Lucciola lucciola.
Lucciola lucciola
vien da me,
che ti darò il pan del re;
pan del re e della regina,
lucciola lucciola vien vicina.
Lucciola lucciola vieni da me,
ti darò veste da re,
veste da re e mantello da regina
lucciola, lucciola piccolina.
Lucciola lucciola vieni da me,
ti darò letto da re,
letto da re e lenzuola da regina,
lucciola lucciola maggiolina.
Questa filastrocca mi
ha colpito per alcune espressioni che richiamano chiaramente, a mio avviso, radici e parole che
indicano la luce o il fuoco. La prima strofe contiene termini già
analizzati negli articoli precedenti.
Nella
seconda strofe si nomina la “veste da
re”, la quale è pari pari il nome della dea latina del focolare Vesta, gr. hestía ‘focolare’, gr. Hestía ‘dea del focolare’; un’altra parola è il mant-ello della regina la cui radice rimanda,
a mio parere, al ted. Mond ‘luna’, ingl. moon ‘luna’, olandese maan ’luna’. Questi termini, in quanto luna, alludono per prima cosa alla luminosità del nostro satellite il quale,
con le sue varie fasi, servì per misurare il tempo nei più antichi
calendari. I linguisti ritengono che la
radice indoeuropea ME- avesse il
valore di ‘misura’, ma questo può valere, a mio avviso, solo per il significato
di ‘mese’, che nelle lingue germaniche è espresso in modo simile come ingl. month
‘mese’, ted. Mon-at ‘mese’. Secondo
me la voce germanica per ‘luna’ passò automaticamente ad indicare il ‘mese’
in questi calendari, dato che il moto di rivoluzione del satellite intorno alla
terra è di circa 29 giorni. Naturalmente ci sarà stato poi un incrocio con la
radice simile per ‘misura’. La radice
avrà qualche rapporto con l’aggett. lat. mund-u(m) ‘pulito, netto, mondo’ e con il sost. lat. mund-u(m) ‘mondo’ che in Manilio è usato col
significato di ‘sole’. Nelle Marche, a
Fano, si incontra il verbo mantà ‘lampeggiare delle luci sul
mare prodotto dai fanali delle barche, dal faro, ecc.’ che è risolutivo. Nella seconda strofe compare anche l’aggett. picc-ol-ina riferito alla lucciola: sappiamo
già, come ho detto in un precedente articolo, che picc-ol-ina è uno dei tanti nomi per la lucciola, che richiama a mio
avviso il gr. pygo-lampís ‘lucciola’
, ingl. bick-er ‘brillare,
vacillare (di luce)’, ecc.
Nella terza strofe si dice che sarà dato
alla lucciola addirittura un letto da
re! Ma come possono nascere simili idee
nella mente di qualcuno che osserva questi animaletti? E’ piuttosto semplice se
dietro la parola letto (lat. lect-um 'letto') riusciamo a
scorgere il ted. Licht ‘luce’, che doveva essere altro nome per il coleottero. E dietro le lenzuola che vengono nominate subito dopo che bisogna vedere? L’it.
lindo, spagn. lindo ‘bello’ nonché il celtico lintz ‘brillante,
rilucente’, seguito dall’altro elemento –ola, che abbiamo incontrato spesso, anche
con sue varianti, negli articoli precedenti.
La mia scorribanda tra le sfiziose lucciole credo che termini qui, ma non si sa mai.
ma non si sa mai.
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