specializzato, prima che
intervenissero gli incroci, ad indicare la vulva
e non genericamente la cavità. E’
tutto meravigliosamente semplice!
[1] Cfr. L’articolo
“Fischia-Fròce”[…] dell’aprile 2011.
[2] Cfr.
Cortelazzo-Marcato, I dialetti
italiani,UTET, Torino, 1998.
[3] Cfr.
vocab. inglese Merriam-Webster.
[4] Composti
tautologici si incontrano anche in italiano, come la voce gira-volta, ma credo siano più numerosi nelle lingue germaniche
come il ted. Giebel-zinne ‘pinnacolo’,
ted. Gockel-hahn ’gallo’, ecc. nei quali ciascun componente autonomamente ha
lo stesso significato rispettivamente di ‘pinnacolo’ e ‘gallo’.
[5] Ma non
ci si accorge che la definizione sa un po’ d’artificio?
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