Il termine bandi-tore sarebbe un sostantivo derivato dall’infinito band-ire e indicante la
persona che compie l’azione espressa dal verbo. Il quale, secondo gli etimologi, risalirebbe
ad un supposto gotico *bandwj-an ‘fare un segno’, verbo denominale dal sostantivo got. bandwa
’segno’, da cui l’it. bando.
A me francamente questa derivazione
pare un po’ artificiosa, soprattutto perché bandire
in italiano presenta significati che mal si connettono con quello di ‘segno,
segnale’. Un segnale sarebbe dunque il bando
emesso dalle autorità medioevali e diffuso dal banditore? Un altro segnale sarebbe l’annuncio, ad esempio, di
un concorso e la sua diffusione attraverso i mezzi di comunicazione? Certo, in
termini linguistici moderni la parola e la sua comunicazione sono un segno ma non possiamo pretendere di
attribuire questa forma raffinata di conoscenza a chi in antico cominciò ad
usare le parole di cui è questione.
In effetti il bandi-tore dovrebbe indicare, a rigor di termine, non la persona che diffonde materialmente un bando
ma quella che fa, compila, emette il bando:
insomma, nel caso dei signori medioevali, dovrebbe designare il signore stesso che compie l’azione di bandire.
Tutti i sostantivi italiani in –tore si spiegano in questo modo,
come ad esempio, il termine illustra-tore, che indica la persona che illustra, illumina
qualcosa e non quella che propala ad altri queste illustrazioni; o come la
parola costrut-tore, che designa
chi costruisce qualcosa, non colui che, ad esempio, ne diffonde la notizia ad
altri o porta addirittura al mercato l’oggetto costruito per venderlo. Comunque
si insisterà nel dire che il verbo bandire
aveva assunto il significato di diffondere,
far conoscere al pubblico un bando oltre
a quello di fare, indire un bando e la questione sembra
risolversi, ma non tanto, perché attualmente bandire non ha esattamente quel significato ma, semmai, quello più
generico di divulgare, diffondere, e non necessariamente un bando dell’autorità statale. Scusate se sono così pignolo, ma fra poco ne
capirete il perché.
A mio avviso si profila la possibilità che il termine bandi-tore non sia legato mani e piedi alla radice
di band-ire come noi la conosciamo ma alla
radice di sscr. bhana-ti ‘egli parla’,
ant. alto tedesco ban ‘comando,
proibizione’, ant. frisone bon ‘ordine, comando, ecc.’, armeno ban
‘parola’, ecc. ecc. Più in fondo si
arriva alla radice *bhā- ‘parlare, dire’ che coinvolge molte parole greche e
latine, come gr. phē-mí ‘io dico, parlo’, gr. phōnḗ ‘suono,
lat. fari
‘parlare, dire, ecc.’, lat. fa-m-a(m) ‘fama, voce, diceria’, ecc. A me pare che anche la radice *bhā- di gr. phain-ein ‘apparire, brillare’ è la stessa dell’altra *bhā- per
‘parlare’, non diversa. Sempre secondo
la mia linguistica, infatti, il parlare
si configura come un ‘mandare fuori, emettere’ un suono e il brillare, splendere come un ‘mandare
fuori, emettere’ luce o raggi.
Il termine ban-ditore, potrebbe
essere addirittura un composto tautologico, formato dalla detta radice ban
‘dire’ e dalla contrazione del nome di(ci)-tore
dal verbo dire, contratto anch’esso
da lat. dic-ĕre ‘dire’. Il nome così
acquisterebbe una naturalezza e semplicità che fa bellamente a meno della
presenza del gotico bandwa ‘segno’. È
chiaro che quando arrivarono nel Medioevo i bandi
dei signorotti piccoli e grandi la
parola non potè fare a meno di incrociarsi con essi. Ma anche il termine bando, d’altronde, poteva
essere semplicemente una estensione della radice ban relativa alla sfera
del dire, sicchè anch’esso non era altro che un proclama dell’autorità, non un segnale.
In questo modo le difficoltà vengono smussate e il bandi-tore, tornato comodamente
alla radice di band-ire, etimologicamente era un proclamatore anch’egli perché faceva il
giro del paese gridando ad alta voce il
proclama che era stato emanato dall’autorità.
Che le cose stiano così mi viene confermato dalla voce sbannëméndë ’svendita, imbonimento’[1], presente nei nostri
dialetti. Si trattava, come spiega bene
il Lucarelli (testé citato in nota), di “una vendita al pubblico eseguita attraverso
ribassi progressivi di prezzo rispetto a quello di partenza”. Una vendita
all’asta in cui tutti assistevano in silenzio e l’unico
attore per così dire, era l’imbonitore
che, con la sua parlantina sciolta e i
suoi gesti adeguati, esaltava la qualità della merce in vendita, fino a quando uno degli astanti alzava la mano dicendo di
volerla acquistare all’ultimo prezzo offerto.
Ora
il termine s-bannëméndë, con la s-
iniziale intensiva, non è altro che un derivato da band-ire nel significato originario di ‘annunciare, proclamare (ad alta
voce)’: in questo caso l’imbonitore esaltava la qualità della merce messa all’asta, cercando di
convincere in ogni modo i presenti ad acquistarla. Ritorna quindi il significato originario di ban ‘parola’, il cui uso sapiente facilita lo
scopo dell’imbonitore.
E’
veramente incredibile, ma anche quest’ultimo termine di imbonitore a mio avviso non è legato all’aggettivo buono: esso indica un ‘parlatore convincente’,
appunto, al limite anche uno ‘strillone’, provenendo dalla stessa radice ban
‘parola’, nella forma della variante bon cui ho accennato sopra. Si pensi
al verbo gr. phṓné-ein ‘emettere
un suono, parlare, gridare, ecc.’.
In latino il termine per ‘banditore’ era praeco, -onis che valeva anche ‘imbonitore’ e si usava in diversi contesti, compreso quello delle vendite all’asta. L’etimo, a detta di tutti, rimanda alla prepos. prae- ‘davanti’ e alla radice del verbo lat. voc-are ‘chiamare’. D’altronde il riferimento al ‘grido, proclama’ si ritrova anche nell’ingl. cri-er ‘banditore, venditore ambulante’, ingl. bark-er ‘imbonitore, strillone’ (dal verbo bark ’abbaiare, sbraitare, urlare’), ted. Aus-ruf-er ‘banditore’ (dalla prepos. aus- ‘fuori’ più verbo ruf-en ‘chiamare, gridare, ecc.’) e nel fr. crieur ‘banditore, venditore ambulante, strillone’. La lingua francese fa anche una distinzione tra il bando emesso da un’autorità, chiamandolo ban, proclamation, e il bando divulgato dal banditore, chiamandolo appunto criée (come le gride manzoniane!): la lingua qui attua dunque quella distinzione su cui ho insistito sopra a proposito di banditore.
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