Nei nostri dialetti marsicani la parola όlmë
indica, da un lato, la pianta ben nota il cui nome è dal lat. ulm-u(m) ’olmo’, dall’altro, la persona che
viene lasciata impietosamente senza bere un goccio, nel gioco della passatella,
una volta così diffuso nelle bettole ed osterie. Diverse volte in passato mi sono chiesto il perché di questa parola,
senza peraltro indagare a fondo ma anche senza l’esperienza e il fiuto che
credo di aver sviluppato, specie in questi ultimi tempi, circa alcuni
significati di alcuni termini.
La
parola, nei due sensi, deve valicare abbondantemente i limiti della Marsica e
dell’Abruzzo se si ritrova tale e quale nel dialetto lucano di Gallicchio-Pt., dove
l’espressione (mandare uno) “a ùlmë” significa ugualmente ‘lasciare qualcuno a bocca asciutta nel
gioco della passatella’[1].
Ora,
che c’entra la pianta dell’olmo con
quest’altro significato della parola?
Assolutamente niente, giacchè in questo caso, come in tanti altri, siamo di
fronte all’incrocio di due parole che originariamente non avevano nessun
rapporto sostanziale, tranne la somiglianza, o quasi, dei loro significanti:
del resto la cosiddetta etimologia popolare in questi casi ci va a nozze e compie
miracoli ben più incredibili di quello
che mi accingo a spiegare.
Il
fatto è che, secondo me, il secondo significato (quello relativo alla
passatella) doveva condividere, all’origine, lo stesso significato di gr. érēm-os ‘solitario, deserto, abbandonato’ ma
anche ‘spoglio, privo, ecc.’, termine imparentato con ted. arm ‘povero’, che in
alcuni casi significa proprio privo di. Così un’eventuale e possibilissima variante *orm, *urm
su suolo italico (dove arrivò non so
come) sarebbe caduta fatalmente in
braccio al lat. ulm-u(m) ’olmo’, col
vantaggio che in questo modo avrebbe potuto nascondere la sua, diciamo così,
eccessiva arrendevolezza nei confronti
di estranei. Ma le parole non hanno queste pruderie
degli umani. Inoltre lo scambio l/r
è ricorrente nelle lingue. Se qualcuno dovesse arricciare il naso per il
vocalismo diverso, dovrebbe farlo anche per, ad esempio, ant. alto tedesco anti, unti,
enti, inti tutte forme per la congiunzione italiana ‘e’.
C’è da osservare che la forma laziale ormo (nella passatella) potrebbe essere quella originaria del termine, ma siccome il nome dell’olmo in quel dialetto suona ugualmente ormo è diventato impossibile separare la storia delle due parole.
C’è da osservare che la forma laziale ormo (nella passatella) potrebbe essere quella originaria del termine, ma siccome il nome dell’olmo in quel dialetto suona ugualmente ormo è diventato impossibile separare la storia delle due parole.
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