In alcuni dialetti, anche settentrionali, la voce albero con varianti o
derivati, come àlbera e arbùccë, significano ‘pioppo bianco,
pioppo'. I linguisti, credo tutti quanti,
osservano che il significato di ‘pioppo bianco’, e successivamente di ‘pioppo’
in genere, è nato dall’incrocio del nome con l’aggett. lat. alb-u(m) ‘bianco’. Ed effettivamente il ragionamento sembra fin
qui filare liscio come l’olio. Esso però
improvvisamente comincia a traballare quando si scopre che nel paese di Pero
dei Santi, fraz. di Civita d’Antino, nella Valle Roveto (Marsica) la voce albrë
presenta l’insolito significato di ‘olmo, albero dell’olmo’. C’è forse anche qui da ricercare l’influsso
dell’aggett. lat. alb-u(m) ‘bianco’? Non
mi pare che ciò sia possibile dato che non esiste una varietà di olmo designata
con l’aggettivo suddetto.
Io ho
sempre pensato che questi significati particolari di pioppo e di olmo, non
fossero altro che specializzazioni del termine lat. arbor-e(m) ’albero’, secondo la norma generale della mia linguistica che
vuole che tutte le parole nascondano dietro di sé un significato generico che
ha poi dato origine a quello o quelli specializzati. E questo esempio ne è, a mio
parere, una prova inconfutabile.
Ora, tramite internet, ho scoperto che una
delle voci dialettali per ‘olmo’, nel dialetto emiliano e reggiano (ma anche in
zone della valle del Rosa, in Piemonte) è elber[1],
vocabolo a mio avviso molto simile strutturalmente ad it.
albero, considerato anche il fatto che la prima –e- potrebbe essere l’esito di una primitiva -a- , per quanto io
conosca poco il vocalismo del dialetto emiliano-reggiano, dove però si hanno,
ad esempio, forme come chèrna ‘carne’ o come èlt ‘alto’.
Credo
si possa (o si debba) anche supporre che l’albrë ‘olmo’ di Pero dei Santi-Aq e
l’elber
‘olmo’ di Reggio Emilia non abbiano dovuto aspettare che in epoca storica
arrivasse dalle loro parti il lat. arbor-e(m) ‘albero’ (che non so come oggi si chiami in quel dialetto
emiliano), ma che quella voce, simile o uguale al lat. arbor-e(m) con cui poteva facilmente confondersi (come è avvenuto a Pero
dei Santi-AQ, nella Marsica), esistesse già da gran tempo prima della
romanizzazione, anche se forse essa originariamente era nata come semplice
variante della corrispondente voce latina.
E’
bene ricordarsi che la Lingua è antichissima, molto più delle piramidi
d’Egitto, e che moltissime parole sfidano imperterrite decine di millenni. E’ pertanto facilissimo, se non si va
veramente a fondo, abboccare alle molte trappole che esse, le parole, hanno avuto
modo di tendere, nel corso di un lungo ordine di secoli, nei riguardi di chi
vuole scoprirne l’origine.
Ps.
Tramite internet ho potuto solo appurare
che in romagnolo, varietà dialettale alquanto diversa dal reggiano, l’albero
è comunque chiamato elbere[2],
molto simile al reggiano elber ‘olmo’, come avevo supposto.
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