domenica 27 maggio 2018

La fica


                                                             
Non c’è linguista che si discosti dall’etimo che si dà, con estrema certezza, per il termine volgare fica ‘organo sessuale femminile’.  Esso viene collegato al nome del ben noto frutto del fico allo stesso modo in cui il gr. sûk-on vale sia ‘fico’ che ‘vulva’. Ma, come ho mostrato altrove nei miei articoli, il concetto che sta dietro i vari termini per 'organo sessuale femminile' è quello realistico di ‘buco, cavità’[1].  E anche in questo caso si possono portare esempi che convalidano la mia asserzione. Si tenga presente la voce fig-aglia ‘piccolo buco’ del dialetto di Villapiana-Cs. nonché il ted. Ficke ‘tasca, borsa, imboccatura’ che ha qualcosa a che fare, credo, col verbo ted. fick-en ‘scopare, avere rapporti sessuali’ e quello inglese fuck col medesimo significato.  Della stessa famiglia penso sia il lucano fic-arùl(u), fëc-arilë, calabr. fuc-aruólu ‘sacchetto per il denaro, fatto con pelle di gatto’[2]. Queste forme sono fatte derivare da un lat. focareŏlus ‘piccolo fuoco’ con la motivazione che nel sacchetto si conservava anche l’acciarino, voce che però i miei vocabolari non registrano, e neppure il Du Cange nel suo glossario della media latinità. 

    Il mio metodo etimologico  mi porta, semmai, a volgere gli occhi alle voci dialettali come foca ‘tana’ (Collelongo-Aq), fua<*fuga ‘avvallamento del terreno’ (Venere dei Marsi-Aq), ma anche ‘tana -di volpe, coniglio’ (Zagarolo-Rm). Dalla stessa radice faccio derivare il lago del Fuc-ino in quanto cavità.  Questo fatto sconvolge anche qualche etimo di termini inglesi come fox-hole ‘tana di volpe (fox-)’. I linguisti inglesi, invece, come del resto gli altri, dormono sonni tranquilli per questa parola, giacchè credono che non vi sia nulla di strano in essa, composta da –hole ‘buco, cavità’ e da fox- ‘volpe’. A mio avviso non fanno cosa saggia.  Vado ripetendo da anni, infatti, che è vano credere che le parole siano state create non molto tempo fa linguisticamente, e a tavolino, con significati rispondenti precisamente al referente, qui la ‘tana di volpe’.  Oltre alle parole precedenti col significato di ‘cavità’, nell’inglese dialettale si incontra anche la voce fogou, fougo[3] col significato di ‘caverna’, una cavità dunque. Allora è moltissimo probabile che il composto fox-hole fosse nelle sue lontane preistoriche origini un termine tautologico con due componenti: la lingua agli inizi aveva bisogno, per aumentare le parole a sua disposizione circa un determinato concetto, di ampliarle, naturalmente con membri dallo stesso significato[4].  Quando la Lingua elaborò il meccanismo di mettere in relazione due parole di cui una era il determinante, l’altra il determinato del composto, sfruttò moltissimi termini composti tautologici della fase precedente, anche perché nel frattempo i componenti di quei composti si incrociavano con termini omofoni ma di significato diverso. Così fox-hole che aveva il significato unitario e tautologico di ‘caverna, tana’ si prestò alla perfezione a significare la ‘tana (-hole) della volpe (fox-)’.  Non per nulla l’ingl. fox-glove indica la digitale o digitale purpurea dai fiori penduli tubulari e a grappoli.  Essi non sono che ditali, cioè delle cavità a forma di tubetti.  Di fox- abbiamo già detto, -glove ‘guanto’ è anch’esso un avvolgimento e una sorta di cavità. Probabilmente esso rimanda al gr. glúph-ein ‘incidere, scavare’, lat. glub-ere ‘levare la scorza’.  Anche l’ingl. fox-earth ‘tana di volpe’ si spiega allo stesso modo.  L’ingl. earth  vale normalmente ‘terra’ ma anche ‘tana’, probabilmente perché incrociatosi con altro termine. Comunque qui a noi interessa che esso abbia anche il significato di ‘tana’ uguale a quello di fox-.  Data l’ampia  casistica di cui sopra credo sia scorretto far derivare queste voci dal lat. fauc-e(m) ‘gola’, il quale semmai era una variante della radice fok-, fuck-, presente anche in altre lingue.

   Per il gr. sûk-on ‘fico’ e ‘vulva’ che abbiamo introdotto all’inizio dell’articolo, mi basta indicare, per il significato di ‘vulva’, la radice di ingl. sok-et ‘alveolo’ e della voce del mio dialetto di Aielli rë-séca che non corrisponde all’it. ri-sega nel significato di ‘brusco restringimento dello spessore di un muro o altro’ ma vale ‘interstizio, fessura’, un concetto quindi quasi uguale a quello di ‘buco’, con cui si indica generalmente l’organo sessuale femminile. Stupenda è la voce greca sák-andr-os ‘organo sessuale femminile’ la quale ci dice che gr. sûk-on ‘vulva’ era variante di gr. sák-os ’sacco’. L’elemento –andr-os qui non richiamava l’uomo, ma semmai un termine come gr. ántr-on  ’antro’ che ci riporta alla cavità. Quindi sák-andr-os in superficie valeva  ‘sacco per l’uomo (-andr-os)[5] ma in profondità solo ‘cavità’, anzi il composto si era già specializzato, prima che intervenissero gli incroci, ad indicare la vulva e non genericamente la cavità. E’ tutto meravigliosamente semplice!  
   




[1] Cfr. L’articolo “Fischia-Fròce”[…] dell’aprile 2011.

[2] Cfr. Cortelazzo-Marcato, I dialetti italiani,UTET, Torino, 1998.

[3] Cfr. vocab. inglese Merriam-Webster.

[4] Composti tautologici si incontrano anche in italiano, come la voce gira-volta, ma credo siano più numerosi nelle lingue germaniche come il ted. Giebel-zinne ‘pinnacolo’, ted. Gockel-hahn ’gallo’, ecc.  nei quali ciascun componente autonomamente ha lo stesso significato rispettivamente di ‘pinnacolo’ e ‘gallo’.

[5] Ma non ci si accorge che la definizione sa un po’ d’artificio?

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