C’è qualche ragazzo ad Aielli che ancora
conosca questo bel termine di genere femminile e numero plurale, asciutto
asciutto con le sue /e/ mute e l’esplosione del suono nella /a/ accentata? Spero
di sì! Il suo significato corrisponde
all’it. stillicidio, la caduta
dell’acqua piovana direttamente sulla terra dalle gronde delle case di una
volta, spesso prive del canalino di raccolta che immette in quello che con
termine tecnico ora viene chiamato
discendente, nel nostro dialetto, invece, canalonë.
Ricordo che avevo sui trent’anni quando chiedevo ai miei alunni,
solitamente provenienti dai diversi paesi della Marsica, il nome, nel loro
dialetto, di queste aiellesi vërënzàlë, cercando la conferma dell’idea che nel frattempo me ne ero fatta.
Pensavo che esse provenissero dalla
radice di ted. ver-rinn-en ‘scorrere (di liquido o tempo)’, dato che in quella
lingua esiste anche il sostantivo Rinn-sal ‘rigagnolo, ruscello’, assonante appunto con le nostre vë-rënzàlë. Già da allora, ma anche da molto prima, avevo
il pallino delle etimologie, e ci rimasi un po’ male quando un ragazzo di
Capistrello-Aq mi disse che nel suo paese l’acqua o le gocce che cadevano direttamente dalle gronde, senza essere
incanalate in un discendente, si chiamavano ronzàne o forse (non
ricordo bene) usò il sing. ronzàna, che ricorre anche ad Avezzano-Aq[1]
e a Castellafiume-Aq[2]
: ci rimasi un po’ male perché con questa voce, assonante con la corrispettiva
aiellese, credetti di individuare
l’etimo di aiellese vërënzàlë nel termine gronda
< lat. tardo grund-a(m). La velare
sonora iniziale /g/ seguita dalla liquida alveolare /r/, infatti, nei nostri dialetti cade in genere senza provocare
altri guasti, ma in alcune parole essa si trasforma in fricativa sonora /v/
seguita dalla muta /e/ come nel trasaccano ant. verόtta ‘grotta’. e nello stesso trasaccano vërënz-ànë[3] ‘gronda, senza canale di raccolta, che
lascia cadere giù le gocce’.
E
così anche dopo, per lungo ordine di
anni fino ad arrivare ad oggi, ho creduto in quella supposta origine, che mi
era sembrata del resto inoppugnabile. Ma mi sbagliavo. La spia incontestabile che le cose dovevano
essere diverse, e in fondo proprio come avevo immaginato in un primo tempo
pensando a radice germanica, è costituita dal suffisso -àlë (-ànë) della parola,
che richiama senza dubbio il suffisso tedesco -al di Rinn-sal ‘rigagnolo, ruscello’ e non è affatto autoevidente che ronzàle debba intendersi come derivante da gronda, anche perchè più di due terzi
finali della parola , e cioè ronzàle corrispondono
esattamente a quelli di Rinn-sal, data anche la
circostanza della pronuncia come fricativa sonora /z/, nei nostri
dialetti, della fricativa sorda /s/
quando quest’ultima è preceduta da consonanti liquide come /n,r,l/ : insomma da
noi un verbo come it. pens-are, ad esempio, viene
pronunciato come se fosse scritto penz-are. E anche ammettendo la
derivazione di ronzàle da gronda < * grundi-ale?, non si capirebbe bene però il suo
eventuale significato di ‘quelle (le gocce?) della gronda’: avrebbe potuto
trattarsi anche di tegole della gronda:
non è così infatti che opera la Lingua, la quale indicherebbe in questo caso non si sa bene che
cosa!
Ora, la radice di ted. rinn-en ‘scorrere’ può essere preceduta dal
prefisso ge- come in ted.
Ge-rinn-e e significare proprio ‘stillicidio,
canale, condotto (d’acqua)’. E il gioco così è fatto: in qualche parlata
germanica dei tempi più antichi era infatti possibilissima la presenza di un *ge-rinn-sal
‘stillicidio’ anche nella forma, se si vuole, *ge-runn-sal , se si
pensa all’ingl. run ‘correre, scorrere’, variante di ted. rinn-en ‘scorrere’. E’ quindi
chiarissimo come il sole che quest’ultima forma si sarebbe incrociata
fatalmente col tardo lat. grund-a(m)
‘gronda’, il quale è tardo solo
perché appare tardivamente in qualche scritto, ma la sua radice viveva da
epoche immemorabili se compare anche nel latino classico sub-grund-a(m) ‘gronda’,
sub-grundi-u(m)
’gronda’. E’ pertanto supponibile
che lo stesso verbo it. grond-are, considerato un denominativo derivante direttamente da gronda, sia stato invece messo in moto
da termini come *ge-runn-sal
‘stillicidio’ sopra citato, incrociatosi certamente con lt. grund-a(m) .
