San Ciattè.
Nel precedente articoletto ho delineato
la possibilità che il patrono di Pescara, san Cetteo (Ciattè, in dialetto), in
realtà fosse stato una divinità della luce solare nella preistoria. In una passio
ampiamente leggendaria si afferma che san Cetteo, vescovo di Amiterno (VI sec.
d.C.), subì il martirio venendo gettato
con una macina al collo sul fiume Aterno così affogandovi. Miracolosamente il
suo corpo, trascinato dalla corrente, arrivò fino alla foce del fiume a
Pescara, dove fu amorevolmente raccolto e sepolto nella chiesa che poi gli fu
intitolata, cioè la Cattedrale di san
Cetteo.
Ora, mi pare evidente che il nome di questo presunto Santo (perché io
non credo alla sua reale esistenza) deve aver avuto a che fare con quello del
fiume Aterno-Pescara. Si sa che anche la città di Am-itern-u(m) trae il nome da una parola italica
che significava ‘presso (am-)
l’Aterno (-itern-um)’. C’è qualche studioso che sostiene che il
Santo fosse vescovo non di Amiterno ma di Atern-um, cioè di Pescara, così chiamata in latino. Nel periodo imperiale
spunta, per la città, il nome di Ostia Aterni, cioè Foce dell’Aterno. C’è poco da fare, il nome del fiume torna
insistentemente nella passio del
Santo: a mio parere ciò non significa che il Santo fosse stato veramente
gettato nel fiume, ma che il suo nome si era incrociato certamente con quello
del fiume, e soprattutto con quello della foce del fiume, dove fu raccolto.
Infatti, ho sostenuto nell’articolo
precedente che il nome originario della divinità solare (che sta dietro il nome
del Santo) fosse *Luci-attè combaciante con la voce
dialettale abruzzese luci-attè ‘lucciola’. Ma è
possibilissimo che questo nome preistorico della divinità solare si fosse incrociato anche con un’espressione simile a luci
Atèrni, dando come esito luci-attè,
che poteva significare ‘bocca o bocche, foce o foci dell’Aterno’ come subito indicherò.
Nell’articolo intitolato “La dea Angizia,
il suo bosco sacro e l’inghiottitoio della Petogna” (29 novembre 2010) presente
nel mio blog pietromaccallini.blogspot.com
spiegai che il nome Luco del paese di Luco dei Marsi, molto probabilmente rimanda non al bosco sacro della dea, lat. luc-u(m) ‘bosco sacro’ ma alla radice del
ted. Loch
‘buco’, ingl. leak ‘crepa, falla fessura’, it. tec. luce ‘apertura per il
passaggio dell’acqua, bocca’, dialetto trasaccano lëch-ittë ‘piccolo luogo, posticino’ ma anche ‘piccola
buca nel terreno’. Esso insomma era un
altro nome dell’inghiottitoio della Petogna nei pressi di Luco dei Marsi. Citavo anche diversi altri toponimi Luco, luchi da interpretare come ‘cavità’ o ‘bocca’. Naturalmente chi fosse interessato può leggersi
il relativo articolo secondo me molto
interessante.
Riassumendo
e concludendo, mi pare che si possa affermare che san Ciattè di Pescara continuava molto
probabilmente un nome antichissimo, preistorico, di una divinità della luce
solare (o anche lunare), nome che nella
sua lunga storia ha avuto modo di incrociarsi comodamente con il dialettale luciattè
‘lucciola’ e con qualche toponimo simile nella forma, ma con significato
diverso, intessendo così di epoca in epoca la storia leggendaria che ruota
intorno a san Ciattè. Il quale, se anche fosse realmente esistito come
vescovo di Amiterno o di Aternum ‘Pescara’ (ma ne dubito
fortemente, anche in base al suo strano nome che non mi pare ricorra altrove,
oltre che a Pescara) non disturberebbe più di tanto le mie asserzioni,
essendosi incrociato con *Luciattè>Ciattè, nome che esisteva
da molto tempo prima.
*Luciattè poteva essere anche un epiteto
della divinità solare, che individuai sotto il nome di san Zopito, di Loreto Aprutino, non molto lontano da Pescara.
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