Incredibile! L’espressione volgare va’ a
ccàca! ‘vai via, vai in malora!’ letter. ‘vai a cacare!’ detto in malo modo, all’origine non aveva
questa carica oscèna. Essa doveva essere
la seguente, in latino: vade; age,age,
(vade)! ‘vai; orsù vai!’.
L’imperativo ag-ĕ del verbo ag-ĕre ’fare, agire, spingere’ si sa che, anche ripetuto, fungeva da interiezione
col significato di ‘orsù, suvvia, ebbene’.
Sicchè la frase dové essere pronunciata dal popolo più o meno così: va(de)
ag’-àghĕ!, o meglio v’ag’àghĕ, inteso, quindi, quando subentrarono i
dialetti italiani come ‘va’ a ccàca’. L’espressione presuppone la sua presenza già
nel latino classico, in cui la lettera –g- di agĕ aveva
suono velare non palatale. Che non si
tratta del verbo latino cac-are ’cacare’ ce lo dice non tanto la ritrazione dell’accento
sulla prima sillaba -ca- (si può usare, in dialetto, anche
la forma italianeggiante va’ a cacà), quanto il fatto che all’imperativo
plurale si ha stabilmente la forma jàt’ a
ccacà! ‘andate a cacare’ e non jat’a ccàca!. Una forma latina dell’imperativo plurale, corrispondente
a quella dell’impertivo singolare, sarebbe stata vadite; agite,
agite, (vadite) ‘andate, orsù (andate)’ la quale non si sarebbe prestata, però, alla
confusione col verbo lat. cac-are.
A Trasacco-Aq nella Marsica la stessa espressione valeva,
metaforicamente, ‘ vai via stupido’ o ‘vattene, perché non servi a nulla’[1]. In altri articoli ho avuto modo di
rintracciare parecchie parole greche nei
nostri dialetti marsicani, sicchè quello stupido
o inetto, incapace dell’espressione
trasaccana mi pare attestare l’incrocio con il gr. kak-ós ’cattivo’, il quale aveva anche il significato di ‘inetto,
incapace, inadeguato’.
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