domenica 29 marzo 2020

Lë vërënzàlë.


    C’è qualche ragazzo ad Aielli che ancora conosca questo bel termine di genere femminile e numero plurale, asciutto asciutto con le sue /e/ mute e l’esplosione del suono nella /a/ accentata? Spero di sì!   Il suo significato corrisponde all’it. stillicidio, la caduta dell’acqua piovana direttamente sulla terra dalle gronde delle case di una volta, spesso prive del canalino di raccolta che immette in quello che con termine tecnico ora viene chiamato discendente, nel nostro dialetto, invece, canalonë.

   Ricordo che avevo sui trent’anni quando chiedevo ai miei alunni, solitamente provenienti dai diversi paesi della Marsica, il nome, nel loro dialetto, di queste aiellesi vërënzàlë, cercando la conferma dell’idea che nel frattempo me ne ero fatta. Pensavo  che esse provenissero dalla radice di ted. ver-rinn-en ‘scorrere (di liquido o tempo)’, dato che in quella lingua esiste anche il sostantivo Rinn-sal ‘rigagnolo, ruscello’, assonante appunto con le nostre vë-rënzàlë.  Già da allora, ma anche da molto prima, avevo il pallino delle etimologie, e ci rimasi un po’ male quando un ragazzo di Capistrello-Aq mi disse che nel suo paese l’acqua o le gocce che cadevano  direttamente dalle gronde, senza essere incanalate in un discendente, si chiamavano ronzàne o forse (non ricordo bene) usò il sing. ronzàna, che ricorre anche  ad Avezzano-Aq[1] e a Castellafiume-Aq[2] : ci rimasi un po’ male perché con questa voce, assonante con la corrispettiva aiellese, credetti  di individuare l’etimo di aiellese vërënzàlë nel termine gronda < lat. tardo grund-a(m). La velare sonora iniziale /g/ seguita dalla liquida alveolare /r/, infatti, nei nostri dialetti cade in genere senza provocare altri guasti, ma in alcune parole essa si trasforma in fricativa sonora /v/  seguita dalla muta /e/ come nel trasaccano ant. verόtta ‘grotta’. e nello stesso trasaccano vërënz-ànë[3] ‘gronda, senza canale di raccolta, che lascia cadere giù le gocce’.  

    E così anche dopo,  per lungo ordine di anni fino ad arrivare ad oggi, ho creduto in quella supposta origine, che mi era sembrata del resto inoppugnabile. Ma mi sbagliavo.  La spia incontestabile che le cose dovevano essere diverse, e in fondo proprio come avevo immaginato in un primo tempo pensando a radice germanica, è costituita dal suffisso -àlë (-ànë) della parola, che richiama senza dubbio il suffisso tedesco -al  di Rinn-sal ‘rigagnolo, ruscello’ e non è affatto autoevidente che ronzàle  debba intendersi come derivante da gronda, anche perchè più di due terzi finali della parola , e cioè ronzàle corrispondono esattamente a quelli di Rinn-sal, data anche la circostanza della pronuncia come fricativa sonora /z/, nei nostri dialetti,  della fricativa sorda /s/ quando quest’ultima è preceduta da consonanti liquide come /n,r,l/ : insomma da noi un verbo come it. pens-are, ad esempio, viene pronunciato come se fosse scritto penz-are. E anche ammettendo la derivazione di ronzàle da gronda < * grundi-ale?, non si capirebbe bene però il suo eventuale significato di ‘quelle (le gocce?) della gronda’: avrebbe potuto trattarsi anche di tegole della gronda: non è così infatti che opera la Lingua, la quale  indicherebbe in questo caso non si sa bene che cosa!

    Ora,  la radice di ted. rinn-en ‘scorrere’ può essere preceduta dal prefisso ge-  come in ted. Ge-rinn-e  e significare proprio ‘stillicidio, canale, condotto (d’acqua)’. E il gioco così è fatto: in qualche parlata germanica dei tempi più antichi era infatti possibilissima la presenza di un *ge-rinn-sal ‘stillicidio’ anche nella forma, se si vuole, *ge-runn-sal , se si pensa all’ingl. run ‘correre, scorrere’, variante di ted. rinn-en ‘scorrere’.  E’ quindi chiarissimo come il sole che quest’ultima forma si sarebbe incrociata fatalmente col tardo lat. grund-a(m) ‘gronda’, il quale è tardo solo perché appare tardivamente in qualche scritto, ma la sua radice viveva da epoche immemorabili se compare anche nel latino classico sub-grund-a(m) ‘gronda’, sub-grundi-u(m) ’gronda’.   E’ pertanto supponibile che lo stesso verbo it. grond-are, considerato un denominativo derivante direttamente da gronda, sia stato invece messo in moto da termini come *ge-runn-sal ‘stillicidio’ sopra citato, incrociatosi certamente con lt. grund-a(m) .

