Nessuno, a mente sana, potrebbe
mai pensare che il termine guarda-roba
indicasse, in un certo periodo della sua storia, almeno nella lingua inglese (garderobe)
e in quella francese (gardrobe), quello che
successivamente si chiamò in inglese watercloset
‘gabinetto (per i bisogni naturali)’; e,
per la verità, significò anche stanza da
letto oltre, naturalmente, a stanzino,
armadio, ripostiglio per i capi di abbigliamento, come in tutte le diverse
lingue europee, credo, in cui questa
parola appare. L’inglese, che mutuò il termine
dall’antico francese, presenta anche la forma wardrobe.
Comunemente i linguisti sostengono che l’etimo del termine è dato dalla
radice del verbo francese gard-er ‘ serbare, mantenere, custodire) e da quella del fr. robe
‘ veste, toga’, sicchè il guardaroba,
sin dalle origini, non sarebbe altro, letteralmente, che ‘(qualcosa) che
conserva, custodisce i vestiti’. La radice di gard-er a sua volta risaliva al
franco wart-ōn ‘fare attenzione’ ed è la stessa del ted. wart-en ‘attendere, aspettare’.
A questo punto, però, si può, anzi si deve, tirare in ballo l’altra
radice germanica presente nell’ingl. gard-en ‘orto, giardino’ e nel lat.
hort-u(m) ‘orto’ col valore di
‘recinto’. Ora, questa idea di “cingere”
può servire ad indicare alla perfezione sia una stanza o una casa (cfr. gotico gards
‘casa’) le quali sono come vestiti
che avvolgono, riparano e custodiscono
le persone, sia appunto un recipiente, un baule, una cassa che custodisce i
vestiti stessi. Anche l’elemento -roba poteva significare tautologicamente
la stessa cosa significata da guarda-, cioè recinto, cavità, recipiente, baule.
In effetti il francese robe
‘vestito’ è in rapporto con una radice che fin dall’inizio nelle lingue
germaniche indicava sia il ‘bottino’ sia un ‘indumento, vestito’.
Purtroppo non ricordo in quale dialetto meridionale la voce roba ha il significato di ‘casa’ o forse
‘casupola’.
Nessun commento:
Posta un commento