Ho trovato l’espressione ne I
dialetti italiani di M. Cortelazzo e C. Marcato, UTET, con la spiegazione ”essere costretto a lavorare
esposto al sole tutto il giorno”. E vi
si precisa che l’uso ad un tempo scherzoso ed offensivo di corna per ‘testa’ è popolarmente molto diffuso. E si riporta un breve brano de I Malavoglia del Verga dov l’espressione
è italianizzata “[…] mentre c’era gente che doveva cuocersi le corna al sole[…]”.
L’espressione
è talmente ben inserita nel contesto del siciliano che a C. Marcato non passa
nemmeno per l’anticamera del cervello che essa possa essere pervenuta pari pari
dallo strato latino precedente. L’espressione
latina sarebbe stata se coquĕre incora(m)
soli ‘cuocersi di fronte al sole’, rietimologizzata in siciliano, con
tutta naturalezza, in i corna ō suli ‘le
corna al sole’. Anche ad Aielli-Aq era
molto frequente l’espressione so’ statë
ngor’a
ssòle tutta la jurnàta! ‘sono
stato in faccia al sole tutta la giornata!’.
A Celano so che si dice ‘ngar’a ssòlë,
e a Ferrazzano nel Molise ‘ngére a sole’. Queste espressioni naturalmente si sono
incrociate con i termini greci per ‘testa’, e cioè kára, kár-an-on e con gr. kéras
‘corno’. Ad Aielli si diceva, quando un
ragazzo roteava col corpo su se stesso, më
së vòta cérë ‘mi gira la testa’, cfr. il lat. cere-bru(m) ‘cervello’.
Il
fatto è che, quando si analizzano simili espressioni ben inserite nel dialetto o
nell’italiano, si commette in genere il grosso errore di non andare a vedere se per caso esse erano presenti anche
nello strato linguistico precedente.
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