martedì 9 febbraio 2021

“Cròjë” ‘porgere’, un’altra parola interessante del dialetto d’Aielli.

 

Cròjë” ‘porgere’, un’altra parola interessante del dialetto d’Aielli

 

     Stavo rimuginando da alcuni giorni su questa voce cròjë ‘porgere’, che significa anche ‘porgo’ del presente indicativo, e non riuscivo a trovarne una spiegazione.  Faccio notare che non ho trovata la parola nei miei pochi vocabolarietti dialettali, ma  essa dovrebbe apparire senz’altro in qualche altra parlata vicina o lontana. Finalmente l’altro verbo aiellese accrojë-së ‘accorgersi’ mi ha messo sulla strada giusta.

   Ora, l’it. accorgersi deriva dal  lat. volg. *ad-corrig-ĕre, composto dalla prep. ad- ‘a, verso’ e corrig-ĕre  col significato di ‘raddrizzare’ e di ‘correggere, emendare, riparare’.  La radice è quella di lat. reg-ĕre ‘reggere, dirigere, guidare’ che indica il movimento (in linea retta).  Ma questo significato come può essere messo in rapporto con quello di aiellese cròjë ‘porgere’? Ebbene, il porgere non è che un tendere, protendere e, detto familiarmente, un allungare qualcosa a qualcuno magari a portata di mano: dunque siamo  nell’ambito di un movimento.  E si è verificato che il lat. corrig-ĕre ha assunto, nella rispettiva voce aiellese, il significato di lat. por-rig-ĕre ‘porgere, tendere, protendere, allungare, ecc.’, verbo col prefisso por-, alternante con pro, per.   Normalmente la desinenza infinitiva –ĕre della III coniugazione latina in dialetto cade.

    E’ di notevole importanza notare che la forma dell’aiellese cròjë ‘porgere, porgo’ < *crog-ĕre (per metatesi) < *corg-ĕre< corrig-ĕre (come lat. surg-ĕre ‘sorgere’ < *sub-rig-ĕre) presuppone la pronuncia velare della lettera –g- come quella del latino classico e certamente non del latino tardo.  Pronuncia che si riscontra, ad esempio, anche nel nome locale del mio paese di Aielli che suona Aéjjë, non Ajéjjë come dicono a Cerchio e altrove. Nel dialetto di Aielli la consonante –g-  cade, in genere senza lasciare tracce (tranne qualche eccezione come in questo caso dove ha dato –j-, in jélë ‘gelo’ < lat. gelu in posizione iniziale, e in adòjë ‘accumulare’< lat. ad-aug-ēre ’aumentare, accrescere’) quando è tra due vocali, come in fraula ‘fragola’ <lat. frag-ul-a(m) e téula ‘tegola’<lat. teg-ul-a(m). La pronuncia aiellese di questa parola e di qualche altra si può dire che è quella del latino classico, per cui a mio parere è giustissimo quello che il compianto Mario Alinei sosteneva sull’antichità delle forme dialettali, che bisogna considerare anteriori o almeno coeve di quelle del latino classico.

     Una notazione toponomastica: le varie Fonte Regina (una si trova anche a  Cerchio-Aq) presumibilmente debbono il loro nome non a questa o quella fantasiosa regina né all’abbondanza eventuale delle acque ma semplicemente a questa radice che in tedesco ha dato Regen ‘pioggia’ nonché il verbo reg-en ‘muovere, mettere in moto, eccitare’. 

 

     




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