mercoledì 12 febbraio 2020

Tata-mëlόnë o Tata mëlόnë o Tota mëlόnë.







Tata-mëlόnë, col trattino o meno, è la forma una volta nota nel mio paese di Aielli-Aq.  Indicava un gioco tra ragazzi che per la verità ognuno conosceva nel nome, senza però sapere in che cosa effettivamente consistesse: era evidentemente un relitto di epoche lontanissime che era riuscito a sopravvivere solo nel nome che allora continuava a circolare, ora non più. 

   In internet ho trovato un sito che parla di questo gioco di un tempo che si svolgeva nel Gargano, in provincia di Foggia[1]. Il descrittore di esso, purtroppo con suo linguaggio alquanto sibillino e surrealistico , non fa ben capire i tratti particolari anche se, nel complesso, ne delinea i tratti salienti.  Parla di un gruppetto di ragazzi, addossati strettamente l’uno all’altro che tengono il gioco insieme ad altri ragazzi, mentre numerosi altri assisterebbero seduti per terra.  Tra i ragazzi in prima linea, diciamo così, si svolge una trattativa animata dove compare addirittura un mercante, un sensale, e un venditore, ma di che cosa? Di puledri e meloni, a quanto pare, il tutto tra atteggiamenti fatti di lotta, di grida, e di forza.  Altro non ho potuto estrarre dal racconto, ma vedremo che è sufficiente per trarne delle conclusioni.

   Ora, nel dialetto di Avigliano-Pz esiste l’espressione tota melone che laconicamente viene spiegata come ‘cittadinanza, tutto, afferra melone’.  Va da sé, da quello che dirò, che l’espressione deve essere la stessa di quella di cui ho parlato sopra, anche se al posto di tata   troviamo tota. Dato il significato di cittadinanza della locuzione, si deve senz’altro trattare del termine italico touta che designava, in tempi remotissimi, la comunità, l’insieme dei cittadini di un paese o cittadina: in altri termini la parola aveva la stessa funzione dei nomi attuali di Comune, Municipio[2], riferiti ad una entità politico-amministrativa  locale.  Il termine inoltre è ben noto ai linguisti che sanno che il lat. tot-u(m) ‘tutto intero, tutto insieme, tutto’ è una sua emanazione, confermata dall’altro significato di tota melone nel dialetto aviglianese.  Nel gioco del tata-melone nel Gargano sono presenti, poi, molti ragazzi seduti per terra, i quali dovrebbero rappresentare, secondo me, l’assemblea dei cittadini. Da ricordare la Touta Maruca dei Marrucini (attestata nel bronzo di Rapino-Ch.), un antico popolo italico di lingua osco-umbra il cui territorio comprendeva grosso modo la striscia adriatica fino alla Maiella, dove si insediarono nel I° millennio a.C. Ma c’è da notare che la loro lingua  era evidentemente di molto anteriore.  Lo stesso etnico tedesco, ted. deutsch ‘tedesco’ ‘, col gotico thiuda ‘popolo (in quanto assemblea)’ ne condivide la radice che, a mio avviso, poteva avere anche altre varianti come quella che potrebbe individuarsi nella stessa Teate (Chieti), capitale storica dei Marrucini. A meno che Teate non sia una variante dovuta al  fenomeno di frangimento vocalico, probabilmente già attivo in quell’epoca, tanto diffuso in quell’area fino ai giorni nostri, di un originario *TateIn qualche paese ancora oggi si dice sëànë ‘sano’ (Agnone-Is.), tiòttë ‘tutto’ (Guardiagrele-Ch.). La variante *Tate così andrebbe a corrispondere alla prima costituente del gioco di  tata-melone, diversa da quella di tota melone di Avigliano-Pz. L’ingl. tate nel vocab. Merriam-Webster significa ‘ciuffo, ciocca di capelli’.  Ora, il concetto di “ciuffo” è una specializzazione di quello di “gruppo. Insieme, assemblea’ come ho mostrato in diversi articoli precedenti, a cominciare da Il termine “armento”, e molti altri,[…] presente nel mio blog (marzo 2014). Naturalmente è da mettere in gioco anche la probabilità che la radice di Teate, col significato di ‘comunità, assemblea’, si sia incrociata all’origine, o nel corso della sua storia, con altra radice col valore di ‘colle, monte’.  Il nucleo originario di Teate si trovava su un colle.

