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Aielli la voce scrizzë vale solo ‘schizzo’ mentre in altri paesi d’Abruzzo ha
anche il significato di ‘scintilla’.
Scommetto che i linguisti sostengono all’unisono che la /r/ della forma
dialettale sia solo uno scherzo del dialetto, che, chissà perché, si è lasciato
scappar via una consonante di troppo. La forma originaria sarebbe, secondo
loro, l’it. schizzo, considerato oltretto,
onomatopeico, ahimè!
Ora,
dell’origine falsamente onomatopeica di schizzo ho parlato abbastanza in un
lungo articolo, concernente alche altre voci, intitolato Lingue germaniche nella preistoria e presente nel mio blog (4 luglio
2011). Tengo comunque a ricordare che io
non credo nelle onomatopee nella lingua.
Penso
che, se si pon mente all’espressione italiana scherzi dell’acqua, che indica i ‘zampilli’di fontane, poste in
genere nei giardini di case nobiliari nel passato, ci si mette sulla buona
strada per dare una spiegazione
credibile del dialettale scrizzë: non si tratta d’altro che
della radice di it. scherzo, la quale
rimanda ad una forma germanica come quella del medio alto tedesco scherz-en ‘saltellare allegramente, tripudiare’ da cui il ted. scherz ‘scherzo’. Non è molto lontano da questa radice l’ingl. squirt
‘zampillo’.
Si
può quindi pacificamente concludere che il dialettale scrizzë ‘schizzo,
scintilla’ non è dovuto ad una sorta di errore di pronuncia di un precedente schizzo ma alla stessa radice di scherzo.
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