Ho letto la spiegazione di A. Sciarretta[1] circa
l’origine e il significato di questo toponimo, relativo ad un centro non
lontano da Pescara, lungo la valle del Pescara, in zona collinare, mi
sembra. Non trovo nulla da eccepire
nelle sue chiare osservazioni che smontano tutte le fantasiose supposizioni sul
suo nome, che non è come un rebus da
risolvere in maniera fantasiosa e pirotecnica, ma è appunto un semplice nome
che, all’origine non aveva nulla di strano e probabilmente era legato alla
natura del terreno o anche alla vegetazione locale.
Quello che mi lascia insoddisfatto e perplesso, nel suo
ragionamento, è la conclusione perentoria che lega il toponimo
all’espressione latina cepa catti
‘cipolla del gatto’ riflessa in un termine dialettale, ora scomparso, cepaiatte, che indicava l’aglio romano, come affermano notevoli
linguisti. Intendiamoci: secondo me una
probabilità su dieci che questa sua interpretazione sia vera ce l’ha, ma diverse sono le considerazioni che
me la fanno scartare. 1) Se questa
pianta ha dato il nome al paese, allora essa doveva essere abbondante in quel
territorio evidentemente molto adatto alla sua crescita, anche spontanea, e non
si vede bene perché oggi essa vi sia pochissimo o per nulla diffusa; 2) Con un
veloce giro nel web ho incontrato, separatamente, toponimi come Monte o Colle Ceppa, nonché come Monte o Colle Gatto: il che mi offre almeno qualche
possibilità che il toponimo in questione sia composto da ambedue, per
tautologia sincronica o diacronica. Mi
spiego meglio. Ci sono due possibilità:
1) può darsi che inizialmente il paese in questione si chiamasse Gatto (col significato di ‘colle’) e che
successivamente (di quanto? secoli, millenni?) sia arrivata la parola cepa ‘colle’ di altro strato linguistico,
che si è aggiunta alla precedente che era divenuta nel frattempo opaca nel
significato, allo stesso modo in cui oggi siamo soliti aggiungere gli
appellativi geografici tipo monte, colle, punta, promontorio, ecc. a realtà
geografiche diverse; 2) è anche
possibile che fin dalla lontana preistoria il nome fosse composto di due membri
tautologici, come ce ne sono in ogni lingua quali it.giravolta , ted. gockel-hahn
‘gallo’ in cui i due membri separatamente hanno sempre il valore di
‘gallo’. Sorvolo su quelli greci, che ho
nominato in un post recente.
Queste sono probabilità che hanno perlomeno la stessa rispettabilità
della supposizione cepa catti
‘cipolla del gatto’, ma con il non trascurabile vantaggio che esse indichino
direttamente la realtà geomorfica del paese,
che era lì da epoche immemorabili, prima addirittura che i primi uomini
preistorici (che però parlavano e marcavano coi nomi il territorio) abbiano
bazzicato quel luogo. Ed è molto più
probabile che i toponimi siano stati messi in quel lunghissimo periodo
preistorico, piuttosto che l’altro ieri quando sono arrivati i Latini.
Ripeto, quello che afferma A. Sciarretta con dovizia di particolari è
vero e sacrosanto, ma a mio avviso monco nelle conclusioni (anche se noti
linguisti si comportano allo stesso modo), non avendo nemmeno accennato alle
possibilità di cui sopra. Non è da trascurare
la considerazione che il secondo membro di Cepa-gatti sia il risultato evolutivo
di una radice, presente in latino caput, gen. capit-is ‘testa, capo’, ma con connessioni evidenti in area
germanica ed indiana. Facile, infatti, è
il passaggio capit-is > capëtë > capt
> catt-> gatto. Facile è allora notare la somiglianza formale
fra le radici dei due membri cep-, *capit- che quindi indicavano, molto probabilmente, la
stessa realtà geomorfica, ma potevano designare tautologicamente anche la
‘cipolla’, il ‘capo d’aglio’: il sintagma lat. cepa catti naturalmente non
chiamava in causa nessun gatto, il
quale ultimo è solo il paravento di cap(u)t ‘capo’ E qui mi
pare che non ricorro a sostrati inca e maya.
I toponimi purtroppo sono aperti a tutte le interpretazioni, non mostrando
essi stessi alcun significato (tranne quelli generalmente falsi di superficie).
Credo che intignarsi su una spiegazione probabile a danno di altre ugualmente
probabili è solo perdita di tempo. Per questo io preferisco rompermi la testa
sulle parole del lessico, dove è più facile avvicinarsi alla verità.
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