mercoledì 10 luglio 2019

Bocca di lupo.






Nel linguaggio marinaresco la bocca di lupo è un tipo di nodo scorsoio, come ho già fatto notare nell’articolo In bocca al lupo! Crepi! ripubblicato nel mio blog nel giugno scorso.  Lì la bocca di lupo la riferivo, secondo il mio ragionamento, alla cavità del laccio teso ad intrappolare qualche animale di passaggio: il lupo lo spiegavo come connesso all’ingl. loop ‘noto scorsoio’ di cui la bocca pensavo fosse, tautologicamente, la cavità.  Ma in realtà dietro il termine bocca si nasconde altra parola inglese, e cioè bow ’arco’ da ant. ingl. boga ‘arco’, simile formalmente a it. bocca. Lo attesta, senza ombra di dubbio, il composto ingl. bow tie ‘farfallino, cravatta a farfalla’ in cui tie vale ‘nodo’ e bow ugualmente ‘nodo’. Infatti ingl. bow indica di solito l’arco, o qualche oggetto sinuoso come la cravatta a farfalla, ma anche un looped knot ‘nodo (knot) scorsoio (looped)’. 

   La radice di ingl. bow ‘arco’ è quella di ted. bieg-en ‘piegare’. In altro articolo la abbiamo vista operare in diverse parole italiane o dialettali.  Il fatto che in inglese il significato di ‘nodo scorsoio’ di bow  appare un paio di decenni dopo il 1500 non vuol dire granchè: le parole, come ho notato altrove, a volte dormono sonni lunghissimi all’ombra di qualche oscuro dialetto, per poi esplodere improvvisamente con un’aria di falsa novità. 

   L’espressione bocca di lupo ricorre in italiano ad indicare in genere un passaggio, una cavità, un cunicolo, un’apertura, a seconda dei contesti: siamo sempre nell’ambito del concetto di “cavità, rotondità” connesso con l’ingl. loop ‘nodo scorsoio, avvolgimento, apertura’. Cfr. il composto tautologico loop-hole ‘feritoia’ in cui è il valore di buco, apertura a farla da padrone nei due membri, anche se loop nell’inglese storico sembra prediligere il significato di ‘avvolgimento, cerchio, anello’.

   Nell’it. bocca-porto si ripete lo stesso cliché con l’idea fondamentale di “passaggio” nei due membri.

  Vi sono poi quelle sottili differenze etimologiche tra il mio modo di spiegare le parole italiane o dialettali apparentemente derivanti  da bocca e quello dei linguisti.  L’it. boccola, it.  boccolo non possono essere riportati spensieratamente a bocca senza riflettere che fondamentale è il significato di ‘avvolgimento,  cerchio’ che opera nella radice di ted. bieg-en ‘piegare’, ted. Bogen ‘arco’,  ingl. bow ‘arco’ e nell’abruzz. vùcch-ëlë ‘campanella per tirare l’uscio’.  Il bocch-ino (per fumare le sigarette, od altro tipo) non deve la sua esistenza ad una supina derivazione da bocca, ma dal concetto di “cavità, cunicolo, passaggio’ e quindi di “cannello” (ma, se possibile, senza l’intervento del significato specifico di ‘canna’) proprio della radice, indipendentemente dal significato specifico di ‘bocca’, la quale in superficie è cosa molto diversa da bocch-ino.  Anche il significato volgare di questo termine (‘fellatio’) deve prendere le distanze da bocca, perché in questo senso il bocchino è qualcosa di diverso dalla bocca, anche se l’atto sessuale che indica si realizza attraverso la bocca: me lo fa capire la voce del dialetto di Trasacco[1] che suona vùcchë  ‘sorso di acqua o di vino’.  Il bocch-ino volgare è quindi null’altro che un ‘sorso’, una ‘succhiata’, come volevasi dimostrare e come poteva già farci supporre l’altro termine volgare con cui si indica, pompa o pomp-ino.  Non chiedetemi l’etimo, perché purtroppo non lo so. So solo che la radice potrebbe indicare, nel fondo, l’azione di spingere, far scorrere se si assimila all’aiellese vuccàta ‘folata, raffica (di vento)’ oppure  ‘ondata (d’acqua)’.  Anche il verbo vuccà[2] signfica ad Aielli ‘spingere, dirigere con energia verso un luogo’. Il fr. vague ‘onda’ nonché il ted. Woge ‘onda’ confermano l’idea di “movimento, spinta”.

    Il sunnominato termine aiellese vuccàta ‘folata’ mi fa supporre che esso sia imparentato con la radice di ted. weh-en ‘soffiare’ ma anche ‘trasportare’ detto, per inevitabile specializzazione, del vento, parola che usa, in forma participiale (*we-nt), la stessa radice ma senza l’ampliamento in *wegh-.    A mio avviso il soffio del vento e il portare o trasportare si incontrano nell’idea di spinta.  Il vucchë ‘sorso d’acqua o di vino’ di Trasacco prsenta anche l forma diminutiva vucch-ìttë ‘sorsetto, goccetto’ ma anche ‘bocconcino, bolo’.  Ci risiamo! Che non ci venga in mente di riportare il termine a bocca!  Un bocc-one a mio parere trova la sua origine nel significato di ‘zolla, globulo, massa compatta, palla, rotondità, ecc.’ e credo che richiami anche l’ingl. wedge ‘cuneo’ (cfr. medio olandese wegge) ma pure ‘zolla, tozzo’.  Ogni parola è un centro di attrazione di molti altri termini e significati.  Nella Lingua nulla è isolato sincronicamente e diacronicamente. 

Pë mmό  dë ppiù nën zaccë.

 Adelante, Pedro, con juicio!
  





[1] Cfr. Q. Lucarelli, Biabbà Q-Z, Grafiche Di Censo, Avezzano-Aq, 2003.

[2] Cfr. G. Gualtieri, La crestonta, Edizioni dell’Urbe,Roma 1984






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