Nel significato di ‘ruota dentata’ possiamo credere che il nome si sia
generato quando arrivò in Gran Bretagna la leggenda di Santa Caterina di Alessandria
d’Egitto (III-IV sec. d.C.), sottoposta secondo la tradizione al supplizio
della ruota dentata, fatta apposta per lacerare le carni e frantumare le ossa
del condannato. Ma nel significato di ‘finestra rotonda con colonnine separatrici
come i raggi di una ruota’ che ci azzecca (per dirla alla Di Pietro) la ruota
di Santa Caterina? E che ci azzecca il significato di ‘dollaro d’argento’, ma
anche di altre monete in Gran Bretagna? Il nome della povera e spiritualissima
Santa (probabilmente, però, mai esistita) finito ad indicare il vile denaro, la
moneta sonante! E che ci azzecca il
significato di ‘girandola’, la ruota dotata di fuochi d’artificio che gira
vorticosamente nelle feste ad allietare i presenti o magari una processione che
passa? Sarebbe
addirittura una allegra e irresponsabile profanazione del nome Santa se, in
questo caso, Caterina richiamasse effettivamente lei! E, stranezza delle stranezze, che
ci azzecca la Santa col significato di ‘capriola laterale con cui un atleta (ma
anche un ragazzo dotato di agilità) compie un ribaltamento del corpo, facendolo
ruotare mentre si appoggia con le mani
sul pavimento e tenendo i piedi in movimento verso l’alto e poi verso il basso?
È forse la Santa una protettrice degli atleti o fu una ginnasta essa
stessa? Mistero della lingua che non ha
ricevuto dal nome di nessun altro Santo
altrettante motivazioni per poter esprimere concetti diversi, anche se
tenuti insieme dall’idea di fondo di “rotondità e movimento circolare”. Eppure questi termini riferiti a Caterina,
non la gratificano nemmeno dell’appellativo di Santa!
Di conseguenza, e dato per scontato da parte mia che un termine uguale o
simile a Catherine o Catharine
per ‘rotondità, ruota’ doveva esistere prima della morte della Santa, si deve
pensare che anche il significato di ‘ruota dentata’, il quale fa riferimento al
supplizio della Santa in questione, si
sviluppò da un nome precedente già esistente
nella lingua. Dirò di più: azzardo l’ipotesi che il catherine-wheel
‘dollaro (ma anche altre monete in Gran Bretagna)’, letteralm. ‘ruota (-wheel) di Caterina’, possa avere a che
fare con l’it. quattrino, riferito a
monete di piccolo valore nei vari sistemi di monetazione vigenti nei vari stati
italiani prima dell’unità. Naturalmente
in questi stati il nome aveva sempre il valore di quattro (sodi, denari) o di quarta parte come nel Regno di Napoli,
in cui era appunto la quarta parte del grano. Una diffusione così vasta mi fa appunto supporre che il termine fosse
antico, magari vivente nel linguaggio parlato, col valore di moneta (di metallo).
Siccome il catherine-wheel ‘dollaro
d’argento’ è noto anche come cart-wheel ‘ruota di carro (cart-)’ presumo che dietro cart-
possa esserci stata una forma *catr- richiamante quella di cather-ine. Per quanto riguarda la
lacerazione delle carni e la frantumazione delle ossa del condannato al
supplizio della ruota dentata, faccio notare che in greco esiste il
termine kata-rrínē 'lima' (similissimo a Caterina) e il verbo derivato kata-rrinà-ein che
significa 'limare, assottigliare' che richiama naturalmente il triturare e frantumare della famosa ruota cui fu condannata Caterina, ruota che
miracolosamente si ruppe (invece di rompere
le ossa della Santa) lasciando illesa Caterina: ad Aielli esistevano
mandorle chiamate di santa Catarina
che avevano un guscio tenero e, per così dire, friabile sotto una piccola
pressione: altro che santa! Solo che anche questo termine era entrato
evidentemente nell’ambito dei fatti leggendari della santa: come? per il semplice tramite della
radice che indicava il dirompersi, il rompersi, il triturarsi e così via.
Ciliegina sulla torta. Vi racconto una storiella legata a questa
radice. Sotto la voce quatréjjë[1] Il
Lucarelli riporta questa storiella: “Era così chiamata l’irritazione che le
ragazze si provocavano per gioco su di un braccio, su di una gamba o su altra
parte del corpo, tramite l’applicazione di una foglia del cosiddetto tëtëmajjë, Questa è un’erba selvatica
del tipo della saponaria, che emette lattice urticante ed irritante della
pelle. C’era la credenza che, a seconda dell’ampiezza e profondità della piaga che si
formava, la ragazza aveva la certezza se il ragazzo di cui era innamorata la
pensasse o l’amasse e quale fosse l’intensità del suo amore”. Ora, è
chiaro che questa credenza non è nata dal nulla o dall’inventiva di qualche
ragazza stimolata dai fumi dell’amore,
ma che essa si è sviluppata, pian pianino nel corso dei secoli e
millenni, a partire dal termine stesso di quatr-éjjë <quadr-ello il quale poteva essere addirittura un nome per lo stesso tëtëmajjë
< gr. tithý-mall-os, pianta erbacea con fusto eretto, che non appartiene al genere Saponaria bensì a
quello dell’Euforbie, ma comunque con le proprietà urticanti di cui il
Lucarelli parla. L’irritazione sulla pelle da esso prodotta calza a pennello col
significato di gr. kata-rrínē ‘lima’
e quindi, con il termine trasaccano quatr-éjjē dal significato probabilissimo di ‘irritazione, piaga’ anche se questa radice catr- non collima alla perfezione con quella de precedente kata-rrínē: poteva trattarsi di
variante, confusa con l’altra come potrebbe indicare la stessa –r-
raddoppiata. Cosa più interessante ancora in questa storiella è il
coinvolgimento non marginale in essa del
ragazzo
di cui la ragazza era innamorata:
quatr-anë è termine marsicano-abruzzese per
‘ragazzo’ di cui parlo più sotto: la radice è uguale a quella del quatr-èjjë in questione e a quella simile di aiellese-trasaccano
quatr-asc-onë ‘adolescente, ragazzo’ detto
tra il serio e il faceto, afferma Lucarelli. Che quatr-éjjë < *quatr-éllo avesse questo significato è confermato indirettamente anche
dalla forma abruzzese quatr-àlë[2]
‘ragazzo’, altra variante di quatr-ànë ‘ragazzo’ proveniente, forse, dall’incrocio di *quatr-éllo > quatréjjë con la forma quatr-ànë.
