Ad Aielli ed altrove nella Marsica, a volte
con varianti, le bandijjòlë sono le
convulsioni che capitavano spesso ai bambini.
La forma ‘nfandijjòlë taglierebbe la testa al toro secondo i
linguisti che perciò non esitano nemmeno un momento ad indicare il termine it. infante come origine dell’espressione,
sicchè le convulsioni sarebbero quelle che prendono ai bambini.
Eppure mi pare che bambino dalle nostre parti si dica diversamente, come
uajjulìttë o quatrànë, quatranéjjë, a non voler tener presente il principio
della mia linguistica secondo cui le cose vengono in genere nominate dalla
Lingua per quello che sono (in questo caso appunto convulsioni) e non in riferimento alle persone che ne
soffrono.
Infatti la voce vind-aiùlë ‘convulsioni’ usata a Pescara e altrove ci illumina sul suo
vero etimo che rimanda chiaramente alla radice di ted. wind-en ‘contorcere, avvolgere’, ted. Winde ‘argano, arcolaio,
convolvolo’, abruzzese (nel Bielli) vinn-ëlë ‘arcolaio’ con normale assimilazione nd>nn. Tutte le altre forme dialettali abruzzesi
hanno subito l’influsso del termine italiano infante e hnno fatto credere che questo ne fosse l’etimo. Anche il verbo ted. bind-en ‘allacciare,
annodare’ dà un’idea di “avvolgimento”. La radice di questo verbo presenta la
variante band ‘volume, fascia, cerchio’.
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