L’avverbio aiellese béjjëvόnë ha più o meno il significato di ’tranquillamente’ o anche di ‘come si deve, come va fatto’. Ad
esempio la locuzione statt’ èssë béjjëvόnë significa ‘resta
costì tranquillamente, comodamente’, ma è
aràtë la tèrra béjjëvόne vuol dire ‘ha arato la terra come si deve’.
A me pare che l’avverbio all’origine dovesse corrispondere all’it. bello
e buono dove ha il significato di ‘vero e proprio’ come nella frase è uno stupido bello e buono.
A Trasacco véjjëvόnë ha assunto il valore di avverbio di
quantità col significato di ‘assai, moltissimo’ ma anche il valore di
sostantivo col significato di ‘grandissima quantità’[1]. Significati sviluppatisi sempre, a mio
parere, da quello iniziale di bello e
buono. Non si può accettare l’ipotesi di Q. Lucarelli, il quale lo deriva
da vojja ‘voglia’ e crede che ne sia
un accrescitivo, cioè ‘grande voglia’.
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