Latina sub velamine verba Italico vel rustico sermone incredibiliter latentia.
Mi sono divertito a scrivere in latino, lingua da
molti anni da me trascurata. Il pezzo è per i latinisti, se ne resta ancora
qualcuno; ne traduco solo il titolo: "Parole latine incredibilmente
nascoste sotto il velo dell'italiano o del dialetto". Si tratta di
espressioni e parole di cui ho già parlato in altri articoli.
Haud facile credideris nonnulla esse vocabula cum rustici
tum Italici sermonis quae, tamquam sub veste nova, pristinas formas Latinas ac
significationes attamen abscondant.
Etenim si intentis oculis illa rustica et quasi obscena
verba « va’ a ccàca!» observas, quae Italice valent «vai via (stupido)!»,quaeqe
non solum in cotidianis Marsicis sermonibus,verum etiam apud alias gentes
nonnumquam audiri possunt, etsi aliquanto mutata (va’ a cacare), et si tenue
velamen Italicae vel rusticae vestis ab eorum superficie removes, magno cum
stupore atque admiratione pura verba Latina subter invenies, id est «va(de)!a-g(e),age,(vade!)»,
quae et Latinae linguae appellationi litterarum antiquae, adhuc in scholis
parum adhibitae etsi ratione et doctrina repertae, fidem addunt.
Facile autem intellegitur verba quae supra memoravimus
minime obscena initio fuisse, sed talia in itinere facta, obsolescente duplice
voce Latina «ag(e), age» in rustico sermone, et plebeio verbo «cacare», simili
sonitu, in eius locum succedente.
Eodem modo explananda igitur rustica vox est «‘ngorë a
ssolë»,id est «incoram solis» et non «in intima solis parte», etiam nunc in mea
parvula patria, cui nomen est Agello, in usu nec non in nonnullis vicis
oppidisque Marsicis, etsi quis iam patrio sermone populo coram uti veretur, o
tempora o mores!
Haud pauca autem in Italico sermone reperiuntur vocabula quibus
lingua Latina sublatet. Si hoc consilio enim Italica verba «amici per la pelle»
intueris, pristinam huius locutionis vestem, mea quidem sententia,facile
invenies,id est «perbelle»,quod valet «perfecte, mirabiliter, optime, et
cetera».
Alia Italica vox «per la quale» cuius vis est
«aptus,conveniens,adaequatus» ad Latinum superlativum «peraequalem» referenda
est,ita ut Hispanica quoque verba «perro viejo», quae hominem rerum humanarum
peritum indicant, a latino superlativo «pervetere» sunt repetenda.
Me iuvat vero extremum exemplum, quasi aliquid luminis in
hoc non aliter atque in superiora infundam, denique afferre, cum mentionem
Italicorum verborum secchia vel secchione faciam, quae sedulissimum
translaticio sermone declarant discipulum non alia de causa quam quod
adiectivum sedulum, in sermone cotidiano mutatum in sed(u)lum, facile cum
nominibus sit(u)lum vel sit(u)lam,rursus postea sicli et siclae, sit confusum.
Quae formae proxime ante Italicos secchio vel secchia fuere, ut mea est opinio,
cum contra vox sedulo a doctis viris in Italicam linguam recentiore scilicet
memoria sit admissa.
Grammatici autem ante hoc tempus mihi neglexisse videntur
has iucunditatis atque utilitatis plenas res et necopinantes his etiam
temporibus in opere perseverare.
Petrus Maccallini
Su consiglio dell'amico Sandro Maccallini propongo questa
traduzione.
Parole latine incredibilmente nascoste sotto il velo
dell’italiano o del dialetto.
Non facilmente si potrebbe credere che esistono parole sia
italiane che dialettali le quali tuttavia nascondono, come sotto una nuova
veste, antiche forme e significati latini. Infatti se si osservano con
attenzione le parole dialettali quasi oscene va’ a ccàca che in italiano
significano ‘vai via, (stupido)!’ e che si ascoltano non solo nei discorsi
quotidiani dei dialetti della Marsica, ma talora anche presso altre
popolazioni, sebbene un po’ mutate nella forma (va’ a cacare!), e se ne rimuovi
il sottile velo della veste italiana o dialettale, con grande stupore ed
ammirazione scoprirai al di sotto di esse veri e propri vocaboli latini, e cioè
Va(de)! Ag(e), age(vade!), parole che attestano (nell’incrocio verificatosi in
dialetto) anche la pronuncia gutturale del latino, la quale ancora oggi è poco
usata nelle scuole, sebbene abbia i crismi della scientificità. Si capisce
quindi facilmente che le parole sopra citate non erano affatto oscene
all’origine, ma lo diventarono strada facendo, cadendo dall’uso la doppia voce
latina Ag(e), age nel dialetto che venne sostituita dal verbo volgare cacare di
simile suono.
Nello stesso modo si deve spiegare quindi la voce dialettale
‘ngòrë a ssòlë che significa, come nel latino incoram solis ‘di fronte al
sole’e non ‘nel cuore del sole’, espressione ancora oggi usata nel mio piccolo
paese di Aielli e in altri della Marsica, anche se taluni si vergognano di
usare il proprio dialetto, o tempora o mores!
Anche in italiano si incontrano non poche parole che
nascondono il latino. Infatti se si osservano con questa intenzione
l’espressione italiana amici per la pelle non sarà difficile, mio parere,
scovarne l’antica veste, ciè il lat. perbelle che significa ‘perfettamente,
mirabilmente, ottimamente, eccetera’.
L’altra espressione italiana per la quale il cui significato
è ’adatto, a modo, adeguato’ è da ricondurre al superlativo latino peraequalem
’molto conforme, pari, all’altezza’ così come l’espressione spagnola perro
viejo’cane vecchio’, la quale indica un uomo esperto delle cose del mondo, è da
ricondurre al superlativo latino perveterem ’molto vecchio’.
Mi piace ancora fare quest’ultimo esempio di italiano
secchia o secchione, come per gettare luce anche sui precedenti esempi. Questi
termini indicano, con linguaggio metaforico, un alunno che studia assiduamente,
e ciò si è verificato per nessun altro motivo se non quello per cui l’aggettivo
latino sedulum ‘assiduo, diligente’, mutato in sedlum nel linguaggio
quotidiano, si confuse facilmente con i termini sit(u)lum ’secchio’ o sit(u)lam
‘secchia, successivamente diventati a loro volta siclum, siclam’. Queste furono,
a mio avviso, le forme immediatamente precedenti a quelle italiane secchio e
secchia, mentre la voce.dotta sedulo è stata introdotta piuttosto recentemente.
A me sembra infine che i grammatici precedenti abbiano
trascurato questi fenomeni pieni di piacevolezza ed utilità, e che senza
pensarci continuano a farlo anche oggi.
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