  Fino al tempo in cui ero ragazzo, nei paesi come il mio, non esistevano divertimenti legati alla moderna tecnologia. Ci si divertiva facendo qualche scampagnata in montagna o in campagna, d’estate, ma d’inverno l’unica struttura che poteva concedere qualche svago era la cantina e il gioco delle carte, solitamente praticato da persone anziane. I ragazzi dovevano arrangiarsi come meglio potevano, pochi avevano un’ambita bicicletta. Allora era inevitabile che si continuasse a giocare attingendo alla tradizione e agli ingenui giochi popolari, come il salta-cavallo, il cucù, la tana e qualche altro.  Giochi popolari che, come il tatamelone, ci pervenivano veramente dalla notte dei tempi, insieme ai loro nomi che veramente fanno togliere il cappello in segno di rispetto, per la loro antichità: il tatamelone,  ad Aielli e negli altri paesi dove esisteva, era stato praticato e pronunciato in quel modo dai nostri antenati preistorici, già prima che Romolo piantasse la sua capanna sul Palatino.

   Succedeva quindi che i ragazzi di allora, in cerca di divertimento come è naturale e salutare, mimassero le adunanze popolari che dovevano avvenire nelle loro comunità dei primordi e che mettevano in certo senso in subbuglio e agitazione tutte le famiglie. Ecco per quale via si è conservata ed è giunta fino alle nostre orecchie l’espressione tata-melone o Tota-melone .  In queste assemblee preistoriche, tenute generalmente all’aperto, dovevano verificarsi scontri a volte accesi tra fautori di questa o quella fazione, caratteristica che si può ancora notare nel gioco bambinesco del tatamelone ove si assiste ad una sorta di lotta tra venditore e compratore.

    L’elemento    -melone non può essere originario nel significato che oggi ha in italiano.  E infatti esso è probabilmente un termine che sfrutta la stessa radice di it. omelia, il discorso, la predica di qualche prelato ai fedeli riuniti in chiesa.   Interessanti sono i significati del verbo gr. homilé-ein ‘ accalcarsi, adunarsi, venire alle mani, combattere contro qualcuno, occuparsi di, trattare, ecc.’ E’ proprio il significato di trattare che sembra la fotocopia della accesa trattativa tra  venditore e acquirente nel gioco del tata-melone.  Naturalmente, come quasi sempre succede, il nuovo significato italiano di melone entra in gioco in alternativa al puledro da vendere, il quale forse ha subito l’influsso di gr. mêl-on ‘capo di bestiame minuto, pecora, capra’.  Con tutto ciò non si può escludere del tutto la probabilità che dietro la stessa voce mel-όne, riferita ad un frutto pù o meno tondeggiante si nascondesse una radice per ‘gruppo, ammasso, ecc. Il lat. mell-u(m) o lat. mill-u(m) ‘collare per cane’, una rotondità, appunto. E lo stesso lat. mol-e(m) ‘mole, massa, peso’.

    Io sono rimasto stordito e nel contempo  estasiato dinanzi alla vetustà tangibile di tota melone, tata melone: mi farò costruire un quadretto che incornici l’espressione e me la mostri ogni giorno nel mio studiolo, in modo che, quando la leggo, la mia mente possa volare verso quei tempi, starei per dire, antidiluviani e mi allieti nel mio lavoro quotidiano.





[2] Cfr. attraverso Google l’articolo del mio blog (pietromaccalliniblogspot.com) dell’aprile 2014, intitolato Il “municipio” ovvero il concetto di unità […]. 






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