Il concetto di “anima”
Non essendo uno studioso di psicologia mi sono accorto solo ora che Jean
Piaget, famosissimo psicologo e pedagogista svizzero del secolo scorso, aveva già notato che
gli oggetti nominati dai bambini (dai 18 mesi fin verso i 6 anni) sono
considerati da essi in possesso di un'anima.
La mia ricerca linguistica mi ha portato alla consapevolezza che dietro ogni
parola, nel suo fondo originario, giace il concetto di "anima" e
simili. A mio avviso allora, il bambino, parlando, non fa altro che riprodurre
la fase iniziale del linguaggio, quando l'animale uomo riuscì ad entrare in
possesso di quel concetto e ne fece la base del linguaggio: quel concetto,
d'altronde, all'alba del pensiero riflesso, non poteva non combaciare con una
visione viva della realtà, specchio
del sé
che l'animale uomo intuiva al suo interno, segnando così il passaggio
dall'animalità inconsapevole alla umanità consapevole.
Tutte le cose erano animate ma
il fatto che esse cominciassero ad
essere espresse con suoni distinti l'uno dall'altro già introduceva quella
diversificazione necessaria a distinguere, appunto, un oggetto da un altro nel
processo linguistico, altrimenti tutto sarebbe rimasto offuscato nell’unicità
di un significato sempre uguale a sé stesso.
Quell’unico significato di fondo cominciò a diventare per così dire
etimologico (cioè nascosto sotto superfetazioni semantiche successive), dato
che un animale chiamato con il suono sco corrispondeva stabilmente, ad
esempio, ad uno scoiattolo, mentre un altro animale chiamato con il suono ra
corrispondeva stabilmente ad una rana; ora una rana è certamente diversa da uno scoiattolo:
questa consapevolezza, insieme alla diversità dei suoni con cui gli animali
venivano indicati, cominciava a scalfire il senso originario di anima legato a quei suoni e
si cominciò a credere che quel suono particolare sco, tra i tanti altri
relativi agli altri animali, dovesse la sua ragione di esistere al fatto che
indicasse le caratteristiche dello scoiattolo (il suo concetto, insomma) assolutamente peculiari rispetto a quelle di
altri animali, e che non indicasse la caratteristica, genericissima e comune a tutti, tanto da poter diventare
sottintesa ed inutile, in un mondo considerato animistico in partenza: cioè l’anima. Scusate se non sono riuscito ad esprimermi
meglio.
Nessun commento:
Posta un commento