C'è qualcuno che ricorda cosa significasse in passato ad
Aielli "la serpa currë currë"? Io la sentii da ragazzo
questa espressione ma non me ne rammento il significato. Nel dialetto
avezzanese[1] essa
significa 'abbondante urina che si sparge nel terreno compatto e che quindi
avanza a zig-zag come usa fare il serpente'. Nel vocabolario abruzzese di
Domenico Bielli "currë currë" significa, per celia,
'diarrea', ma anche 'impiccione, faccendone'. Ora è chiaro che il
significato iniziale di tutta la locuzione doveva essere quello di qualcosa che
'procede più o meno lentamente, anche se la dia-rrea
di solito è veloce; letteralmente però il suo etimo greco indica un 'procedere,
scorrere attraverso (dià-),
trasudare' senza altre determinazioni. Alcuni vocabolari ne danno l' etimo
errato di 'scorrere velocemente o abbondantemente'. Il significato di
'impiccione, faccendone' sarà derivato da un senso antecedente, volto in
negativo, di 'accorrere (per aiutare), interessarsi a qualcosa o qualcuno',
incrociatosi, magari, col lat. cur-are ‘curare, amministrare, occuparsi’. La "serpa"
corrisponde all'it. serpe, serpente, e questo fatto ha prodotto
l'idea aggiuntiva del 'procedere serpeggiando'. Il serpeggiare , però,è una specializzazione di un primitivo
significato, attestato in lingue ariane, di 'strisciare (procedere
strisciando)' non necessariamente a zig-zag come fa il serpente. Il significato
iniziale, che sta dietro l'espressione "currë currë" del Bielli e quella di
Avezzano, così specializzata, è il semplice 'scorrere'. Non ci inganni l'it.
"correre", che possiede in più la velocità
nel procedere: il lat. per-curr-ere 'percorrere' dice, a chi
sa aguzzare l’ingegno, che il movimento espresso da lat. curr-ere 'correre' inizialmente non era specializzato nel senso della
velocità: si può infatti percorrere uno spazio lentamente o velocemente, a
proprio piacimento. Et voila!
Tonino Maccallini, detto 'i rusce (il rosso)', vecchio
pastore che si avvicina ai 90 anni di età, stasera mi ha gentilmente informato
che con l'espressione "serpa currë currë" ad Aielli si indicava il 'fuoruscire del vino dalla botte' quando si apriva la cannella per prelevarne un po'. Siamo quindi sempre nell'ambito del concetto generale e generico
di "scorrere", come ho fatto notare prima. Questo della "serpa
currë currë" è un caso da manuale e
conferma, come vado sostenendo da molti anni, che dietro i vari e a volte
diversissimi significati specifici che una parola o una locuzione possono di
volta in volta, di dialetto in dialetto assumere, ce n'è sempre uno molto
generico che li comprende tutti, fino ad arrivare a quello originario di
"forza, spinta, anima, vita, ecc.".
Va da sé che espressioni come la
serpa currë currë possono a volte acquisire, in qualche
dialetto, il valore aggiunto di espressioni scherzose
senza che originariamente fossero tali, quando, ad esempio, la voce serpa non indicava il ‘serpente’, ma il
semplice ‘strisciare, scorrere’.
[1] Cfr.
Buzzelli-Pitoni, Vocabolario del dialetto
avezzanese,(senza indicazione dell’editore),Avezzano-Aq, 2002.
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