Nell’articolo precedente Catherinewheel e i suoi vari significati,
presente nel mio blog (19 giugno 2020), abbiamo dato alla radice catr-, catera anche il valore di ‘cavità,
rotondità’ e quindi anche di ‘fosso, burrone’ come nella parola in epigrafe composta
di due membri tautologici. Questo fatto
mi offre l’occasione di fare alcune riflessioni generali di qualche importanza.
Nella suddetta parola la componente catra-
è a mio parere equivalente al latino quadr-u(m) ‘quadro’, oggetto di forma quadrata o anche rettangolare. E come mai è possibile ciò? Cominciamo col
riflettere che la radice di lat. quattuor ‘quattro’ non indica di per
sé qualcosa di quadrato, ma semplicemente una precisa quantità numerica riferibile a qualsiasi cosa, diversa da tutte le
altre quantità numeriche. Se pensiamo al
significato di it. quadro ‘pittura quadrata o rettangolare’ può saltarci all’occhio
che esso, con la sua cornice, è sostanzialmente un’intelaiatura, la cornice, che
gira intorno a ciò che essa contiene, il dipinto:
un quadrato, in effetti, può essere
considerato anch’esso una rotondità anche se certamente non perfetta. Ma gran parte di questa differenziazione
alquanto stridente, tra una rotondità
e un quadro o quadrato è dovuta, se ci si riflette, al fatto che la geometria si
è appropriata di questi termini, compreso quello di rotondità, cerchio, sfera, e ne ha fatto le figure tra loro distinte
che conosciamo. Sicchè i significati
primordiali legati ad esse sono scomparsi. La Lingua, l’ho mostrato diverse
volte, procede per generalia e generalissima e quindi, come ho mostrato
tempo fa, se deve nominare una pietra o un sasso usa, come a Lecce dei Marsi,
il termine pall-ùttë, derivato da palla o anche abruzzese pall-èndë e simili, che talora naturalmente potevano indicare anche le
pietre più o meno rotondeggianti, ma non necessariamente. In abruzzese, ad esempio, pallë[1]
indica la normale ‘palla’ ma anche la piastrella
nel gioco del sussi, la quale era solitamente di forma quadrangolare o comunque
poligonale, avvicinandosi così ad una figura piatta e tondeggiante, ma non ad
una palla. Il fatto linguistico
profondo è che un oggetto piatto e poligonale si avvicina all’idea di “rotondità”,
tanto più quanto più numerosi sono i
lati di un poligono. Ma c’è poco da
fare, noi non riusciamo ora a liberarci dei significati precisi di certi nomi
geometrici, profondamente inculcati nella nostra mente, ma l’uomo primordiale
onomaturgo vedeva soprattutto una massa
in questi casi come abbiamo visto, in
altro articolo, per il lat. turb-a(m) ‘folla, moltitudine’
che in questo caso ha il valore di massa
disordinata e sembra di aver perso il suo valore originario di ‘turbine,
rotondità’.
Ciò premesso, e confortato dalla
presenza di catra- in catra- fossë ‘burrone’ che ripete il significato archetipico di ‘cavità’
del membro fossë ‘fosso’, sono spinto a pensare che la radice di lat. quadr-u(m) ‘oggetto quadrato’ indicasse una
rotondità, all’origine. Una rotondità i cui bordi
reali o ideali, composti di linee comunque interconnesse tra loro, formavano
appunto un’intelaiatura, cioè una struttura, un insieme di parti
interconnesse. Il verbo centro-meridionale in-quart-arsi
‘ingrossare, ingrassare, irrobustirsi’ rende bene l’idea della “rotondità” di
cui parlo.
Questo concetto arriva, secondo me, a riguardare quello di lat. quadr-ig-a(m) ‘quadriglia di cavalli, carro a
quattro cavalli’ di cui ho parato nell’articolo La chitarra per maccheroni[…] presente nel mio blog pietromaccallini.blogspot.com
(21 aprile 2015). Ora è bene che mi
fermi qui. Sottolineo solo che, per l’etimo di catra-fosso, i linguisti mi sembrano annaspare, parlando di prefisso cata- di origine greca con l’aggiunta di
–r-, o con sovrapposizione di tra. Bah!
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