Certamente pochi sapranno che in
italiano il verbo sperare, oltre al
suo significato più ovvio a tutti noto, ne ha anche un altro molto singolare: ‘osservare
un uovo in controluce per controllarne la freschezza o lo stato di fecondazione’. Nei vocabolari solitamente i due significati
sono attribuiti a due lemmi separati, tanta è la distanza tra loro, ma in fondo
ambedue scaturiscono dalla stessa radice, come spero di poter mostrare.
Per la verità nemmeno io ne conoscevo il secondo significato fino a
pochi giorni fa, quando sono andato a sfogliare il vocabolario di De Mauro, dietro
la spinta del fatto che avevo incontrato i due significati nel libro La parlata di Luco dei Marsi di Giovanni
Proia, sotto la voce sperà. In italiano esiste anche
il sostantivo corrispondente speratura.
Il verbo è
antichissimo, attestato in un periodo indefinito prima del 1320. Numerosi sono i riscontri nei dialetti settentrionali[1]. Per la
sua origine i linguisti indicano
compatti il termine spera (da noi già
incontrato e discusso in un articolo precedente, col suo significato, tra i
diversi, di ‘raggio luminoso’), dato che l’operazione della speratura si esegue anche con un
apparecchio che emette un fascio luminoso sull’uovo. Beati loro che si accontentano di questo,
anche se il solo concetto di “raggio, luce” non può spiegare il nocciolo dell’operazione
che è, nel suo complesso, un osservare
(l’uovo)! La luce certamente interviene ma come fatto piuttosto secondario,
anche se necessario.
Come spesso accade, la spiegazione è lì a portata di mano, ma nessuno se
ne accorge! Il lat. sper-are aveva inizialmente il significato generico di ‘attendere’ sia
cose positive che negative, e l’attenzione non è altro che tendere lo sguardo
verso alcunchè, cioè un osservare, scrutare alcunchè, compreso l’uovo ci
cui si parla. Lo spagn. e-sper-ar
ha mantenuto i due significati di ‘aspettare, attendere’ e di ‘sperare’.
In conclusione si può sostenere che lo sperare e il fare attenzione (e
quindi osservare) possono essere
espressi dalla stessa radice sper-,
che del resto ha altri significati come raggio
(di luce) o irraggiamento, significati
che non esprimono altro che la natura della
luce e dei suoi raggi che si espandono verso
oggetti vicini e lontani.
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