Espressione tipica del nostro dialetto, ma, credo, di tanti altri,
anche fuori dell’Abruzzo. Il suo
significato è: tira un vento (così
forte) che ti porta, trascina via!
In italiano il verbo in-coll-ar(si) ruota intorno ai
significati di appiccicar(si), attaccar(si) denominativi da it. colla.
Nei dialetti esso presenta anche il significato apparente di ‘mettersi sul
collo, sulle spalle’ con quello
aggiuntivo, come nel caso della frase citata, di ‘portare, trascinare via’.
Qualcosa non va. Quando si accumulano più significati apparentemente
diversi, gatta ci cova. In internet ho letto, nel commento di una
facciata del cinema Nuovo Ariston a Moie, in provincia di Ancona, questa frase
che mi sembra scritta in romanesco: quel
non so che de nostalgico comunismo architettonico che te se ‘ngolla! Qui il verbo in questione
dovrebbe avere il significato di ‘che ti rapisce’ nel senso di ‘che ti
affascina’.
Come al solito, io penso che dietro questa apparente derivazione del
verbo suddetto solo dalla parola collo c’è
da fare i conti con un’altra radice, quella del verbo lat. in-vol-are il quale,
oltre ai significati di ‘volare su, precipitarsi, ecc.’ ha anche precisamente
quello di ‘involare, portar via, rubare, rapire’. Ora si dà il caso che il lat. vol-are’volare, correre velocemente’ presentava
all’inizio una labiovelare kw- da cui è derivata la semivocale latina –v-. Tutto quindi combacia a
pennello. Inoltre il lat. coll-u(m) ‘collo, stelo’ potrebbe essere,
come credo, una variante di lat. coll-e(m) allo stesso modo del lat. colu-mn-a(m) ‘colonna, sostegno’.
C’è solo da aggiungere che la radice
*kwoll- di vol-are non è altro, a mio avviso, che una variante di quella che si
ritrova nel lat. coll-e(m) ’colle’,
nell’ingl. hill ‘colle’, nel greco kol-ōnόs ’collina’, lituano kál-nas ‘monte’, la quale si è
specializzata ad indicar una spinta (verso
l’alto), invece di quella che sta sotto l’idea di volare, che si esplica piuttosto in avanti, nell’aria.
Nessun commento:
Posta un commento