Tutti conosciamo il significato della locuzione in epigrafe, usata per
indicare una notizia di disdicevole o vergognosa per qualcuno, tenuta perciò
ben nascosta, in modo che nessuno ne venga a conoscenza.
Colpisce subito il fatto che questa idea venga espressa in questo modo
figurato così particolare: difficilmente uno la inventerebbe se non vi fosse
indotto in qualche modo.
Il bello è che l’espressione ricorre non solo in italiano ma anche in
francese, nella forma avoir un skelette dans le placard ’avere uno
scheletro nell’armadio’ , nonché in
inglese nella forma to have a skeleton
in the cupboard ’avere uno scheletro
nella credenza’ o to have a skeleton in the closet ‘ avere uno scheletro nell’armadio’.
A parte gli episodi storici francesi (citati da qualcuno) che potrebbero
aver dato il via al significato figurato che sappiamo, l’espressione deve
essersi originata molto tempo prima a causa di un incrocio con fr. squelette o ingl. skeleton di una voce dialettale come *skelt ‘riparo, scaffale’ simile all’ingl. shelf ‘scaffale, ripiano’ (da un precedente *skelf ); la voce dialettale del resto può essere alla base dell’ingl. shelt-er ‘riparo, ricovero, rifugio’, anch’essa
procedente da uno *skelt- quasi uguale alla radice di ingl. skelet-on ‘scheletro’,
termine proveniente dal greco skélet-on ‘scheletro’ .
Concludendo, si può a ragione affermare che dietro l’ingl. skelet-on ‘scheletro’
o il fr. squelette ’scheletro’ ci
poteva essere un termine che significava ‘scaffale’, elemento, appunto, di un
armadio.
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