Un’altra osservazione di notevolissimo
peso circa la impossibilità della
presenza originaria di lat. grund-a(m) ‘gronda’ nell’aiellese
vërënzàlë ‘stillicidio’ è il significato di
‘goccia piovana’ della rispettiva voce vrëndzòla del dialetto di Opi-Aq[4]. Il termine di Opi-Aq ci dice che il
significato più antico della parola riguardava le gocce dell’acqua piovana, non specificamente quelle che cadevano
dalle gronde sprovviste di canalino
di raccolta. Infatti il significato di
fondo del verbo tedesco rinn-en è solo quello di ‘scorrere, correre’, anche se il vocabolo
andava specializzandosi pure in quella lingua.
Infatti ted. Rinne vale ‘scanalatura, zanella, gronda’ e ted. Ge-rinne vale ‘stillicidio, canale,
condotto d’acqua’.
Ma, attenzione! In alcuni dialetti abruzzesi i vërënzànë (Alfedena-Aq) significano ‘i ghiaccioli (che pendono dalla gronda)’. Come è possibile questa trasformazione di significato? Si deve supporre che i vërënzàlë debbano essere intesi come quelli della gronda? Certamente ci sarà stato un incrocio, anche se in questo caso si deve tener presente il solito ted. gerinn-en che significava, però, anche ‘coagulare, cagliare’: il ghiacciolo, quindi, non era altro che un coagulo come nel ted. Ge-rinn-sel ‘coagulo’. A me pare che questa radice rinn, ingl. run ’correre’ avesse nel fondo il significato di spingere per poter indicare anche il coagulo (dal lat. cog-ĕre<*co-ag-ĕre ‘spingere insieme’). E forse anche il latino tardo grund-a(m) ‘gronda’ di etimologia oscura è un portato di questa radice nel significato di ‘spinta, aggetto (dal muro)’. E quindi, se così fosse, tutto questo nostro affannarci a distinguere le radici risulterebbe in fondo vano.
Quest'ultimo significato di 'ghiacciolo' a mio parere taglia la testa al toro, eliminando ogni legittimo dubbio sull'origine del termine dialettale in questione.
Suppongo ancora che questi termini di ascendenza germanica non siano
stati portati tutti dalle invasioni barbariche, ma che essi dimorassero su
suolo italico a partire dalla preistoria.
I molti occhi chiari (verdi o azzurri), di persone abruzzesi e no,
stanno a dimostrare a mio parere che sangue germanico circolava nelle nostre
vene già prima dell’arrivo della lingua di Roma dalle nostre parti. Una volta,
all’università, una ragazza di Roma mi disse: << ma in Abruzzo avete
tutti gli occhi chiari!>>. Evidentemente conosceva altre persone
abruzzesi con occhi chiari. La cosa è confermata in qualche modo dall’analisi
del DNA di ossa umane provenienti dalla Grotta Continenza di Trasacco e
risalenti al Paleolitico (14.000 anni fa). Quelle ossa appartenevano ad un uomo
dagli occhi chiari! Quanto è piccolo il
mondo, nonostante il tempo trascorso dalla data in cui l’uomo cominciò ad usare
la lingua!
[1] Cr.
Buzzelli-Pitoni, Il dialetto avezzanese,
(senza indic.dell’editore), Avezzano-Aq .
2002.
[2] Cfr. D.
Di Nicola, Storia di Castellafiume,Grafiche
Di censo, Avezzano-Aq. 2007.
[3] Cfr. Q.
Lucarelli, Biabbà Q-Z, Grafiche Di
Censo, Avezzano-Aq, 2003.
[4] Cfr. D.
Boccia, Lessico dei termini geografici
del dialetto di Opi(AQ), Torino 2016, Tipografia Monti. Sito web: https://www.academia.edu/31667151/Lessico_dei_termini_geografici_del_dialetto_di_Opi_AQ_?email_work_card=view-paper
Salve,
RispondiEliminaAmmessa in via ipotetica la sua suggestiva linea etimologica, non si comprende perché si parli di "ascendenza germanica" e "sangue germanico". Gli indoeuropei non erano germanici, erano indoeuropei. Il ceppo germanico è una diramazione come le altre, non quella originaria.
Saluti
La ringrazio della sua osservazione. Innanzi tutto, però, mi piacerebbe conoscere la sua "linea etimologica", se ne ha qualcuna (senza offesa). Allora, stando alle sue parole, i germanici erano comunque indoeuropei, anche se, o proprio perchè ne erano una diramazione. Ma le ripeto: mi dia concretamente un suo etimo, per favore, in modo che io torni sui miei passi e abbandoni la mia "suggestiva" proposta. Saluti
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