         Un’altra osservazione di notevolissimo peso  circa la impossibilità della presenza originaria di lat. grund-a(m) ‘gronda’ nell’aiellese vërënzàlë ‘stillicidio’ è il significato di ‘goccia piovana’ della rispettiva voce vrëndzòla  del dialetto di Opi-Aq[4].  Il termine di Opi-Aq ci dice che il significato più antico della parola riguardava le gocce dell’acqua piovana, non specificamente quelle che cadevano dalle gronde sprovviste di canalino di raccolta.  Infatti il significato di fondo del verbo tedesco rinn-en è solo quello di ‘scorrere, correre’, anche se il vocabolo andava specializzandosi pure in quella lingua.  Infatti ted. Rinne vale ‘scanalatura, zanella, gronda’  e ted. Ge-rinne vale ‘stillicidio, canale, condotto d’acqua’.

    Ma, attenzione!  In alcuni dialetti abruzzesi i vërënzànë (Alfedena-Aq) significano ‘i ghiaccioli (che pendono dalla gronda)’.  Come è possibile  questa trasformazione di significato? Si deve supporre che i vërënzàlë debbano essere intesi come quelli della gronda? Certamente ci sarà stato un incrocio, anche se in questo caso si deve tener presente il solito ted. gerinn-en che significava, però, anche ‘coagulare, cagliare’: il ghiacciolo, quindi, non era altro che un coagulo come  nel ted. Ge-rinn-sel ‘coagulo’.  A me pare che questa radice rinn, ingl. run ’correre’ avesse nel fondo il significato di spingere per poter indicare anche il coagulo (dal lat. cog-ĕre<*co-ag-ĕre ‘spingere insieme’). E forse anche il latino tardo grund-a(m) ‘gronda’ di etimologia oscura è un portato di questa radice nel significato di ‘spinta, aggetto (dal muro)’.  E quindi, se così fosse, tutto questo nostro affannarci a distinguere le radici risulterebbe in fondo vano.

      Quest'ultimo significato di 'ghiacciolo' a mio parere taglia la testa al toro, eliminando ogni legittimo dubbio sull'origine del termine dialettale in questione.         

    Suppongo ancora che questi termini di ascendenza germanica non siano stati portati tutti dalle invasioni barbariche, ma che essi dimorassero su suolo italico a partire dalla preistoria.  I molti occhi chiari (verdi o azzurri), di persone abruzzesi e no, stanno a dimostrare a mio parere che sangue germanico circolava nelle nostre vene già prima dell’arrivo della lingua di Roma dalle nostre parti. Una volta, all’università, una ragazza di Roma mi disse: << ma in Abruzzo avete tutti gli occhi chiari!>>.  Evidentemente conosceva altre persone abruzzesi con occhi chiari.   La  cosa è confermata in qualche modo dall’analisi del DNA di ossa umane provenienti dalla Grotta Continenza di Trasacco e risalenti al Paleolitico (14.000 anni fa). Quelle ossa appartenevano ad un uomo dagli occhi chiari!   Quanto è piccolo il mondo, nonostante il tempo trascorso dalla data in cui l’uomo cominciò ad usare la lingua!

 

 



[1] Cr. Buzzelli-Pitoni, Il dialetto avezzanese, (senza indic.dell’editore), Avezzano-Aq .  2002.

 

[2] Cfr. D. Di Nicola, Storia di Castellafiume,Grafiche Di censo, Avezzano-Aq.  2007.

 

[3] Cfr. Q. Lucarelli, Biabbà Q-Z, Grafiche Di Censo, Avezzano-Aq, 2003.

[4] Cfr. D. Boccia, Lessico dei termini geografici del dialetto di Opi(AQ), Torino 2016, Tipografia Monti. Sito web: https://www.academia.edu/31667151/Lessico_dei_termini_geografici_del_dialetto_di_Opi_AQ_?email_work_card=view-paper

                                                  
                                                           

   


4 commenti:

  1. Salve,
    Ammessa in via ipotetica la sua suggestiva linea etimologica, non si comprende perché si parli di "ascendenza germanica" e "sangue germanico". Gli indoeuropei non erano germanici, erano indoeuropei. Il ceppo germanico è una diramazione come le altre, non quella originaria.
    Saluti

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    1. La ringrazio della sua osservazione. Innanzi tutto, però, mi piacerebbe conoscere la sua "linea etimologica", se ne ha qualcuna (senza offesa). Allora, stando alle sue parole, i germanici erano comunque indoeuropei, anche se, o proprio perchè ne erano una diramazione. Ma le ripeto: mi dia concretamente un suo etimo, per favore, in modo che io torni sui miei passi e abbandoni la mia "suggestiva" proposta. Saluti

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