La
spiegazione che solitamente si dà della espressione in epigrafe si rifà ai
tornei cavallereschi medievali in cui, al primo scontro dei cavalieri, qualche
asta poteva rompersi sotto l’urto dei due combattenti: spezzare quindi una lancia, a
favore di qualcuno che magari non poteva difendersi da sé, passò a significare
’prendere le difese di qualcuno’
schierandosi apertamente a suo
favore.
Questo mi sembra, però, un modo indiretto di spiegare il significato di
un termine o di una espressione, a parte la considerazione che ben spesso le
lance non si spezzavano. Questa mia
idea, poi, viene rafforzata, come vedremo, dal fatto che nel vocabolario di
Domenico Bielli il verbo spëzzà assume
anche un significato particolare, quello di ‘innalzare, crescere’[1] il quale
non può ricondursi al normale significato che il verbo solitamente ha anche nei
dialetti, quello cioè di it. spezzare.
Una prima mia supposizione, come ho sostenuto altrove, è che in questo
caso il verbo possa nascondere la radice del tedesco spitz-en ‘aguzzare,
affilare’ e che quindi l’espressione significhi ‘affilare una lancia’, nel
senso dell’espressione italiana affilare
le armi, cioè essere pronti a combattere per difendere qualcuno. Ma anche
la nozione di ‘difendere qualcuno’ mi sembra di troppo, e credo che essa si sia
intrufolata successivamente, quando si cominciò a spiegare la frase col fare
riferimento, appunto, alla magnanimità del cavaliere medievale che spesso, come
sappiamo, prendeva le difese dei deboli.
A mio parere l’espressione, invece, doveva avere un senso compiuto già
di per sé, senza riferimento ai tornei, prima che si cristallizzasse nell’uso
attualmente in auge, apparentemente legato ad essi.
Le lance spezzate, poi, nel medioevo erano dei soldati scelti,
coraggiosi, i quali costituivano la guardia del corpo di un sovrano, di un
nobile o di un potente. Mi pare
piuttosto artificioso riportare l’espressione, anche qui, al rompersi delle
lance nei tornei. Suppongo, pertanto,
che dietro spezzate si nasconda
un latino speci-at-u(m), aggettivo
che però presenta solo il significato di ‘conformato’ dal lat. speci-e(m) ’ aspetto, forma, specie, ecc.’.
Ma l’avverbio corradicale speci-at-im ha il valore di ‘in particolare’ rivelando quindi la stretta
somiglianza con lat. speci-al-e(m) ‘speciale, particolare, selezionato’. Una lancea
*speciata poteva essere dunque, nella tarda latinità,
un ‘soldato scelto, armato di lancia’.
L’espressione, passando all’italiano, dové assumere la forma di lancia *speziata
(come l’it. spezia < lat. speci-em), diventando quindi lancia
spezzata , per l’inevitabile influsso dell’altra espressione spezzare una lancia, di cui sopra.
Ritornando al significato di it. spezzare una lancia si debbono fare, a mio avviso, altre
considerazioni. A me pare, infatti, che
dietro il verbo spezzare possa esserci una radice simile a quella del verbo
ingl. speed ‘accelerare, affrettarsi, passare velocemente,
sfrecciare’ ma anche ‘emettere, scaricare, lanciare’ come nell’espressione to speed
arrows ‘scagliare, lanciare frecce’.
Sempre lo stesso verbo in inglese presenta il significato di ‘far
prosperare, far avanzare’ che non può non essere messo accanto all’abruzzese spëzzà (vedi sopra) nella frase A’ spëzzàtë la vitë [2]
‘E’ cresciuto, sviluppato’, letteralmente ‘ha sollevato, accresciuto il suo
corpo (vitë), la sua persona’. A
mio avviso il verbo speed, nel significato di ‘scagliare’ è simile anche all’ingl. spit
‘sputare’ e al’ingl. spit ‘spiedo’, ted. Spiess
‘spiedo, lancia, asta’. Lo spiedo,
oltre ad infilzare le carni, poteva servire da arma da urto o da lancio,
come la lancia, appunto.
Allora
l’espressione in questione spezzare una
lancia poteva benissimo significare semplicemente ‘scagliare una lancia’
per difendere se stesso o altri, o per semplice divertimento, senza alcun
riferimento ai tornei cavallereschi.
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