Ieri ho trascurato il significato
di ‘espellere, esiliare’ che il verbo band-ire presenta, oltre a quello di ‘comunicare, proclamare’ di cui ho
parlato abbondantemente. Ed ho fatto
male, perché il significato di ‘esiliare, espellere’ avrebbe confermato il mio
assunto in merito al significato di fondo della radice, che è, a mio avviso, ‘mandare
fuori, emettere’, basilare sia per il significato
di ‘parlare, proclamare’ sia per quello di ‘brillare, splendere’.
Allora non deve apparire strano collegare il significato di ‘espellere’,
che etimologicamente è un ‘mandare fuori’ < lat. ex-pell-ĕre ‘spingere fuori, esiliare ecc. ecc.’, a quello di ‘parlare,
comunicare’, espressi contemporaneamente dall’it. band-ire. Il significato di mandare in esilio non si è prodotto, come vogliono i linguisti,
attraverso la trafila concettuale di mandare in esilio attraverso un bando dell’autorità,
ma semplicemente e direttamente come un ‘mandare, cacciare fuori’, significato incarnato nella radice ban-, band- sin dall’origine.
Molto illuminante per tutta la questione, ma anche per il modo come si
sviluppano e si specializzano i
significati in genere, è il caso del verbo gr. ek-báll-ein ‘gettar fuori, cacciare, esiliare’
che quando è seguito da un termine come ‘parola, discorso’ assume due
significati in qualche modo tra sé contrastanti, e cioè ‘rifiutare, rigettare,
negare (la parola)’ oppure ‘proferire, pronunciare’: qui vediamo in atto il processo di
specializzazione della nozione originaria di ‘mandare, spingere fuori’, la
quale può portare al significato di ‘espellere, esiliare’, di ‘rifiutare o
negare (una parola), o di ‘proferire, pronunciare’. Oppure a tanti altri
significati possibili, anche se non concretizzati nella lingua greca. E forse
in nessun’altra lingua. Ma la possibilità ci sarebbe stata comunque.
Questo è quanto. Amen.
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