I vari significati del
trasaccano quatréjjë si sono potuti conservare attraverso
il tempo proprio grazie al persistere di questa storiella, altrimenti sarebbero
andati irrimediabilmente per duti: così, come succede nel mito, parole e
significati di tempi immemorabili, arrivano intatti fino a noi.
Ad Aielli-Aq (ed altrove) u quatréjjë ‘il quadrèllo’ era la ‘lima’ che corrisponde all’it. quadrello.
Solo che l’etimo che se ne dà nel vocabolario del De Mauro indicherebbe
la sezione quadrata dello strumento:
io però ho l’indiscutibile vantaggio di indicare la funzione principe, direi la
natura, di esso. Non solo. Il quatréjje
che possedevamo a casa era a tre facce, come d’altronde dice anche M. Marzolini[3], per il
dialetto di Rocca di Botte-Aq. Così anche le divine quadrella lanciate da Apollo contro i Greci, nella traduzione di
Vincenzo Monti, che leggevo alla prima media, non debbono il nome alla sezione
quadrangolare ma alla natura di frecce,
punte atte a dilaniare penetrando
nella carne. Ecco spiegato il motivo per
cui non manca quasi mai una spada nell’iconografia
di santa Caterina, che sarebbe la spada con cui, nella leggenda, fu
decapitata.
Inoltre la caterinetta è uno
strumento per fare cordoncini tubolari, simile a un rocchetto di forma grosso
modo cilindrica, chiamato anche mulin-ello o mulin-etto, che è tutto dire. Ci risiamo col
concetto di “rotondità e rotazione”.
Anche se il nome viene associato a quello di catarinetta che in Piemonte indica una ragazza che frequenta una
sartoria, nome accostato, insieme al fr. catherin-ette ‘donna giovane, non sposata’, alla Santa di cui si parla (e
ti pareva!), che rifiutò di sposarsi. Anche gli appartenenti alla setta eretica dei Catari, però, rifiutavano sdegnosamente il coito e il matrimonio,
strumento di Satana. E molte altre Sante avevano rifiutato di sposarsi perché dedite
al loro unico e vero sposo Gesù. Evidentemente si trattava di un clichè spesso
applicato nelle agiografie delle Sante. Ma in questo significato di ‘giovane
donna’ potrebbe avere un’origine ben diversa accostabile, a mio avviso, a
quella dello sfuggente abruzzese quatr-ànë e quatr-àna ‘ragazzo’ e ‘ragazza’,
termine che non si riesce ad inquadrare in qualche modo, ma che io penso abbia avuto
a che fare, all’origine, con qualche significato vegetale come rampollo, pollone e simili, parole usate anche per indicare animali e uomini giovani.
La càtera in alcuni dialetti indica il frutto della mandorla ancora verde,e quindi tenero, buono da mangiare. Che il nome derivi dal fatto che esse cominciano a mangiarsi intorno al 30 aprile, festa di Santa Caterina non è credibile, perché abbiamo visto sopra che la mandorla di Santa Caterina ad Aielli indicava una mandorla tenera e friabile, anche quando era pienamente matura (intorno a giugno-luglio). Inoltre suppongo che la voce càtera dovesse indicare anche il frutto stesso del mandorlo, una drupa ovoidale allungata, esprimibile attraverso una radice, come quella in questione, che, tra i diversi significati assunti nel corso del tempo, aveva soprattutto quello di ‘rotondità, ruota, nucleo, chicco’.Lo conferma la parola arcaica con componenti tautologiche, italiana ma anche abruzzese, catra-fosso ‘fosso profondo, burrone’: una cavità, dunque, non importa quale significato specifico essa presenti. Questo è quanto.
La càtera in alcuni dialetti indica il frutto della mandorla ancora verde,e quindi tenero, buono da mangiare. Che il nome derivi dal fatto che esse cominciano a mangiarsi intorno al 30 aprile, festa di Santa Caterina non è credibile, perché abbiamo visto sopra che la mandorla di Santa Caterina ad Aielli indicava una mandorla tenera e friabile, anche quando era pienamente matura (intorno a giugno-luglio). Inoltre suppongo che la voce càtera dovesse indicare anche il frutto stesso del mandorlo, una drupa ovoidale allungata, esprimibile attraverso una radice, come quella in questione, che, tra i diversi significati assunti nel corso del tempo, aveva soprattutto quello di ‘rotondità, ruota, nucleo, chicco’.Lo conferma la parola arcaica con componenti tautologiche, italiana ma anche abruzzese, catra-fosso ‘fosso profondo, burrone’: una cavità, dunque, non importa quale significato specifico essa presenti. Questo è quanto.
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